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Finalmente mio marito mi portò dei vestiti veri: un tubino nero . Non era quello che avrei scelto, ma mi serviva per uscire da quel posto di merda. Una volta in auto..
" Che ci facevi li' veramente? A me lo puoi dire. Che ti è successo? Quello che ti hanno fatto... beh ! Sono stati dei mostri! Io... io ... se li trovano giuro che ...che..."

" Stai tranquillo. Non ricordo che quello che ho detto alla polizia. Ora voglio solo voltare pagina. Non voglio parlarne, ti prego . Fammi andare a casa."

I ricordi in realtà mi tornavano a strascichi di notte. Uno dei due aveva la barba castana con dei peli grigi e poi ricordavo le mani con un tatuaggio vecchio e sbiadito dell'altro tizio. Ricordavo che mi avevano fatto bere qualcosa una volta che mi si avvicinarono al divano : uno dei due mi levò la palla chiudendomi le narici e l'altro mi butto' giù quella specie di ... schifo. Da li' cominciai a sentirmi venir meno le forze anche se il mio corpo lo continuavo a percepire forte e chiaro. Non riuscivo ad avere le forze per urlare o spingerli via da me.
Ricordavo quelle frasi in latino che ripetevano come litanie e ... si' .... Il terzo uomo stava sempre di lato e quei due mostri si consultavano ogni volta con lui. Dicevano che mi stavano ripulendo l'anima. Uno dei due mi apri' le gambe  mentre l'altro mi si mise con la faccia dentro al mio sesso e lo sentivo succhiare e mordermi il clitoride. Quella lingua schifosa e larga .

" Sei bagnata eh, ti piace farci cadere nella tua carne eh ? ... "

Poi il terzo gli passò un bastone , si allontanò e mentre il suo amico mi legava le cosce alle caviglie ...

Mi penetrarono con quel coso e non potevo farci  niente luridi bastardi, NIENTE!!

La ruota , ricordo la ruota a cui mi avevano legata , uno mi penetrava davanti e uno ...

Guardavo il mio seno sotto la doccia di casa e me li rivedevo addosso, legata ai polsi a penzoloni mentre mi succhiavano e morsicavano i capezzoli .
No. Non serviva la polizia, li avrei sodomizzati io con le mie mani finché non ci avessi visto lo stesso sangue che avevo visto uscire da me.

Donato non lo rividi ne' mi scrisse più. Quella cavolo di infermiera era sicuramente una della loro setta.
" Non ti ricordi niente Monica, è normale" diceva .
Mi ci volle un po' ma tornai padrona del mio corpo, i lividi sparirono come pure i poliziotti e le loro domande al commissariato. Mio marito non mi riusciva più a toccare . Diceva che gli faceva paura come lo guardavo quando tentava di avvicinarsi a me. Comprai un coltello a serramanico . Al lavoro dissi pari pari che non volevo domande ne' sguardi giudicanti o pietosistici o li avrei denunciati a tutti.
Ero feroce e avvelenata e la rabbia era mia amica .

Chiamai a Milano .

Avevo un " amico" particolare lassù' all'epoca delle sfilate : Torre Gerardo . Un ragazzotto  che si occupava di nascondere le tracce delle bravate di certi uomini diciamo " sensibili" : politici o roba simile. Aveva fatto sparire una tizia che li ricattava e aveva agganci ovunque. Gli piacevo all'epoca e mi doveva un favore grosso. Diceva che ci sarebbe sempre stato per me per qualsiasi cosa. Ritrovai l'agenda col suo numero e chiamai.

"  Torre, mi hanno messo nei guai. Ho bisogno di quel favore."

" Monica!! Ok , ok. Non dire niente e chiama a questo numero che ti dico tra un'ora. Ci mettiamo d'accordo e vengo da te."

Di Torre mi potevo fidare. Aveva fatto sniffare talmente tanta coca ad una ragazza che c'era rimasta secca. Io lo avevo coperto all'epoca. Poi si era ripulito. Diceva che per una come me si sarebbe rimesso in carreggiata ma non ne volevo sapere di cose serie e per me era solo amicizia con del sesso.

Dopo un'ora lo richiamai , gli dissi dove incontrarci e finalmente avevo ciò che mi ci voleva: uno più bastardo di loro.

Gli raccontai tutto . Era grigio in volto dalla rabbia. Mi allungò la mano e disse di non avere più pensieri . Sarebbero tutti finiti sotto le mie mani prima di dire addio alla terra. La mia vendetta era solo all'inizio .
Dopo qualche giorno mi richiamo' .

"Monica ,ho controllato tutti i frati . C'è ne sono un paio che corrispondono alla descrizione e quel Donato ... beh era un prete , su questo non ti ha mentito ma è stato fatto allontanare dalla sua parrocchia per una storia che ha avuto con una donna poi non confermata. Comunque se n'è andato lui. Ho ficcato cimici in tutta quella cavolo di chiesa fino a dove c'è la mensa in comune. Li ascolterò giorno e notte. In commissariato ho una talpa , mi deve solo far visionare fino a che punto stanno con le indagini. Tu stai neutra . Quando arriveremo a quei 3 mi divertirò anche io con loro, pregheranno eccome ma solo per avvicinare la loro morte."

Odiavo stare ancora sotto accusa. I tipi del paese mi guardavano come se fosse solo una conseguenza dovuta quello che mi era successo.
" Se non fosse andata in quel posto non ... e poi a volte va' vestita così e cosa'... li avrà fatto eccitare lei ..."
Quelle mezze frasi che sentivo ogni volta mi ferivano e mi facevano diventare più forte.
Scrissi a Donato .
Una frase del cazzo ma volevo vedere se centrasse qualcosa visto che era sparito.

" Che felice di risentirti ! Sono contento che tu ti sia ripresa. Dobbiamo parlare , sempre se te la senti. Ho delle cose che .. beh vorrei condividerle con te. Fammi sapere quando sei libera e ci incontriamo. "

Pulivo il mio coltello. Me lo infilai sotto il filo dello slip laterale . Ero pronta.

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