THE GOALKEEPERS || M. Neuer & B. Leno & M. A. ter Stegen

capitolo quindici

Heathrow Airport.
È la prima cosa a cui penso dopo essermi svegliata.
Bernd Leno, è la seconda.
Ho davvero poco tempo per prepararmi visto che il loro volo sarà tra circa un'ora.
Mi lavo e mi vesto di fretta, metto un vestitino nero con la gonna verde petrolio e le mie All Stars nere.
Esco di casa senza fare colazione, adesso è l'ultimo dei miei pensieri.
Ho paura di perdere Bernd per sempre, ho paura di lasciarlo andare perché ho capito che è lui l'unica cosa di cui ho davvero bisogno.
Mi affretto a chiamare un taxi.
Dopo pochi secondi se ne ferma uno davanti al mio palazzo.
Salgo in fretta sulla piccola auto nera e dico con voce strozzata "Heathrow Airport" all'uomo pelaticcio che sta guidando.

Stranamente, stamattina non c'è traffico e quindi riesco ad arrivare in fretta all'aeroporto.
Inizio la mia folle corsa tra i turisti e altre persone, per arrivare prima a dove si trova Bernd.
Appena lo vedo, il mio cuore perde un battito.
È seduto su una delle panchine dell'atrio, la testa china e gli occhi chiusi. Vicino a lui ci sono anche Manuel e Marc, anche loro con la stessa espressione triste.
Mi avvicino a loro, riluttante.
Il primo a notarmi è Manuel, che mi guarda sprezzante e sibila un "Vattene, non voglio vederti!"; dopodiché anche Marc e Bernd mi notato.
"Cosa ci fai qui?" Sussurrano all'unisono i due ragazzi.
Marc guarda confuso Bernd e gli chiede: "Conosci Alice?"
Annuisce.
"Voi come fate a conoscerla?!" Esclama sorpreso Manuel.
I tre ragazzi mi guardano con un'espressione che è a metà tra lo stupore e la delusione.
Che casino.
"Ragazzi, innanzitutto scusatemi." Inizio a parlare, sono terribilmente agitata e mi tremano le mani. "Scusatemi, scusatemi, sono stata sleale con voi perché per tutto questo mese non ho fatto altro che prendervi in giro uscendo con tutti voi a giorni alterni.
Sono stata una stupida, ho tradito il mio fidanzato e ma soprattutto ho tradito la vostra fiducia. Sono davvero dispiaciuta perché a modo vostro mi avete fatto migliorare e ti questo ve ne sono grata. Adesso sono qui per chiarire con voi."
Prendo fiato e riinizio a parlare senza essere fermata.
"Manuel, grazie per esserci stato come amico e ti giuro che avrei davvero voluto dirti la verità sul mio lavoro ma mi sei sembrato così innocente che ogni volta che stavo con te mi sentivo una persona migliore. Grazie Manuel, spero tanto che tu riesca a perdonarmi perché io ti voglio davvero bene." Annuisce alzandosi per abbracciarmi e mi sussurra all'orecchio che anche lui mi vuole bene.
Poi si risiede lasciandomi così continuare il mio discorso.
"Marc." Mi rivolgo a lui che sorride compiaciuto. "Sei fantastico, un ragazzo perfetto e un amante passionale. Sono stata davvero bene con te, ma come ti ho già detto, non ti amo come tu ami me. Marc, s-sei-" Le parole mi muoiono in gola e una lacrima scende solitaria dal mio occhio destro. "Marc, ti voglio bene."
Mi getto tra le sue braccia e assaporo il suo ultimo abbraccio, non riuscirò a dimenticare facilmente un ragazzo d'oro come lui.
Quando anche lui ritorna al suo posto, fisso Bernd che mi guarda a sua volta deluso.
"Berni, ti amo. Ti amo e sono sicura che l'unica cosa che voglio dalla mia vita sia tu. Voglio te, con la tua innocente bellezza e le guance rosse se qualcuno ti fa i complimenti.
Voglio che i tuoi occhi mi fissino come se non ci fosse cosa più importante che me al mondo.
Voglio addormentarmi vicino a te e svegliarmi con il tuo corpo accanto.
Voglio venire a vedere le tue partite alla domenica, come una brava fidanzata.
Voglio esserci per te e vorrei che tu ci fossi per me.
Tutto quello che voglio è amarti."
Le lacrime scendono dai miei occhi come un fiume in piena.
Bernd si alza e si avvicina a me, solo ora noto che i suoi magnifici occhi azzurri sono lucidi.
Lentamente, posiziona le mani su i miei fianchi e mi attira a se.
Ci baciamo perché è quello che ci viene meglio, adesso.
Ci baciamo perché ne sento il disperato bisogno.
Mi bacia dolcemente facendomi assaporare il sapore delle sue labbra fino in fondo. La sua bocca sa di orsetti gommosi alla frutta e di cioccolato alla menta.
Mi sembra di vivere la scena di un qualche film d'amore perché, quando ci stacchiamo, la gente intorno a noi applaude entusiasta.
Persino Manuel e Marc ci sorridono contenti.
Mi beo dell'abbraccio di Bernd fino a quando, l'odiosa voce degli altoparlanti ci distrae.
"Il volo per Barcellona partirà tra venti minuti, i passeggeri sono pregati di recarsi al Gate 16." Ripete la voce metallica, più volte e in più lingue.
Marc ci guarda dispiaciuto ed annuncia: "Ragazzi, mi dispiace ma vi devo lasciare. Buona fortuna, a tutti!"
Da delle pacche sulle spalle ai suoi amici e poi mi abbraccia.
"Prometto che ci rivedremo, Alice!" Sussurra al mio orecchio e, trascinando la sua valigia, sparisce tra la folla.
Sento subito il cuore più pesante, mi succede sempre quando lascio qualcuno.
L'altoparlante gracchia per la seconda volta; ridicendo le stesse cose, variando sola la destinazione ed il Gate.
Monaco, 13... Manuel.
"Ragazzi, mi dispiace ma adesso è il mio turno." Sorride amareggiato. "Alice, mi mancherai tanto e spero che verrai a trovarmi."
Mi abbraccia e saluta Bernd con un cenno dal capo. Credo che loro si rivedranno presto.
Anche lui, come Marc, si allontana con la valigia dietro di se ed un altro macigno si va a posare sul mio cuore fragile.
Mi giro a guardare Bernd con gli occhi colmi di tristezza.
"Ti prego non andartene anche tu." Lo imploro aggrappandomi alla sua felpa viola, verde e bianca.
"Ti prego non andartene." Ripeto con disperazione nella voce.
Mi bacia la fronte e sussurra: "Ti prometto che ritornerò perché ti amo. E quando tornerò ti porterò via con me. Ti amo Alice."
Riinizio a piangere non capendo più nulla.
Sento rimbombarmi nelle orecchie le parole Leverkusen e Gate 1.
"Piccola, è il mio turno adesso." Dice con tristezza nella voce e poi mi bacia dolcemente.
Mi sussurra che mi ama e che ritornerò. Sono troppo distrutta per ricambiare e rispondere.
Dicono che se ami qualcuno non lo devi lasciare andare ed io amo talmente tanto Bernd da lasciarlo andare.

~ n/a: non è la fine, manca l'epilogo. ~