Capitolo 12

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Non ricordo molto di quel lungo ed estenuante giorno, come posso ricordare, sono passate ormai 2 settimane dall'ultimo volta che ho visto Tom; per quanto riguarda Sophie essendo quasi parte della mia famiglia la vidi molto spesso anche se non con molto piacere, soprattutto quando mi parlava delle giornate intere passate con il suo fidanzato mentre io cercai di trattenere le lacrime anche se a volte è capitato di avere gli occhi lucidi, ed alla sua domanda: "stai piangendo?" le rispondevo sempre: "è l'allergia" . un'allergia che va avanti da un bel po' di tempo vorrei dire.

Ma questo poco importa, perché bisogna andare avanti con la testa alta e superare gli ostacoli della vita, bisogna riscattarsi dopo certe ricadute; per fortuna a migliorare il mio umore se n'è occupata una persona: Joseph, o semplicemente "Joe".

Non ci conoscevamo da troppo tempo, eppure in poco tempo sentii che avesse un'anima affine alla mia e per di più sembrò che fosse uno dei pochi se non l'unico che veramente mi capiva. Come l'ho conosciuto? Non posso scordarmelo, mi sembra quasi ieri:
                               inizio ricordi
era la prima settimana di un lungo e caldo Aprile, ero in compagnia di una mia amica e stavamo passando la giornata insieme a riva del fiume della nostra città stese sul telo color ciano che avevo portato da casa, non facevamo nulla di particolare, ci stavamo solo godendo i raggi del sole che ci baciavano la pelle in compagnia delle nostre risate spensierate quando la mia attenzione si spostò su un giovane poco più lontano di noi in compagnia di altri giovani seduti sulla staccionata che divide la città dal fiume; indossava una camicia bianca sblusata, i suoi occhi cristallini quanto l'acqua del fiume e i capelli castani venivano spesso sistemati dalle sue dita in direzione del vento; ma non mi soffermai più di tanto su di lui quando notai che i suoi occhi cercavano insistentemente i miei, non mene accorsi subito ma quando ne feci caso cercai di distrarmi e parlare d'altro con la ragazza accanto a me: Meryl.

"scusate"

Era una voce maschile provenire dalle mie spalle, ci girammo entrambe verso quella voce; avevo il fiato sospeso nel vedere chi fosse: era quel giovane.

"posso sapere dove avete preso quel grazioso fiocco viola per capelli? Mia sorella minore ne desidera uno identico, le metterebbe in risalto i suoi capelli biondi"

Continuò guardandomi, ed io gli risposi in modo altrettanto cortese; mi ringraziò per poi continuare: "mi chiamo Joseph o meglio, Joe"
Rimasi quasi incantata dalla sua gentilezza tanto che risposi senza pensarci troppo.

"il mio nome è Nancy"
Mi sorrise.

"mi sembrate familiare, forse ci conosciamo già?"
La verità è che lo conoscevo di vista, o meglio, da bambini i nostri genitori erano amici e ci siamo scambiati qualche parola; ma in seguito ai 10 anni non ci siamo più rivisti, non mi sorprese che non si ricordasse di me, se non altro non abbiamo mai legato.

"mi spiace, non penso di avervi mai visto prima"

I giorni successivi lo vedevo spesso in città e devo dire anche con molto piacere, ci salutavamo a distanza finché un giorno decise di avvicinarsi a me e incominciare a dialogare; nulla di particolare, le solite cose da dirsi: "come va?" "che fate oggi?" e poi mi chiese: "vi andrebbe di passeggiare?" non so perché ma so che infondo al mio cuore speravo che me lo chiedesse, senza esitare accettai la sua proposta e ci spostammo verso il lungo mare lontano dal centro della città.

Devo dire la verità, non era una giornata delle migliori; si era alzato un po' il vento, non c'era molto sole ma almeno c'era il paesaggio mozzafiato del mare e soprattutto c'era lui.

E' bastata una giornata e i nostri sguardi per far si che legassimo e da quel momento il nostro rapporto è migliorato di giorno in giorno.
Quella sera parlai di lui a mia madre e ai miei fratelli.

"sono contenta che tu abbia trovato un nuovo amico, almeno ti aiuta a dimenticare Tom, no?" disse mia madre mentre preparava la cena a base di carne.
"in che senso" continuai.
A rispondermi non fu mia madre ma mio fratello: "come se non si fosse capito che non ti interessava"

Finora pensavo e credevo di saper nascondere bene i miei sentimenti ma evidentemente mi sono sempre sbagliata, sono come un libro aperto e non me ne accorgo nemmeno, a questo punto mi chiesi se lo sapeva anche il diretto interessato sperando in una risposta negativa.

                                 Fine ricordi

"Perduta per sempre"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora