capitolo uno

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"Uffa!" Sbuffo dopo aver chiuso il libro di scienze. Non ho più voglia di studiare tutte queste cellule.
"Alice?" Mi domanda il mio fidanzato John con un piccolo cipiglio sul viso.
"Non ho più voglia di studiare." guardo l'orologio. "Forse è meglio se ritorno a casa, è tardi."
"Non ti vuoi fermare a cena? Mamma ha fatto le lasagne."
"No grazie. Davvero non posso." Gli sorrido.
"Beh, allora ti accompagno fuori."
Usciamo dalla sua piccola stanza (in stile nerd) e mi accompagna al piano di sotto.
Sua mamma è in cucina a preparare la cena mentre Mr Parker è seduto sul divano a sfogliare un giornale e a fumare la pipa.
"Buonasera signori Parker." Li saluto educatamente e, dopo aver baciato castamente John, esco da casa sua.
Finalmente!, penso.
Non sopportavo più John con le sue battutine orribili e il suo essere nerd 24 su 24. È odioso. Okay, sarà pure il mio fidanzato però io non lo amo. Più che altro il mio è un semplice volergli bene come se fosse un amico.
È stato lui a chiedermi se volevo fidanzarmi con lui ed io come una polla ho accettato. Più che altro ho accettato perché da quando stiamo assieme la mia media scolastica è aumentata visibilmente.
Ma le mie amicizie sono radicalmente cambiate.
Avete presente le 'fighettone' dei film che hanno tutto il college ai loro piedi. Ecco, io ero così ma da quando sto con John tutti mi trattano come una geek sfigata.
È abbastanza odioso come fatto. Ma tutto ciò mi ha fatto capire chi sono i veri amici e chi sono invece quelli che ti seguono per la tua 'celebrità'.
Adesso mi sono rimasti John, Sasha, Chloe, Matthew ed altri che in questo momento non mi vengono in mente.
Sembro una brava ragazza, no?
No, risposta giusta. Infatti non lo sono. Il mio segreto? Studentessa modello di giorno e spogliarellista di notte. Nessuno è a conoscenza del mio piccolo lavoretto notturno. È per questo che non mi sono fermata da John: stasera devo lavorare.
Appena entro in casa mia sospiro. Disordine ovunque. Domani per fortuna è domenica e così avrò tutto il tempo per riordinare il mio piccolo appartamento.
Visto che è ancora presto decido di farmi una doccia. Entro nel mio piccolo bagno color menta e mi spoglio completamente.
Accendo l'acqua e quando è diventata abbastanza calda entro sotto la doccia.
Rimango immobile ed immersa nei miei pensieri fino a quando il getto d'acqua da caldo diventa freddo.
Mi affretto ad uscire e vado in camera per vestirmi.
Infilo dell'intimo super sexy - roba che metto solo perché è la mia 'uniforme lavorativa' - e dopo indosso anche una gonna nera a balze e sopra mi metto un top fucsia chiaro.
Il mio stomaco brontola avvisandomi che è ora di cena. Allora torno in cucina - che è un'unica stanza unita al salotto - e apro il mio piccolo frigo giallo. Vuoto. Devo andare a far la spesa. Controllo un'ultima volta il cellulare per guardare l'orario.
7.45 p.m
Ho ancora tantissimo tempo e così chiedo a Chloe se esce con me a prendere una pizza. Lei, come sempre, accetta volentieri e ci diamo appuntamento verso le 8 p.m davanti a Nando's.
Come al solito, io arrivo in ritardo mentre lei mi avvisa che mi sta aspettando da "5 fottutissimi minuti".
Entriamo nel piccolo ristorante e ci accomodiamo ad un tavolino abbastanza appartato.
"Allora Alice, come va la vita?" Mi domanda la rossa sorridendomi.
"Una merda come al solito." Le dico scoppiando a ridere. Lei mi fissa con i suoi occhioni verdi.
"No - intendevo - come va con John?" Domanda seriamente.
"Chloe lo sai, io non lo amo." Le rispondo sincera.
"Allora perché non lo lasci?"
"Sono troppo affezionata a lui. È come un fratello per me."
"Quand'è l'ultima volta che avete fatto sesso?"
"Non impor-"
"Rispondi alla mia domanda." Mi interrompe.
"Non mi ricordo." Le rispondo imbarazzata.
"Non c'è amore nella vostra relazione."
"Il sesso non è tutto." Tento di giustificarmi.
"Al giorno d'oggi invece lo è, soprattutto nelle relazioni."
I suoi ragionamenti del cazzo li odio.
"Devo andare adesso." Mi dice Chloe.
"Cosa? Così presto? Non abbiamo neanche cenato."
"Lo so Alice, devo uscire con Matthew stasera. E se te lo stai chiedendo, sono uscita con te solo perché avevo voglia di vederti." Si alza della sedia e si avvicina a me. Mi bacia entrambe le guance e poi esce dal locale.
"Ho sentito quello che ti ha detto la tua amica." mi dice un bel ragazzo biondo avvicinandosi a me. "E anche io la penso come te."
Gli sorrido.
"Mi chiamo Manuel. Ti da fastidio se mi siedo qui? Sai, dovevo uscire con due ragazzi ma gli ho
dato buca."
"Oh... Comunque sì, siediti pure. Io sono Alice."
"È sempre un piacere incontrare delle ragazze carine come te."
Arrossisco.
Le osservo meglio: bello, altissimo, biondo scuro, occhi blu e mi sembra anche di averlo già visto. Credo che sia un ragazzo gentile e dolce.
"Sei di Londra?" Gli domando.
"No, sono qui in vacanza per un mese con degli amici." Risponde. "Tu invece sei di qui?"
Ci scommettevo: ha un accento completamente diverso da quello inglese.
"Io sì. Mi piacerebbe uscire con te qualche volta."
"Oh, anche a me." Sorride. "Mi dai il tuo numero?"
"Certo." Gli detto il numero e lui lo salva nella rubrica del telefono.
"Okay ti chiamerò." Dice e si alza della sedia. "È stato un piacere conoscerti Alice."
Si allontana.
Anche per me, bel fustacchione, penso.
Sono in ritardo e quindi esco da Nando's senza neanche aver mangiato.
Prendo un taxi e mi faccio lasciare davanti al night club 'Sexxxxxxx', uno dei più prestigiosi di Londra, se si può definire prestigioso.
Appena entro tutti, come al solito, si girano a guardarmi. Il locale è frequentato da una vasta quantità di uomini: dai ragazzini arrapati ai politici che vengono qui in cerca di svago.
Vado nello spogliatoio riservato alle dipendenti e tolgo i vestiti che sono in eccesso. Salgo sul palco ed inizio a fare il mio balletto.
Gli occhi di tutti sono puntati su di me perché, in un certo senso, sono la star del locale.
Dopo essere rimasta quasi nuda ritorno nello spogliatoio ed indosso la divisa per servire ai tavoli, cioè una paio di pantaloncini neri cortissimi ed un top che copre solo il minimo indispensabile.
Mi avvicino ad un tavolo dove sono seduti due ragazzi biondi per prendere le loro ordinazioni.
"Cosa posso portarvi da bere, ragazzi?" Gli domando educatamente.
"Due birre." risponde uno dei due. Si assomigliano un sacco a parte per la forma del viso e il taglio di capelli. Quello chi mi ha appena parlato ha il viso tondo e i capelli tirati di lato con il gel, mentre l'altro ha il viso più allungato ed i suoi capelli sono alzati in una piccola cresta.
"Ve le porto subito." Gli rispondo sorridendo.
Vado verso il bancone del bar e dico al barman di farmi due birre. Le appoggio su un vassoio e ritorno al tavolo dei due ragazzi.
"Eccovi." Gli dico porgendogli gli alcolici.
"Grazie." risponde Mr Viso-Tondo.
"A che ora finisci di lavorare?" Chiede Mr Ho-I-Capelli-Fighi-E-Me-Ne-Vanto. Credo che lui sia il più intraprendente dei due.
"All'una meno un quarto." Gli rispondo sorridendo.
"Okay, allora ti aspetterò qui fuori bellezza." Dice ammiccando. "Comunque sono Marc Andrè, ma tutti mi chiamano Marc oppure Mats. Invece lui è Bernd."
"Bernard?" Chiedo all'altro ragazzo.
"Senza la A e la seconda R." Risponde senza staccare gli occhi dalla sua birra. Mh, mi piacciono i ragazzi un po' timidi.
"Io sono Alice." Mi presento e poi li lascio soli, dedicandomi agli altri clienti.
Questa sera ho fatto incontri interessanti.

+

"Eccomi qua come promesso." Dice Marc appena esco dal night club. È appoggiato ad un muro e mi sta guardando con i suoi bellissimi occhi color azzurro cielo.
"Hey Marc." Lo saluto e mi avvicino a lui.
"Posso offrirti una birra? Il mio amico Bernd è ritornato in albergo." Mi dice lui sorridendo.
"Va bene. Qui vicino c'è un Irish Pub che ha delle birre eccezionali." Gli indico l'altro lato della strada e lui fissa per un po' l'insegna luminosa che dice 'The Shamrock Irish Pub'.
"Okay andiamo. Mi sembra un posto carino." Sorride contento.
Da quando, Alice, esci a bere birra con degli sconosciuti? Mi riprende il mio subconscio. Ignoro completamente quella vocina noiosa e sorpasso degli uomini ubriachi che sono davanti alla porta del pub.
Uno di loro mi tira una pacca sul sedere e cerco di non girarmi per non insultare quel bastardo che mi ha appena sfiorata.
"Hey come ti permetti coglione?!" Dice Marc al bastardo che mi ha toccata. Mi giro subito e vedo che sta tenendo un uomo per il colletto della camicia.
"Marc, non perdere tempo con questo pezzente. Vieni, entriamo a bere qualcosa." Gli dico e lo tiro per il braccio. Lui lascia andare l'uomo e mi segue all'interno del locale.

+

*Un sacco di birre dopo*
"Marc, lo sai che sei proprio simpatico?" Gli dico ridacchiando per via di tutto l'alcol che ho in corpo.
"Invece tu sei sexy, Alice." Risponde ed inizia a sfiorarmi la coscia, che rimane scoperta dalla gonna, con la sua mano grande.
Se non fossi ubriaca a quest'ora la sua mano sarebbe sulle sue palle perché gli avrei tirato un calcio nei gioielli ma visto che ho bevuto come una spugna non riesco - non voglio - reagire.
"Marc, vuoi venire a casa mia?" Gli chiedo spostando la sua mano verso il centro delle mie gambe.
"Volentieri." Geme.
Lo prendo per mano ed usciamo dal pub.
"Aspetta, ti accompagno con la mia macchina." Dice dopo avermi sollevata in stile sposa.
Barcolla un po' mentre cammina verso la sua auto. Cerca le chiavi nella tasca dei pantaloni e quando le ha trovate apre il suo Range Rover nero. Mi fa salire sul lato del passeggero e lui si mette alla guida. Gli do le indicazioni per raggiungere il mio appartamento e in pochi minuti siamo davanti ad esso. Lo faccio salire in casa e, non appena la porta è chiusa, inizia a baciarmi il collo. Gli tiro i capelli dicendogli di fermarsi ma lui va avanti. Decido che non ho voglia di fare la santarellina e quindi gli faccio vedere subito dov'è la camera da letto. Mi fa sdraiare sul letto, lui si spoglia impaziente ed estrae una bustina color argento della tasca dei suoi jeans, poi si mette sopra di me e mi toglie i vestiti. Fremo sotto il suo tocco esperto ed intanto gli bacio la bocca e il collo. Lui apre la bustina che ha in mano e ne esce fuori un preservativo. Lo infila e mi penetra violentemente. Gemo a questo improvviso contatto con lui. Inizia a spingere sempre più forte e, cazzo, riesco a sentirlo benissimo dentro di me. Spinge e spinge finché non grido il suo nome (cioè dopo pochi minuti perché era davvero da una vita che non facevo sesso con qualcuno) e lui mi segue a ruota.
Si stende al mio fianco e si addormenta poco dopo. Con una mano cerco di tirare il piumino del letto sopra i nostri corpi nudi e, quando finalmente ho almeno le gambe coperte, mi addormento anche io.

THE GOALKEEPERS || M. Neuer & B. Leno & M. A. ter StegenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora