capitolo dieci

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"Grazie per essere venuto con me in ospedale." Gli sorrido riconoscente.
"Figurati Alice, mi sono divertito. Domande strane di tua mamma a parte." Ridacchia Bernd.
Poverino, ha ragione: mia mamma non ha fatto altro che tartassarlo di domande futili a cui ha dovuto rispondere. La prima è stata: sei il nuovo ragazzo di mia figlia?
Io ho risposto subito di no e ho cambiato argomento, non voglio che Bernd sappia di John. O di Marc. O di Manuel.
Però per il resto è andata bene: tra qualche giorno mia mamma potrà uscire dall'ospedale perché non ha subito gravi colpi. Si è solo rotta un braccio e ha qualche graffio sul corpo. Poteva andare peggio, però.
"Alice, che ne dici di andare a giocare a calcio?" Domanda Bernd risvegliandomi dai miei pensieri.
"Ehm... Non sono capace." Balbetto imbarazzata e mi giro dall'altra parte per non fargli vedere le mie guance che sono diventate leggermente rosse.
"Ti insegno io!" Allunga una mano verso la mia e la stinge. "Devi andare a casa a cambiarti?" Domanda poi con aria innocente.
"Sì, okay. Ma sappi che se provo è solo per te. Accompagnami a casa. Tu dove ti cambi?"
"Ho il mio borsone da calcio nel baule dalla macchina." Dice una volta usciti dall'ascensore.
Bernd mi fa strada verso la sua BMW bianca e, dopo esserci saliti sopra, partiamo in direzione di casa mia.
Dopo qualche minuto siamo sotto al portone di legno e invito Bernd a salire in casa con me, in modo tale che si possa cambiare per andare poi al campetto da calcio.

"Vanno bene questi pantaloni?" Domando tenendo in mano degli shorts delle tuta grigi, mi volto verso Bernd che si sta cambiando.
Sgrano gli occhi alla vista del suo petto latteo.
Lui annuisce imbarazzato e si mette una maglietta da calcio a maniche lunghe arancione.
Mi avvicino a lui e metto le mani sulle sue spalle possenti.
"Ti ho mai detto che sei bellissimo quando arrossisci?" Gli domando.
Scuote la testa timidamente ed io sorrido vittoriosa.
Avvicino il viso al suo fino a sfiorare le sue morbide labbra rosee. Lo bacio cercando di metterci più passione possibile.
Le sue mani scivolano subito su i miei fianchi e le mie trovano spazio tra i suoi capelli.
Lo faccio stendere sul letto e mi metto sopra di lui, non riesco più a resistergli.
Le nostre labbra sembrano incollate fra di loro e le nostre lingue danzano insieme.
In pochi secondi mi privo dei miei indumenti che si stanno facendo davvero inutili e poi con facilità tolgo la maglietta a Bernd.
Le mie labbra si ritrovano subito sul suo collo e sulle sue clavicole, dove cerco di lasciare più segni possibili.
Lui geme in apprezzamento e porta le mani contro il mio petto.
Mi allontana e mi sussurra: "Piccola, andiamo al campo?"
Mi alzo e sorrido, non voglio fargli capire che in realtà ci sono rimasta male perché mi ha respinta,
"Sì, andiamo!" Dico con finto entusiasmo e mi metto una canotta bianca e dei pantaloncini della tuta grigi. Ai piedi infilo un paio di scarpe da tennis, per essere comoda.
Bernd mi prende per mano ed usciamo dal mio appartamento.
È davvero carino con la divisa arancione fluo del Bayern Leverkusen.
In macchina mi parla un po' della sua squadra e mi racconta come ha iniziato a giocare a calcio.
Nonostante il suo lavoro è un ragazzo semplice e con la testa sulle spalle.
Per non dare troppo nell'occhio andiamo in un campetto di periferia, quelli lasciati a se stessi e con l'erba alta.

Quando accostiamo davanti alla struttura dismessa, noto con piacere che non c'è nessuno. Siamo soli.
Bernd prende dal baule della macchina un paio di guanti da portiere ed un pallone.
Mi fa strada verso il campetto e poi si posiziona tra i pali della porta.
"Alice, tu posizionati dove c'è quel dischetto bianco, lo vedi?" Domanda ed io annuisco.
"Perfetto, adesso tieni il pallone." Lo lancia ed io cerco di afferrarlo al volo. "Metti il pallone sul dischetto bianco e quando sei pronta puoi calciarlo."
Metto la palla sul prato e mi concentro.
Non deve essere difficile, quindi prendo una bella rincorsa e calcio il pallone con potenza.
Bernd lo prende al volo e senza il minimo sforzo, visto che gli arriva dritto fra le braccia.
Ride di gusto e poi mi rilancia il pallone.

Provo ancora e ancora; fino a quando, con molta fortuna, riesco a segnare un goal.
Bernd sorride divertito e mi dice che potrei diventare un'ottima attaccante. Rido perché il calcio non fa per me.
"Bernd, possiamo tornare a casa? Vorrei fare una doccia e poi sono stanca." Mi avvicino a lui e gli accarezzo la fronte imperlata di sudore.
"Sì, okay." Mi da un bacio dolce sulle labbra e poi mi prende in braccio.
Con poche falcate raggiunge la sua macchina e mi fa salire sopra.
"Stasera ti fermi da me?" Gli chiedo sperando davvero che la sua risposta sia un sì.
"Se tu vuoi, molto volentieri." Solleva un angolo della bocca in un modo che trovo estremamente sexy.
Lui è così. Non cerca di apparire sexy ma in realtà lo è, e davvero tanto.
Poi quando guida è la cosa più bella del mondo.
Ha gli occhi fissi sulla strada, il viso è una maschera di concentrazione e le mani affusolate impugnano con forza il volante.
Si accorge che lo sto fissando perché inizia ad essere un po' nervoso. Distolgo lo sguardo per un secondo e con la coda dell'occhio lo vedo rilassarsi.
Ritorno a fissarlo ma lui si gira a guardarmi.
"Perché mi fissi, Alice?" Domanda impaziente di una risposta.
"Perché sei molto carino." Rispondo e lui torna a fissare la strada.
"Grazie." Mormora dopo un po'. "Anche tu sei molto carina."
Sorrido per il suo complimento.
"Grazie." Dico imitandolo.
Il nostro breve viaggio finisce e così ci rintaniamo in casa, visto che all'improvviso ha iniziato a piovere. Odio il clima londinese!
Corriamo in casa per non bagnarci, anche se ci inzuppiamo comunque, ed una volta chiusa la porta alla mie spalle sospiro.
"Vado a fare la doccia!" Annuncio a Bernd e mi chiudo in bagno.
Mi spoglio velocemente e dopo qualche minuto sono già sotto l'acqua bollente che lava via il sudore e la pioggia dal mio corpo.

Quando mi sono rivestita e ho i capelli completamente asciutti, torno in salotto dal biondino e gli dico che può farsi anche lui una doccia calda e rinfrescante.
Mentre lui si lava, decido di preparare la cena.
Sono un vero disastro ma alla fine riesco a preparare un risotto dall'aspetto quasi delizioso.
"Eccomi!" Esclama Bernd sulla soglia della cucina. "Posso aiutarti a far qualcosa?"
"Apparecchiare?" Domando.
Gli passo tutto il necessario e lui apparecchia la tavola.
Quando il riso è finalmente pronto, ci sediamo.
Mangiamo in silenzio perché siamo entrambi molto affamati e, dopo che lui mi ha aiutata a riempire la lavastoviglie, andiamo in salotto per guardare un po' di televisione.
Su uno dei tanti canali c'è 'Mamma Mia', uno dei miei film preferiti. Ignoro le proteste di Bernd che dice che è un film noioso e mi metto a guardarlo con attenzione.

Come previsto, Bernd si addormenta dopo la prima canzone.
Che compagno di film ingrato!
Alla fine sono obbligata a svegliarlo e, dopo qualche lamentela, si alza pigramente dal divano e va in camera da letto.
Si toglie la maglietta e si fionda nel letto.
Si riaddormenta subito.
Io, invece, con più calma mi metto il pigiama e poi lo raggiungo sotto le coperte calde.
Mi addormento con la sua testa sul mio petto e il suo respiro regolare che mi infonde tranquillità.

THE GOALKEEPERS || M. Neuer & B. Leno & M. A. ter StegenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora