Capitolo 4

862 44 4
                                    

AVVERTENZA SUL CONTENUTO: nel capitolo sono presenti riferimenti a rapporti non consensuali e a stupri. Non viene però descritto nulla.


In un giorno che lei supponeva fosse giovedì, le fecero di nuovo la doccia. Lei fu presa per prima, da sola. Dolohov la guardò spogliarsi di nuovo, la osservò sotto l'acqua. Le ripulì i vestiti e le riconsegnò ogni capo, uno alla volta. Iniziò dalle mutandine.

Sorrise e fece scorrere le dita sul cotone mentre lei era in piedi davanti a lui, gocciolante nel suo asciugamano.

"Goditi questi momenti, Sanguesporco", le disse. "Da domani non avrai più bisogno di mutandine."

Lei non reagì. Incapace di parlare, si concentrò nel diventare inespressiva. Si infilò le mutandine sotto l'asciugamano e si mise a fatica il resto degli indumenti sul corpo ancora bagnato.

Quando la riportarono indietro poi prelevarono cinque ragazze, e successivamente altre cinque, nessuna di loro si lamentò della mancanza di privacy nelle docce. Quindi pensò che fosse una particolare circostanza che riguardava solo lei.

Tra le ragazze si sparse la voce che l'Asta avrebbe avuto luogo quel venerdì sera. Si erano sentiti abbastanza sussurri da poter fare un'ipotesi fondata. Ginny cominciò a camminare per la stanza, cercando di capire quanti più dettagli possibile. Hermione si sedette in un angolo con Luna, mentre la bionda giocava con i suoi capelli, intrecciandoli e sciogliendoli distrattamente.

"Dovremmo riprovare ad attaccare?" Ginny chiese alla stanza. "Non abbiamo la magia, ma abbiamo i numeri. Invece di cinque contro due, potremmo essere cinquanta contro una manciata".

Ci fu un silenzio fitto, e qualcuno disse: "Dopo quello che è successo... con Parvati e Lydia... Io..."

"Io avrei più paura di vivere che di morire, se fossi in te", disse Pansy, fissandosi le unghie.

"Ti stai offrendo volontaria con me, Parkinson?" Chiese Ginny.

Pansy sorrise. "Non faccio volontariato."

Ginny la guardò. "Hermione? Che ne pensi? Non hanno aumentato il numero delle guardie. Sono ancora solo Dolohov e almeno un altro. La prossima volta che entreranno nella stanza, potremmo... Non lo so..." Ginny lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.

Ginny la fissò, speranzosa, eccitata. Hermione ricambiò lo sguardo.

Ginny aveva fatto la doccia in privato da cinque giorni. Non aveva visto Lydia Baxter morire dissanguata davanti a lei. Non aveva ascoltato le urla di Luna. Non aveva sentito il calore della mano di Dolohov tra le sue gambe, non aveva sentito il suo alito fetido mentre parlava sottovoce di ciò che voleva fare al suo corpo.

Ginny aveva una voce.

Ed era fantastico che volesse ancora usarla. Davvero. Ma Hermione aveva già problemi a stabilire un contatto visivo con le persone. E conosceva abbastanza lo shock, la sottomissione e la tortura da sapere che non era nello stato d'animo giusto per discuterne in questo momento. Che le persone sarebbero morte, e questo sarebbe rimasto impresso nell'anima di Hermione come una sorta di infezione.

Ginny aspettava una risposta. Tutta la stanza lo stava facendo.

Hermione non aveva ancora la voce. Invece, scrollò le spalle.

Poi, guardò Ginny che la guardava sbattendo le palpebre. Guardò molte delle ragazze più giovani distogliere lo sguardo, con gli occhi umidi. Guardò gli occhi di Pansy restringersi e lo sguardo di Penelope Clearwater abbassarsi.

Luna le prese la mano, intrecciò le dita e mormorò una canzoncina.

"Niente?" Ginny aggrottò le sopracciglia. "Proprio..." scrollò le spalle, imitandola... "Proprio niente?". Lei rise, un suono vuoto. "Merlino, Hermione! Pensa! Esprimi un'opinione! Non è forse quello che sai fare meglio?"

The Auction | Rights & Wrongs Saga [3] | TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora