Luna piena

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" Non sono un prete oggi ma lo ero. So' e vedo cose che la maggioranza degli uomini e delle donne non vive o non dice se non ad un confessore."

" Chi erano quei due uomini? Che voleva.. te farmi? Rispondi."

" Li sto' incastrando."

" Quindi mi stai usando ?! "

Allungai immediatamente la mano verso la leva della portiera per uscirmene ma Donato mi bloccò in tempo. Il suo corpo vicino al mio , il suo profumo e la sua mano calda sopra la mia.
Chiusi  gli occhi. Faticavo a discernere il profumo di buono dal proibito dalle lusinghe della mia voglia di rivincita.
Inebetita. (Leggermente. ) e mi infastidiva la cosa.

Staccò la mano un istante prima che li riaprissi ad un niente dal suo viso.

" Non sei fatta solo per fare del semplice sesso. Sei molto più di quello che fai di te . E io lo sento   e non sono fatto per dover pregare chiunque ma ti chiedo Per Favore... non sparire da me. "

"... e riattiva il cellulare...  Non posso venirti a prendere io e so' che lo farei." aggiunse rimettendo le mani sul volante.

Sorrisi .. e mi uscì dritta la risposta: " Ma in effetti tu sei fatto per pregare! "
fu' la mia stilettata .
Forse voleva esserlo , forse era la parte bastarda di me che si ribellava a qualsiasi cosa di simile ad un sentimento di qualsiasi genere fosse. Solo sesso: questi erano i miei cazzo di patti con me stessa, niente guai, niente preti .

" Hai fatto la tua scelta. Ora la porti a termine con o senza il tuo attuale consenso." disse.

I suoi occhi divennero accesi come le fiamme in quella casa .

" Mi - eccita - la - tua - paura ."disse scandendo parola per parola.... " Varca la paura , amati."

Aprii quella cazzo di portiera e mi rimisi sulla mia auto.

Non ci capivo un cazzo di che cercava in me, mi avviai sfrecciando per la tangenziale incurante di autovelox e possibili posti di blocco. La paura... amarmi... che cavolo intendeva dire, che cavolo voleva da me se non sesso come tutti gli altri. Potevo averne cento, mille se avessi voluto eppure per un cavolo di ex prete mi stavo fottendo il cervello e la mia vita.

Arrivai fino al mio lavoro e riattivai il suo numero . Dovevo tenerlo sotto controllo almeno circoscriverne le intenzioni.
Ogni singolo minuto , ogni singola ora quel giorno era pietra e le lancette lente, lentissime.
Sul mio cellulare nessun messaggio .
A casa mio marito aveva ben pensato di invitare amici suoi . Ci mancavano i suoi amici: gente che mi guardava il culo e mi chiedeva sempre qualcosa da portare al tavolo. Mi voltavo e mi sentivo i loro sguardi addosso. Mio marito non se ne accorgeva o non lo dava a vedere ma io li vedevo darsi le gomitate e sorrisi del cavolo circostanziali. Non vedevo l'ora di tornarmene nella mia camera e riattivare il suono delle notifiche perché ce n'era una ed era di Donato.

Una volta sparecchiato e pulito i piatti dissi di essere stanca e presi le scale. Chiusi la porta e guardai il mio telefono.

Era una foto con un'effige di S.Agostino e un messaggio:" L'amore uccide ciò che siamo stati perché si possa essere ciò che non eravamo."

Lessi e mi rabbuiai. Una cosa sola non ero : fedele a niente e a nessuno. Mai stata. Ogni volta ero scappata e ancora provavo a farlo. Non risposi e delle lacrime di coscienza mi scesero sul cuscino prima che mi addormentassi.

L'indomani mi arrivò il suo buongiorno e così via via i giorni a seguire senza che mai ottenesse una risposta da parte mia.  Non avevo incontri, non istigavo e quelle rare volte che mi toccavo da sola nella mia stanza , le mie dita non sortivano effetto. Incazzata col mondo una sera mi avviai verso la sua chiesa senza avvisarlo: se era lui il mio destino , se c'era lo zampino del Buono  o del cattivo volevo quelle dita e riprendermi possesso di ciò che ero sempre stata prima di conoscerlo. Era la resa dei conti . Non mi importava e mi importava troppo .
Le luci della mia auto illuminavano il sagrato. Era tardi di un giorno qualunque. Scesi vestita con un abito lungo e nero e mi avviai verso il parco dove mi aveva parlato.

Nulla sotto, in cielo una luna piena e luminosa. Arrivai con l'aiuto della torcia del telefono fino alla nostra panchina e mi sedetti . Chiusi gli occhi e poi mi ci distesi scoprendo le cosce . Ero nel posto più sicuro e pericoloso insieme.L'effetto delle birre bevute stavano sciamando come il calore dell'alcol.
La luna...
Quanto bella era lassù a guardarmi . Quante volte lei mi aveva vista sfatta o puttana ed aveva mantenuto il silenzio. Quante volte i gemiti di piacere del lui di turno avevano riempito il suo manto di stelle.. e io quanto li avrei barattati tutti per...

" E che si vede....! "

Due tizi semi coperti al volto si avvicinarono mentre qualcun altro alle mie spalle mi tappava la bocca.
Un sapore dolciastro leggermente alcolico e persi i sensi.
Sognavo il profumo di glicine . Quando rinvenni dei quadri alle pareti illuminati dalla luce di ceri e candelabri mi facero rivivere un dejavu ... poi , le mie ciglia pulirono del tutto l'immagine .
Ero su un divano bianco . Attorno a me due uomini indossavano una tunica lunga marrone scuro con dello spago e un copriviso come quelli da mettere sotto le moto .

" Benvegliata . L'effetto ti svanirà tra poco. Rilassati e goditi ciò che stavi cercando."

Non riuscivo a muovermi , degli spaghi ai polsi mi impedivano di divincolarmi ed ero completamente nuda. Un laccio con una piccola palla mi serrava la bocca.

"Non volevo questo , non voglio!!!" Urlava la mia testa. Ero in un incubo e mi ci ero ficcata da sola. Voltai il viso verso lo schienale per non vederli mentre sentivo le loro vesti strusciare come i loro calzari verso di me....

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