Sparkling Lights.

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Manuel trova i disegni di Simone di quand'era piccolino, e, tra alberelli e pesciolini, su tantissimi fogli ricorre disegnato un gazebo con tante luci - che Simone l' aveva visto in vacanza, c'aveva giocato col fratellino, e che gli era rimasto impresso, che quelle lampadine grandi grandi sembravano stelle vicinissime.

E Manuel non sa nulla, di questi ricordi ormai rimossi, catalizzati su carta, eppure qualcosa intuisce, ché tira su con le mani sue un piccolo gazebo che in realtà gazebo non è, otto assi intrecciate, nessun soffitto, se non fili di luci sospese.

Una coperta al centro del pavimento improvvisato, fatto dalle foglioline del giardino di villa balestra, qualche cuscino, una coperta d'emergenza per avvolgerci Simone.

Spera nell'abbraccio che infine riceve, non s'aspetta le lacrime felici che rigano le guance di Simone. Ché i ricordi li ha rimossi, ma le sensazioni, quelle no, quelle sono rimaste sotto la pelle, e un moto di tenera contentezza gli riscalda l'anima e si sente a casa come mai prima.

E s'accoccola tra le braccia di Manuel, intreccia le loro dita, ma non stacca gli occhioni da quelle lucine scintillanti, "Manuel - Io non so neanche che dire".

"Sei felice?"

"Tanto" e nemmeno se lo spiega.

"Non devi dirmi nient'altro allora".

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Me li sono sognati stanotte.

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