Donato

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Donato sono io.
Mia madre mi mise questo nome quando aveva ormai perso la speranza di rimanere incinta. Povera donna. Ormai non c'è più. Ha fatto sempre di tutto per me, per crescermi da sola. Mio padre non l'ho mai conosciuto,diceva che era morto e in effetti lo era in un certo senso. Mi disse che era un brav'uomo,che mi amava e che aveva sempre una premura per me. La mia stanza era piena di giochi che lui aveva comprato per me.
Diceva...
Ma la verità è che era un uomo ai confini , un uomo sposato con mille amanti tra cui mia madre. Quando venni al mondo lui la lasciò, e in realtà un figlio da una delle sue tanti amanti era follia per lui. Le mie ricerche da ragazzo portavano a questo. Mia madre, donna di chiesa con le sorelle e i cugini tutti devoti era convinta che l'amore prevalesse su tutto, anche sugli errori ed io ero il senso e la forza di tutto ciò che solo lei provava per lui.
La mia vita non è mai stata semplice in mezzo ad uno stuolo di suore e preti. Io da mio padre ho preso il gusto di quel che chiamano : proibito. Non ci ho mai voluto far niente ma sapevo stare a mio agio tra peccatori e santi.
Li' nel mezzo. O ... tra le cosce di una donna.
Mi son sempre piaciute : quella loro illusione di cambiarci , di possederci ma son sempre cadute in fallo: il mio .
Forti ma dolci, passionali ma serve , non me ne sono mai persa una .
Dovevo istruirmi.
Farle godere fino al punto di perdersi per me e rinsavire.
Desideravo salvarle forse in fondo dai tipi come me o da uno come mio padre ma non me ne sono mai innamorato.
Ricordo ancora Claudia con quelle treccie sfatte mentre le tenevo tirate e quel suo dolce culo che mi sbatteva contro le palle. Quanto godeva ad essere sbattuta e aperta .
O Sonia , dirigente di una banca che cornificava tutto e tutti .. tranne me.
Ogni volta inventavo un gioco diverso, ogni volta impiegavo ore finché esausta non mi chiedeva tregua.
Gli ho gonfiato la figa talmente tanto con la mia pompa ad aspirazione che gocciolava come uno stupidissimo gorgonzola di un supermercato.
O Paola esibizionista e porca che si lasciava toccare in pubblico e leccava dalla ciotola del cane il mio sperma legata al guinzaglio . Quattro volte ci avevo goduto dentro e ha leccato tutto fino alla fine.
Con lei mi sono sbizzarrito finché non conobbi Anna.
Lei era indifesa e innamorata persa di me.
Non si staccava . Mi intrigava con quei lunghi capelli neri e ricci . L'avevo cambiata , portata a mettere reggicalze e vibratori ma pure sconvolgendo la sua natura , non si ribellò' che col suicidio.
Non poteva avermi e questo fu' la sua dannazione e la mia pseudo redenzione.
Entrai in seminario . Volevo espiare ma il peccato continuava a perseguitarmi.
Anche in confessionale donne vecchie o donne bellissime facevano a gara per raccontarmi le loro perversioni come attratte...
Tenni sempre un comportamento congruo poi..
Una di loro un giorno venne in canonica . Diceva che aveva bisogno di parlarmi, che aveva sentito parlar bene di me. Era nuova del paese , ma nessuno sapeva molto di lei. Si portava i capelli sotto un cerchietto color oro e li toccava arricciandone le punte rosse.
" Di lei non ho vergogna"diceva " Di lei ho attrazione come l'acqua per il fuoco. Che saremmo senza la tentazione di spegnersi o... accendere."
Toccava quei suoi capelli e allargava le cosce facendo cadere la stoffa della gonna al suo interno.
Ero abituato a tutte ma quella donna era stranamente diversa da tutte le altre.
" Di cosa hai bisogno da me? " le chiesi.
" Di riportarti a casa con me."
Si sollevò la gonna e un bosco rosso fece capolino tra la veste.
" Casa mia o casa tua fa' lo stesso per me. Da quanto non fai sesso piccolo uomo di chiesa?"
Prese il pane che avevo sul tavolo e iniziò a leccarlo come fosse un cazzo.
Una lingua rosea e lunga esperta di chissà di quante magie.
" Hai paura di me o di quello che puoi farmi .. qui."disse

" Non mi son mai fatta un prete. Ma siete in fondo uomini anche voi , non è vero Don Donato? La voglia di redimere me non ce l'hai li' sotto nascosta ? Che peccati devi espiare qui ? Non sei fatto per questo posto . Torna a casa.."
Si avvicinò alzandosi e allungandosi verso di me col viso. Poi scese dalla sua sedia togliendosi dalla testa la veste rimanendo nuda e perfetta.Tette come marmo, addome scolpito , capezzoli rosa e turgidi . Sali' su quella sedia e poi si distese sul tavolo allungandosi e divaricando le gambe e piegandole di fronte a me che ero a capotavola perché la vedessi per bene quella figa rossa .
Inspiravo e la sentivo la mia vita di prima . Calda , bagnata, suadente.
" Non è il tuo posto qui Donato ma qui" disse poi girandosi sul fianco per mettersi a quattro zampe divaricando il culo.
La tentazione .
Pura , porca e bastarda.
Mi alzai guardandola bene, poi mi alzai col cazzo che si era destato e mi pulsava .
" Vattene. "le dissi.
" Non vuoi e lo so' ."
" Paura di essere scoperto? Ha-ha-ha ... io non parlo di voi Donato . Siamo o non siamo.. della stessa pasta?"

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