capitolo sette

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«Hey Manuel, scusami se ieri non ti ho risposto.» Squittisco al telefono.
«'Giorno Alice.» Risponde con la voce impastata dal sonno.
Okay, forse non è stata una buona idea chiamarlo alle sette di mattina.
«Ho visto che ieri mi hai chiamata...» Inizio con la speranza che concluda lui la frase.
«Sì, volevo chiederti di uscire con me... Oggi sei libera?» Sbadiglia.
«Alla mattina no però se vuoi possiamo vederci oggi pomeriggio.» Gli sorrido anche se non può vedermi.
«Mmh... Si, si, va bene. Ehm... a che ora possiamo trovarci?» Domanda.
«Alle due, okay? Va bene se ci troviamo da Nando's, quello della prima volta?»
«Perfetto. A dopo, Alice.»
«Ciao Manuel.» Lo saluto e appoggio il telefono sul tavolo della cucina.
Continuo a mangiare la mia tazza di latte con i Coco Pops.
Quando ho finito, la ripongo nel lavandino e vado in bagno a farmi una doccia calda.
Il bello dell'avere sia la vasca da bagno che la doccia è che quando sei di fretta puoi farti una doccia veloce. Ed è esattamente quello che faccio adesso.
Mi asciugo i capelli e mi trucco, poi mi lavo i denti e mi vesto.
Oggi fa abbastanza freddino quindi opto per un paio di calze trasparenti nere sotto ad un paio di shorts di jeans chiari.
Poi mi metto una maglietta un po' larga e bianca.
Mi osservo allo specchio: outfit perfetto però manca qualche accessorio.
Indosso una giacca di pelle nera ed una sciarpa di lana rossa.
Prima di uscire infilo un paio di anfibi neri e mi metto sulla spalla la mia cartella di pelle beige scuro.
Esco di casa ed infilo gli auricolari nelle orecchie. Inizio a canticchiare una canzone dei Linkin Park che ho scaricato recentemente.
Arrivo in pochi minuti davanti al cortile della mia università e cerco subito il mio gruppo di amici.
"Hey John!" Lo chiama appena vedo la sua chioma riccioluta.
Mi raggiunge subito e con lui ci sono anche Chloe e Matthew.
"Hey Alice, come sei bella oggi!" Si complimenti John con me e poi mi cinge i fianchi con il braccio.
Gli sorrido e poi saluto i miei due amici.
"È da un po' che non ti fai vedere, eh?" Dice Chloe tirandomi un pugnetto sul braccio.
"Ero occupata." Rispondo indifferente e poi guardo John.
Lui mi sorride e stringe la presa sui miei fianchi.
John, vedo che non hai afferrato: ero occupata ma non con te ma bensì con tre meravigliosi ragazzi tedeschi.
Il suo della campanella mi salva dalle occhiate infuriate di Chloe.
Mi affretto ad entrare in classe per la lezione di matematica e mi siedo vicino a John che frequenta più o meno tutti i miei stessi corsi.
Il professore inizia a parlare ed io lo ascolto in parte perché i miei pensieri corrono a Manuel ed a cosa potremmo fare oggi.
"Hey Alice, sei sveglia?" Mi scuote leggermente la spalla John.
"Sì sì." Sussurro sorridendogli.

+

"Allora ragazzi, andiamo da McDonald's?" Propone Matthew una volta usciti dall'università.
"Ehm... Io non posso!" Dico subito e John mi guarda interrogativo.
"Devo andare da mamma." Mi giustifico.
"Posso accompagnarti?" Mi chiede John.
"No no, preferisco andarci da sola." Poi con un cenno della mano li saluto e vado verso la fermata del pullman perché per raggiungere Nando's ne devo prendere uno.

Il pullman come sempre arriva con dieci minuti di ritardo e quindi arrivo da Nando's dopo l'orario prestabilito con Manuel.
Quando entro nel piccolo ristorante, lo trovo seduto ad un tavolino con il telefono in mano. E non sembra molto felice.
"Hey Manuel!" Dico avvicinandomi a lui.
Sul suo volto compare un piccolo sorriso ma poi ritorna imbronciato.
È adorabile quando è imbronciato.
"Ciao Alice." Risponde sospirando.
"È tutto okay?" Domando preoccupata e sedendomi di fronte a lui.
Annuisce e poi ritorna a guardare lo schermo del telefono.
Okay, mi sta un po' innervosendo.
"Manuel?" Tento di catturare la sua attenzione.
"Sì?" Domanda senza guardarmi.
"Vado ad ordinare, vuoi qualcosa?" Cerco di assumere un tono di voce gentile e non scocciato perché davvero mi sta stufando il suo comportamento. Di sicuro deve essergli successo qualcosa.
"Ho già pranzato però una birra va più che bene." Sbuffa ancora guardando lo schermo del telefono.
Mi alzo e vado alla cassa. Ordino pizza e una Coca-Cola per me, invece una birra per Manuel.
La ragazza al bancone dice che me li porta lei al tavolo, la ringrazio e torno a sedermi da Manuel.
"Allora, c'è qualcosa che non va?" Gli domando perché finalmente ha deciso di mettere via il telefono.
"No - cioè sì. Il mio allenatore si è arrabbiati con me!" Borbotta.
"Perché? Cosa hai fatto?" Cerco di essere comprensiva con lui.
"Ho abbandonato gli allenamenti e mi incolpa per la perdita delle ultime partite."
"Okay e tu perché sei 'scappato'?" Dico mimando le virgolette tra la parola scappato.
"Non avevo voglia di giocare, tutto qui." Lo dice come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
"Manuel, il campionato è iniziato a settembre e siamo solo ad ottobre." Gli sorrido dolcemente.
"Lo so però non avevo davvero voglia, ho rotto da poco con la mia fidanzata. Stavamo insieme da sette anni." Spiega e riesco a percepire una nota di tristezza nella sua voce.
"Mi dispiace... Ti ha lasciato lei?" Chi è questa pazza che mollerebbe un ragazzo fantastico come Manuel?
"No no, sono stato io perché ormai avevo capito che non era quella giusta per me... Però è strano accorgersene dopo sette anni di fidanzamento." Sussurra debolmente.
Allungo una mano e prendo la sua.
Gliela accarezzo dolcemente e lui sembra rilassarsi.
"Hey ragazzi, ecco il vostro ordine." La ragazza di prima ci interrompe e posa un vassoio sul tavolo.
Poi ritorna a servire gli altri clienti.
Sono molto affamata e quindi addento con gusto la prima fetta di pizza.
Manuel inizia a sorseggiare la birra fresca e sembra annoiato.

+

Quando finisco la mia pizza, sotto lo suo sguardo annoiato di Manuel, cerco di farlo parlare un po'.
"Manuel, ti va di andare a fare una passeggiata? C'è un parchetto carino qui vicino..." Gli chiedo e lui annuisce.
Si alza e va alla cassa a pagare, naturalmente ignora le mie proteste.
Poi esce dal locale e mi aspetta fuori.
Lo prendo per un braccio e gli faccio strada, lui sembra divertito dai miei movimenti impacciati.
Per tutto il breve tragitto non parla ma si limita solo a circondarmi i fianchi con il suo braccio muscoloso, sembra strano rispetto alle altre volte in cui siamo stati assieme.
"Manuel, stai bene?" Gli chiedo per quella che mi sembra la millesima volta.
Sbuffa e mi stringe più a se.
"Sì ma solo perché sono con te."
Mi si scioglie il cuore e sento le solite farfalle nello stomaco.
"Adesso divertiamoci." Dice e mi prende in braccio, inaspettatamente.
Sembra essergli tornato il buon umore.
"Okay Manuel." Rispondo ridacchiando.

+

"Manuel, Manuel ti prego fermati." Urlacchio divertita.
"No, tesoro." Affonda la testa sotto la mia maglietta e continua a solleticarmi la pelle della pancia.
Dopo aver fatto i cretini al parco per una buona oretta, ho deciso di portarlo a casa mia.
Ci siamo ritrovati sul letto e lui ha iniziato a solleticarmi tutto il corpo.
Gli tiro leggermente i capelli biondi e lui ridacchia.
Mi stringe i fianchi e dice che ha sonno così per farlo addormentare inizio ad accarezzargli la testa e a grattargli il collo.
Lui sembra apprezzare e fa un versetto che assomiglia tanto alle fusa dei gatti.
Ci addormentiamo abbracciati ed il respiro regolare di Manuel mi tranquillizza.

THE GOALKEEPERS || M. Neuer & B. Leno & M. A. ter StegenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora