Capitolo XV - Christian ci prova

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Handsome Hands - Ingrid Michaelson

"Non so cosa fare."
Le parole suonano pesanti nella bocca di Christian, anche dopo aver lasciato i confini delle sue labbra. Abbassa lo sguardo sul suo tramezzino intatto, evitando fermamente lo sguardo deciso di Nunzio. Registra vagamente l'odore di incenso proveniente dalla maglietta nera del ragazzo, mischiato con quello di burro fuso e carne che aleggia nell'aria del pub. Una cameriera passa loro accanto, trasportando un vassoio di birre schiumose. Il brusio del tardo pomeriggio è moderato, un leggero mormorio di voci allegre.
È davvero troppo irritante, cazzo. Quindi Christian si limita a continuare a fissare il suo tramezzino.
"Mh," annuisce Nunzio, contemplativo e serio mentre osserva Christian, le dita intrecciate sul tavolo. Ha da tempo finito il suo pasto – è il mangiatore più veloce che Christian abbia mai incontrato – e ora ha preso a ispezionare profondamente Christian come qualcuno che scruta un organismo sconosciuto attraverso il microscopio.
Fa sentire Christian esposto e confuso, quindi mangiucchia un po' della crosta nel suo piatto, i muscoli del viso tesi e immobili.
"Alex è agitato ultimamente," mormora con serenità, senza battere ciglio. Christian si sposta sulla sua sedia, cercando di rimanere impassibile. "Penso che ti stia cercando."
"In realtà, uh, sì... sì, mi ha trovato," dice Christian, schiarendosi la voce. "Un po' di tempo fa. Voleva, uh... Abbiamo parlato. Dopo il lavoro."
Con delicatezza, le sopracciglia di Nunzio si sollevano. "È venuto al pub?"
Christian annuisce, rigido. Cazzo, è teso.
Di nuovo, Nunzio annuisce, principalmente a se stesso. "Sì... Sì, credo mi abbia accennato qualcosa del genere. Figo." Un secondo. "Quindi siete a posto adesso?"
Christian scuote la testa. Il tramezzino si fa beffe di lui.
"Mh," mormora Nunzio di nuovo, lo sguardo che si posa da qualche parte in lontananza. Sbatte le palpebre parecchie volte, assemblando apparentemente le parole nella sua testa prima di riportare lo sguardo su Christian, le labbra già dischiuse. "Lo sai, la mamma di Luigi non sa ancora di lui. O di me, ovviamente. È un segreto."
A quello, Christian alza la testa, la sorpresa chiara nel suo tono mentre fissa Nunzio. "Oddio, davvero? Ma non è, tipo, a un passo dal chiederti di sposarlo?" dice con un sorriso gentile, uno che spinge contro la diga di resistenza ora costruita sul viso di Christian.
"Sì, siamo decisamente anime gemelle," annuisce Nunzio, in maniera molto seria. Il suo sguardo è trasparente. "Ma sua mamma non lo sa comunque. Luigi dice che ci rimarrebbe male. Ha bisogno di tempo per abituarsi all'idea. Per immergersi nel cambiamento."
Christian non può far altro che sorridere. Nunzio è sempre così imperturbabile, così serio, così mistico. Fa sentire Christian molto umano e ordinario. Il che, delle volte, è magnifico.
"Lo sa che siete amici?" domanda, sinceramente curioso nonostante il totale cambio di argomento.
Di solito, odia quando la conversazione viene indirizzata lontano da lui, specialmente dopo aver trovato il coraggio di concedere il suo interesse verso un altro. Ma dato che è Nunzio e dato che è importante, prosegue con l'argomento apparentemente random, ascoltando con attenzione mentre spinge via il piatto di cibo – non c'è speranza per il suo appetito. Si è chiaramente arreso.
"Sì," dice Nunzio, gli occhi che ancora penetrano dentro Christian. Le sue labbra sono fluide mentre si muovono, nessuna traccia di domanda o cautela. "L'ho incontrata un paio di volte. È simpatica. Ha davvero dei gioielli fighi."
Christian sbuffa una risata, sfregandosi gli occhi stanchi. È esausto, incapace di dormire perché il suo cervello del cazzo si sta rivoltando contro di lui, tenendolo sempre sveglio per innumerevoli ore.
"Sa che siamo amici e sa che provengo da una buona famiglia, quindi le piaccio, ma probabilmente impazzirebbe se sapesse di noi."
"Cos'avete intenzione di fare, allora?" domanda Christian, le sopracciglia appena inarcate nell'incontrare gli occhi di Nunzio, una mano che tamburella contro il legno grezzo del tavolo, l'altra che stringe un fazzoletto appallottolato. "Se siete 'anime gemelle' o quel che è" – gesticola con la mano del fazzoletto, trattenendosi valorosamente dal roteare gli occhi al cielo – "come avete intenzione di gestire il suo invito al matrimonio? Programmandolo di nascosto? Comportandovi da migliori amici che vivono insieme e che per caso adottano bambini? In un modo molto platonico e virile? Sai, come chiunque altro."
Probabilmente si sta comportando un po' da stronzo. Ma si sente amareggiato, un po' triste, quindi non si scusa e il suo sguardo non vacilla, si limita a mordersi il labbro e sbattere lentamente le palpebre in direzione di Nunzio, che lo sta osservando senza battere ciglio, apparentemente tranquillo.
"Ovvio che no," dice con calma. "Abbiamo intenzione di scegliere il momento giusto per dirglielo. Lo sapremo quando – ci saranno dei segnali."
Ovvio che ci saranno.
"E quando ascolteremo questi segnali e glielo diremo, continueremo da lì. Ma funzionerà, Christian. Funzionerà perché ci amiamo ed eravamo destinati a trovarci." Si appoggia al divanetto, le gambe comode e agiate, comportandosi come se non avesse appena elencato ogni cliché Disney esistente. "Ci teniamo entrambi e abbiamo intenzione di impegnarci in questo progetto, amico. Abbiamo tutti gli strumenti che ci servono per costruire il nostro cammino. Ed è per questo che non ho paura."
Mh. Qualcosa si diffonde attraverso Christian, un vago barlume di apprezzamento e comprensione.
"Non hai paura, uh? Per niente?" domanda lentamente, e i suoi occhi ricadono sul tavolo.
"No."
Christian alza lo sguardo, osservando la tranquillità negli occhi castani di Nunzio, la curva ampia delle sue palpebre.
"Non ho affatto paura. Siamo troppo forti per essere spezzati facilmente."
La frase rimane tra loro, intensa e piena di speranza, e colpisce Christian all'istante, ogni cazzo di parola. L'immagine di Mattia – quella che è sempre a un battito di ciglia, fluttuando nel retro della sua mente – compare all'orizzonte, speranza, speranza,speranza che sboccia come un fiore attorno ai folti boccoli della sua testa.
Potrebbe funzionare.
Il pensiero gli lampeggia attraverso, come un fulmine.
Potrebbe funzionare. Loro potrebbero funzionare.
"Quindi non sai cosa accadrà," dice Christian mentre un flusso di speranza si spande attraverso i polmoni. Sta ancora fissando il tavolo, perso nelle parole che si stanno formando prima che possa anche solo pensarle. "E non sai che effetto avrà su di voi. Ma non hai paura. Perché sai che siete disposti a combattere per questo?"
Al silenzio che segue, Christian alza la testa, il battito più forte di qualche istante prima. Trova Nunzio a scrutarlo da sotto i suoi capelli arruffati, un sorriso sbilenco che si forma lentamente. Annuisce una volta sola, i polpastrelli delle dita ora premuti insieme.
"Sì, amico."
Christian deglutisce.
Merda. Lui è disposto a combattere per Mattia.
Non è esilarante? Christian Stefanelli, il guru autoproclamato del 'non me ne frega un cazzo' è disposto a combattere per qualcosa. Ed è una persona, nientemeno. Un ragazzo. Un giovane ragazzo che a volte fa finta di essere un gattino quando vuole che gli si gratti la schiena o quando temporeggia sui compiti e richiede l'attenzione di Christian. Un ragazzo le cui Converse meticolosamente bianche si sono strappate e macchiate da tutte le camminate notturne con Christian, la cui stanza profuma di cannella a causa delle candele sempre accese, il cui colore preferito è il pesca perché è una specie di rosa ma più delicato.
Christian vuole combattere per lui. Christian vuole tenerlo con sé.
Ma Mattia vorrà lo stesso?
Cazzo.
Chiudendo gli occhi, Christian si strofina le mani sul viso, brusco e implacabile mentre tira alcune ciocche dei suoi capelli. Preme sugli occhi con i palmi, piccoli puntini dorati nel buio dietro le palpebre. Cazzo, è tutto così difficile.
"Lui mi piace, Nu," dice all'improvviso, dal nulla. È debole, triste, persistente. Cazzo, quand'è che Christian è diventato così noioso?
"Lo so."
"Mi piace davvero. E vorrei solo, tipo..." Christian si interrompe, lasciando cadere le mani dal viso mentre i suoi occhi vagano per il pub con lo sguardo perso, cercando le parole giuste. "Vorrei solo che fossimo 'noi'. Tutto qui. Voglio... non lo so. Voglio solo... stare con lui. Solo con lui. E dovrebbe essere semplice, giusto? Non dovrebbe? Cioè, porca puttana, Nu... guardati attorno! Sono tutti con qualcuno. Tu sei con qualcuno. È così semplice per tutti gli altri ma è sempre un fottuto problema per me. Sai quante volte devo cambiare argomento ogni volta che Mattia mi chiede dove vivo? Perché è un gran casino, cazzo. Sono praticamente un senzatetto. Ogni volta che parliamo della sua famiglia, devo evitare di pensare alla mia – perché anche quello è un casino. Persino le mie amicizie sono incasinate – guarda me e Alex. Cazzo, il mio rapporto con Mattia è il più incasinato. Ogni singolo aspetto della mia vita del cazzo è un gran casino mentre tutti gli altri vivono le loro vite ed è così semplice, cazzo. Ma io devo fare i salti mortali, e la sai una cosa? Lo sai qual è la parte migliore? Quella più divertente?
Nunzio sbatte le palpebre, in silenzio, il viso inespressivo.
Allora Christian continua, il collo troppo caldo, gli occhi troppo luminosi. "È colpa mia," ringhia, conficcandosi bruscamente l'indice contro il petto. "È letteralmente tutta farina del mio sacco, Nu. E normalmente darei la colpa a chiunque altro, lo incolperei del fatto che abbia dovuto affrontare un sacco di merda quindi è giusto che io agisca in questa o quella maniera. Ma poi guardo Mattia, cazzo, Mattia, e lui non incolperebbe mai qualcun altro per i suoi problemi. Non lo farebbe mai. Mattia si sta letteralmente spaccando le ossa per riuscire ad entrare in quella cazzo di università per ricchi solo per rendere orgogliosa la sua famiglia. Questo è il motivo. Solo per renderle orgogliose. Ed è tutto così..." Christian si interrompe, scuotendo la testa mentre abbassa di nuovo lo sguardo, premendo il palmo della sua mano contro la fronte. Ci si appoggia pesantemente sopra, il corpo improvvisamente stanco, più stanco di prima. "È tutto un casino del cazzo, Nu. E non ho la più pallida idea di cosa fare." Fa una pausa. "Ma combatterò per lui. Sembra ridicolo, lo so. È stupido. Ma combatterò per lui se necessario. È come hai detto tu – è qualcosa di troppo forte per essere spezzato facilmente."
Quando alla fine trascina nuovamente lo sguardo su Nunzio, trova il ragazzo a sorridere, uno strano luccichio negli occhi che di solito ha solo quando è con Luigi.
"Che c'è?" chiede Christian, lo sguardo truce.
"Siamo fortunati ad aver trovato le nostre anime gemelle alla nostra giovane età," commenta serenamente.
E, oh Cristo.
A quel punto un po' della stanchezza fuoriesce dalle ossa di Christian, sostituita invece da scintille luminose.
"Okay, vacci piano, Speedy. Non montiamoci la testa," brontola, sentendo la sua pelle scaldarsi, ma non si dilunga.
Questo ragazzino. Seriamente.
Il sorriso di Nunzio si trasforma in compostezza mentre sbatte lentamente le palpebre in direzione di Christian. "Se l'universo vuole che stiate insieme, starete insieme."
Christian sbuffa. "Fanculo l'universo. Io voglio che stiamo insieme."
Nunzio sorride a trentadue denti.
Potrebbe essere o meno il motivo per cui Christian arrossisce, realizzando esattamente cos'ha appena detto, cosa ha inteso, perché solitamente non è per niente sincero o sensibile o emotivo, tanto meno per questo genere di cose, quindi è solo... be', è leggermente imbarazzante. Ma è Mattia, okay? È Mattia, quindi è molto diverso dai romanzi rosa o dalle pessime sitcom o dalle relazioni superficiali intrise di dichiarazioni d'amore compensative. Ed è anche sincero. È solo Christian in tutta la sua sincerità.
Quindi perché dovrebbe essere imbarazzato? Non dovrebbe. Non è una cosa seria. Gli piace qualcuno. Vuole stare con lui. È una cosa seria, cazzo.
Tuttavia, le sue guance si infiammano e Nunzio sorride come se avesse appena catturato una perla di saggezza tra le sue mani. Chi se ne frega.
Il resto del pranzo passa in fretta, i silenzi riempiti da Nunzio che parla a lungo di Luigi.
"Dovrei incontrarmi con lui a breve. Vogliamo fumare nella mia stanza e ipotizzare i diversi significati della vita. Lu è molto sveglio, amico. Capisce cose a un livello pratico e fisico pur rimanendo in contatto con le mie idee astratte. Mi ha detto che crede nelle realtà alternative e che il suo alter ego è in una boyband."
A quello, Christian sbuffa in una risata, abbastanza forte da far girare un paio di teste. "Una boyband," ripete in maniera piatta, sollevando un sopracciglio critico.
Ma Nunzio si limita ad annuire in modo solenne. "Già. È incredibile."
"È meglio di niente," Christian mormora sottovoce, ma Nunzio è troppo preso dall'amore per notarlo. "Allora, uh. Hai detto che vi dovete vedere a breve? Dovremmo avviarci? Ti ha scritto?"
"Non so," Nunzio sbatte le palpebre, tornando alla realtà, posando gli occhi su Christian. "Non mi piace usare il telefono. Però so dove incontrarlo."
"Oh, okay," sogghigna Christian, divertito. "Allora andiamo?"
"Sì," concorda Nunzio, e nel tempo in cui Christian finisce la sua bevanda, si è già alzato e avviato verso l'uscita.
Roteando gli occhi al cielo, Christian si infila la giacca, accapigliandosi dietro Nunzio con disappunto (non tutti hanno le gambe da gazzella, grazie). Ficca una mano in tasca, afferra il beanie all'interno e, proprio mentre raggiunge Nunzio, se lo ficca in testa senza pensare. Si chiede che ore siano, sentendo il peso del telefono nei suoi jeans. Mattia probabilmente ha quasi finito il suo colloquio.
"E quello cos'è?" domanda Nunzio improvvisamente, indicando la testa di Christian.
Per un attimo, Christian non ha assolutamente la più pallida idea di cosa stia parlando – fino a che non allunga la mano sul beanie. Ah.
"Un cappello," Christian fa spallucce, cercando di non brontolare mentre prosegue per la sua strada, tirando su il colletto della giacca. C'è un vento pungente oggi.
"Tu non porti cappelli," commenta Nunzio dopo un istante, ma c'è qualcosa nel suo tono. "Dici sempre che ti spettinano i capelli."
"È così."
"Allora perché ne stai indossando uno?"
Be', merda.
Per qualche secondo Christian contempla l'idea di ignorare la domanda, proseguendo lungo la strada fredda. Strizza gli occhi contro il vento, percependo la presenza pesante e curiosa di Nunzio accanto a sé.
Alla fine, sospira, rifiutandosi di lasciare che le sue guance si scaldino alla confessione. "L'ha fatto Mattia," mormora, sperando quasi che Nunzio non abbia, di fatto, sentito questo piccolo dettaglio.
Ma, naturalmente, l'ha sentito eccome.
"Questo è molto importante, Christian," dice con passione, fermandosi per poggiare una mano sulla spalla di Christian e fissandolo negli occhi. "Sono sicuro che lo renda davvero felice il fatto che tu lo indossi."
Oddio.
Le guance di Christian sono decisamente in fiamme. Maledizione.
"Sì, uh. Lo spero," mormora, sentendosi estremamente in imbarazzo mentre si gratta la nuca e cerca di liberarsi dalla presa decisa di Nunzio. "In ogni caso, è caldo e pratico. Quindi lo uso."
Continuano a camminare.
"Lavora a maglia?" domanda Nunzio dopo un attimo.
"Sì," replica Christian e vorrebbe che la sua voce non si fosse addolcita con il divertimento che prova sempre ogni volta che pensa a Mattia e alle sue piccole e ridicole abitudini e interessi e talenti che sono così estremamente rari e unici e stupidi e adorabili. "Sì, lavora a maglia. È bravo, eh?"
Nunzio concorda con ammirazione.
"È grigio. Un bel colore."
Christian sorride con dolcezza, appena visibile. "Sì. Lui ce l'ha rosa."
"Coordinato?"
"Cristo santo, no. Non è coordinato. Che cosa credi che siamo?"
"È coordinato, Christian?"
Segue un breve momento di silenzio, riempito solo dai loro piedi che colpiscono il marciapiede freddo e cosparso di ghiaccio.
"Se è coordinato, è solo per puro caso," soffia Christian alla fine, rifiutandosi di incrociare gli occhi di Nunzio. Ma non ha bisogno di vedere il sorriso sul suo volto per sapere che è lì, pieno e caldo contro l'aria fredda di novembre.
"Vi ha fatto due beanie coordinati," sussurra Nunzio, serio.
Christian arrossisce, rifiutandosi, assolutamente rifiutandosi di sorridere. "Sono sicuro che non l'ha fatto di proposito."
"Penso che sia davvero una cosa bellissima."
E di nuovo cala il silenzio, le labbra di Christian che fremono mentre Nunzio fissa il cielo, vacillando occasionalmente verso il fianco di Christian perché i suoi passi sono lunghi e sta cercando di prendere il suo ritmo. Nunzio è così sensibile.
Ma comunque. Christian non lo contraddice mentre si morde le labbra.

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