Capitolo 18

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Continuai a camminare lungo il sentiero pieno di ciottoli, i piedi mi facevano male e le gambe le sentii sempre più pesanti ad ogni passo che compivo; lacrime salate continuavano a rigarmi il volto eppure non riuscivo a percepire più alcuna emozione.

Riconobbi la sua abitazione nonostante non passassi in quella zona da tanto tempo e con passo lento e quasi zoppicante raggiunsi la porta di ingresso; bussai tre volte, non avevo idea di cosa dirgli una volta che me lo sarei trovato davanti, non sapevo nemmeno perché fossi lì in quel momento. Vidi la porta in legno aprirsi, era la prima volta che la rivedevo aprirsi dopo quella volta che vidi Tom e Sophie abbracciati sull'uscio di essa; rimasi impassibile nonostante essermi ricordata di qualcosa che riapriva delle ferite mai medicate.

Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, erano più splendenti del solito mentre i miei avevano perso quel tocco di vita che mi permetteva di andare avanti; rimasi in silenzio.

Mi guardò da capo ai piedi scrutando ogni minimo dettaglio come un detective pronto a risolvere il caso assegnatogli, poggiò le mani su entrambe le mie spalle e avvicinandosi al mio viso mi tempestò di domande: "cosa è successo?" "ti senti bene?" "sei ferita?"
Non risposi, né emisi alcun tipo di suono mi limitai a guardarlo stanca; concluse il suo interrogatorio con: "cosa è successo al tuo viso?"

Mi accarezzò la guancia con le dita, quel semplicissimo tocco scaturì in me qualcosa che non so spiegare, una, due e una terza lacrima riprese a bagnare il mio volto senza colmare in alcun modo possibile e inimmaginabile; si inginocchiò di fronte a me e con i pollici cercò di asciugarle utilizzando parole di conforto sperando di farmi tranquillizzare, riaprii gli occhi per vederlo in volto nuovamente, rimasi ad ammirare quelle poche sfumature di azzurro miste al verde dei suoi occhi, mi ricordarono il fiume del paese dove conobbi Joe, non volevo pensarci, mi ero promessa che non ci avrei pensato ma era tutto inutile, dove mi girassi qualunque cosa mi ricordava lui; eppure di fronte a me c'era lui, Tom, l'uomo che ho tanto amato e sognato, adesso c'era lui con me, non Joe; Joe ormai non faceva più parte della mia giovane vita.
Lui in verità non c'è mai stato veramente.

Sentii delle braccia attorno ai miei fianchi che mi aiutavano ad entrare dentro casa; non la vidi mai dall'interno eppure era proprio così che me la immaginavo, le pareti erano di un giallo caldo e c'erano quadri quasi su tutte le pareti che raffiguravano paesaggi, dai più comuni ai più esotici e rari. Ci spostammo verso il salone, sembrava il triplo di quello di casa mia, ad illuminare l'ambiente c'erano due candelabri rispettivamente ognuno sui poli del tavolo al centro dell'ambiente e alla fine un divano bianco sul quale ci sedemmo tutti e due.
Mi offrì una tazza di the caldo che ressi con entrambe le mani nella speranza di riscaldarle con ancora in mano la foglia che mi ha portata da lui; era seduto alla mia sinistra, il suo tono era cambiato: più dolce e rasserenante.

Mi chiese una seconda volta cosa fosse accaduto e fu allora che guardandolo negli occhi gli raccontai tutto di lui fino a quello che avevo sentito dire dalle sue labbra.

Rimase quasi sconvolto da quello che gli dissi e mettendosi una mano sulla bocca guardò altrove sul pavimento in marmo, continuò a ripetere cose come: "non ci posso credere" "non è possibile" Disse che conosceva bene Joe e che non si sarebbe mai aspettato un comportamento tale, erano amici sin dall'infanzia ma questo non lo giustificava.

Nei suoi occhi c'era un qualcosa di nuovo che in un certo senso mi lasciò perplessa, sembrava che nei suoi occhi cristallini ci fosse del fuoco ma non lo fece a vedere, mi fece piacere vedere che ci teneva ancora a me; accennai un sorriso.
Spostai lo sguardo verso il grande orologio a pendolo all'angolo della stanza e vidi che erano le 20:30, era ora di tornare a casa e di togliere il disturbo, e che disturbo direi.

"starò al tuo fianco, non sei sola"

Furono le sue parole prima di lasciare la casa ed uscire dal giardino anteriore colmo di rose rosse; mi volsi verso di lui mentre il vento mi disordinava i capelli, guardai la sua figura in lontananza davanti alla porta principale illuminata dalle candele alle sue spalle.

Mi sorrise e con lui sorrise il mio cuore pieno di cicatrici.

"Perduta per sempre"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora