capitolo quattro

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"Sono contento di essere uscito con te." Dice John sorridendomi e mostrandomi le sue adorabili fossette ai lati delle sue labbra rosse e carnose.
"Anch'io." Rispondo cercando di apparire entusiasta.
"Era da un po' che non facevamo qualcosa di romantico assieme." Stringe il mio corpo al suo scaldandomi. Siamo nel cassone del suo pick-up e ho davvero freddo.
Alla fine al posto che uscire al ristorante abbiamo deciso di andare al drive-in.
Decisamente quasi romantico.
John si gira verso di me ed appoggia le sua labbra sulle mie. Le facciamo strusciare per un po' fino a quando il film non inizia.
"John ho freddo, hai un'altra coperta?" Chiedo tremando.
"No, però se vuoi posso darti la mia felpa." Abbozza un sorriso dolce.
"Sì, grazie. Penso che sia stata una cattiva idea uscire con i jeans e la canotta." Ridacchio.
"Già, bello da vedersi però!" Cerca di scherzare ed io gli tiro una piccola pacca sul braccio.
"Adesso cerchiamo di goderci il film." Infilo la sua felpa e mi appoggio alla sua spalla magrolina.

+

"Mi è piaciuto il film!" Dice John ridendo. "Saliamo sul pick-up, ti riporto a casa."
"Il film non era male però non era adatto per un appuntamento romantico." Sbuffo divertita e prendo posto sul comodo sedile del fuoristrada.
"Io penso che The Avengers sia più che perfetto per un appuntamento con la propria ragazza." Risponde ridendo.
"La prossima volta scelgo io cosa guarderemo. E comunque Chris Evans è proprio un figaccione." Faccio un mezzo e poi scoppio a ridere.
"Io preferisco la Vedova Nera."
"Così mi offendi eh!" Metto il broncio ma poi gli sorrido. "Adesso voglio il gelato che mi hai promesso John."
"Okay okay, avrai il tuo gelato." Sbuffa divertito.

+

"Vuoi fermarti qui oppure preferisci andare a casa?" Domando al mio ragazzo appena accosta il pick-up sotto il portone del mio condominio.
"Posso fermarmi, piccola?" Domanda sussurrando.
"Certo." Rispondo sussurrando.
"Perché stiamo sussurrando?" Domanda alzando il tono di voce.
"Non lo so." Cerco di reprime una risata. Stasera John si è comportato in un modo totalmente diverso dal solito: è stato spiritoso e non ha cercato di fare il precisino a tutti i costi.
Mi piace questo lato sbarazzino di John Parker.
"Resta." Gli dico semplicemente.
Scendiamo dal pick-up e poi, a mano, saliamo le scale del palazzo.
Una visione terrificante si pone davanti ai miei occhi: Marc è seduto davanti al portone di casa mia e sembra che mi stia aspettando anche se adesso è addormentato.
"Chi è lui?" Domando John con la voce un po' troppo alta.
"Shh. Fai piano ed andiamo a casa tua." Gli sussurro e lo porto fuori dal condominio.
Appena saliamo in macchina John inizia a tartassarmi di domande.
"Chi era quel bel ragazzo?" Fa apposta a calcare la parola 'bello' per farmi arrabbiare.
"Il mio vicino di casa e sinceramente lo odio." Gli rispondo cercando di risultare il più tranquillo possibile.
"Sicura che sia il tuo vicino di casa?" Non sembra essere convinto di ciò.
"Sì, sono più che sicura." Gli sorrido e poi premo le labbra sulle sue.
Un'altra bugia. Falsa, ecco l'unica parola in grado di descrivermi.
"Posso fermarmi a casa tua a dormire, ti prego?" Chiedo a John implorandolo.
"Sì ma solo se mi dici perché quel tizio era davanti a casa tua."
Sbuffo però decido di inventarmi una qualche scusa.
"Okay, okay. Allora... Era lì perché è da una settimana che mi chiede se voglio uscire con lui ma io naturalmente gli ho detto di no, però devi sapere che è testardo e quindi fino a quando non gli dirò di sì ha deciso di aspettarmi alla sera." John mi guarda scioccato. "Mi aspetta e mi chiede se voglio uscire con lui e, dopo aver ricevuto il suo no in risposta, se ne va." Aggiungo cercando di tranquillizzarlo.
"Adesso torno in dietro e gli spacco la faccia." Dice arrabbiato.
"Hey, ma lo hai visto bene? John è lui che ti spacca la faccia, è un armadio a due ante." Scoppio a ridere.
"Solo perché è alto e muscoloso!" Ribatte frignando.
"Dai tesoro, prima o poi si arrenderà." Cerco di consolarlo.
Accenna ad un piccolo sorriso e continua a guidare verso casa sua.
Ne approfitto per mandare un messaggio a Marc.

«Cosa diavolo ci facevi davanti a casa mia? Per poco il mio fidanzato non ci scopriva. >:( »

La sua risposta non tarda ad arrivare:

«Avevo voglia di vederti e poi oggi non ti sei fatta sentire. Mi manchi bellezza xx»

«Oh Marc! Ti prometto che domani ci vedremo, dove posso raggiungerti? xx»

«A casa tua. xx»

Spengo il telefono e lo rimetto nella tasca dei miei jeans.
"Con chi stavi messaggiando?" Domanda John schiarendosi la voce.
"Un'amica che non conosci." Mi accorgo che siamo davanti a casa sua. Con Marc è tutto così diverso: quando sto con lui non mi accorgo delle persone che ci stanno intorno e non mi accorgo neanche di quello che succede.
"Vieni, adesso entriamo." Dice John e mi prende per mano.
Ma quanto sei fesso? Pensa il mio subconscio.
"I tuoi sono a casa?" Domando tenendo la voce bassa.
"No, sono andati al teatro." Mi fa segno di seguirlo in camera sua che è al piano di sopra.
"Alice, è da un po' che non facciamo l'amore." Dice togliendosi la maglietta, una volta entrati nella stanza.
"Già." Rispondo rimanendo vicino allo stipite della porta.
"Ti va?" Domanda con lussuria negli occhi verdi.
"Sì."
Anzi no, vorrei Marc però fa niente. Dice il mio subconscio, odiosa vocetta!
"Vieni qui, piccola."
Lo raggiungo e lui mi toglie la sua felpa e la maglietta.
Osserva per un po' il mio seno coperto solo da un reggiseno di pizzo bianco.
"Piccola sei fantastica." Dice con le labbra socchiuse.
Voglio farla finita con lui quindi lo spingo sul letto e poi mi metto a cavalcioni sul suo corpo.
Porto le mie labbra sul suo collo ed inizio a succhiare la sua pelle morbida.
"Alice, cosssì verrrò suubitoo." Dice trascinando le parole perché è chiaramente eccitato.
Lo provoco portando le mie labbra sulle sue e gli do dei baci selvaggi.
"Alicee." Geme ripetutamente il mio nome. Inizio a palpargli il petto e poi scendo più giù, verso la cintura dei suoi pantaloni.
Gli accarezzo lentamente l'erezione attraverso i boxer e lui sussulta.
"Oh Aliceee, nooon fermaaartii." Ormai i suoi sono dei sussurri leggeri.
Gli tolgo i pantaloni e i boxer; poi tolgo i miei jeans e le mie mutandine azzurre.
Faccio avvicinare le nostre intimità e lui lentamente entra in me. La cosa bella del fare sesso con lui è che se ne sta semplicemente sotto e con le braccia aperte e ti fa comandare.
Mi muovo lentamente contro i suoi fianchi e poco dopo lui viene gridando il mio nome.
Io fingo un orgasmo perché davvero non riesco a raggiungere l'apice del piacere; con Marc bastavano così pochi minuti.
Mi sdraio vicino al suo corpo ansimante e mi lascio trasportare delle braccia di Morfeo.

THE GOALKEEPERS || M. Neuer & B. Leno & M. A. ter StegenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora