Capitolo XVIII - Christian perde

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Behind Blue Eyes - The Who

Christian non ha mai creduto nella felicità.
L'idea gli è sempre sembrata frivola ed eccessiva. La felicità, per lui, significava mantenere uno stato di comfort. Più di quello gli sembrava solo una stronzata. Qualsiasi altra cosa gli sembrava intangibile e sconvolgente, vagamente disgustosa. Qualsiasi altra cosa sembrava lontanissima.
Ma probabilmente era solo perché non sapeva nemmeno che Mattia Zenzola esistesse in mezzo a tutte queste cose.
Non sapeva nemmeno cosa si provasse a chiudere gli occhi e sentire il respiro di qualcun altro danzare ritmicamente sulle sue palpebre. Non sapeva nemmeno cosa si provasse ad addormentarsi con la pelle imbevuta del calore di qualcun altro, o che avrebbe potuto sorridere al semplice suono di un'altra voce, respiro, sospiro. Non sapeva nemmeno che avrebbe potuto vivere e mangiare e respirare assieme ad un altro essere umano che, in qualche modo, avrebbe dato importanza a tutto, avrebbe fatto funzionare tutto. Non sapeva che sarebbe comunque potuto rimanere se stesso pur dando tutto se stesso e non sapeva assolutamente, assolutamente che il suo mondo non era mai stato un mondo prima d'ora e che lui, Christian Stefanelli, sarebbe potuto essere felice.
Non aveva mai saputo cosa si stesse perdendo.
Ma adesso che lo sa? Ora che ha Mattia, avvolto nel suo corpo e nella sua testa e nel suo spirito? Ora che sa cosa si provi a trasportare aria nel petto e luce negli occhi al posto di tutto quel piombo, del cemento, delle notti silenziose... Ora che lo sa, non pensa che potrebbe mai tornare indietro.
C'è Mattia adesso, ci sarà sempre Mattia.
E Christian Stefanelli è felice.
"Perché mi stai fissando?" chiede Mattia, le labbra piegate in una smorfia curiosa e imbarazzata mentre osserva con un sguardo confuso e di giada il viso di Christian. Le pieghe da sonno sulle sue guance sono accentuate dalle luci del mattino, i suoi capelli arruffati e caotici, sparsi sul cuscino. Le caviglie sono premute tra quelle di Christian, la pelle calda e liscia. Mattia è così bello.
"Perché," bisbiglia Christian, la voce mattutina gracchiante mentre sfiora la fronte di Mattia con le mani sgraziate dal sonno, spostando delle ciocche vagabonde. Le lenzuola frusciano con il movimento. "Non riesco a smettere di guardarti."
Le parole suonano confuse e piene di elio, fluttuando sempre più in alto perché Christian si sente ubriaco anche se si è appena svegliato. Non sa cosa significhino, solo che suonano giuste.
Mattia capisce, però. Sorride contro il cuscino e capisce mentre un rossore si spande sul collo, mentre le sue mani cingono i fianchi di Christian.
Non vuole mai più un altro paio di mani su di sé. Non vuole che nessuno lo tocchi più, non vuole sentire palmi che non siano di Mattia, non vuole pelle d'oca che non sia data da Mattia. È solo Mattia, sarà sempre e solo Mattia.
"Non voglio che smetti di guardarmi," mormora Mattia, la voce così profonda mentre avvicina sempre di più il suo viso sorridente e arrossito. Il suo respiro sa di gesso e a Christian non potrebbe fregargliene di meno mentre allaccia le dita tra suoi capelli. "Anch'io sono fissato con te, Chri. Tutto il resto non conta."
Suona così giovane e impertinente ed egoista. Christian lo ama. È quel tipo di frase fatta apposta per lui.
"Tutto il resto non conta," annuisce, tirandosi Mattia più vicino, connettendo le loro labbra.
Hanno ancora due giorni di tutto questo – solo loro. Solo loro, la loro pelle, i loro occhi assonnati e le mani che si sfiorano, e una casa che possono fingere sia loro prima che Giulia e Carola tornino. Ancora due giorni interi.
Christian è così felice; è felice.
"Ti amo," sospira Mattia contro la sua bocca socchiusa e Christian approva nella sua gola, facendoli rotolare e sentendo le lenzuola attorcigliarsi attorno a loro, assicurandoli al letto.
Ancora due giorni. E tutto il resto non conta.

**

"Lo sai che mancano solo due giorni all'annuncio della Brenton, vero?"
Christian deglutisce, strofinando il boccale opaco tra le sue mani dal suo posto dietro il bancone, le parole di Nunzio che lo raggiungono a malapena sopra il brusio del pub. Sente comunque il suo sguardo su di lui, nascosto dietro ai suoi capelli e a strati di patchouli. Da qualche parte nelle vicinanze, Luigi sta giocando a freccette con un quarantenne scozzese in tuta da lavoro.
È passata più di una settimana dal giorno in cui Christian e Mattia sono stati a letto insieme, dal giorno in cui Christian ha troncato con Alex, dal giorno in cui ha trovato finalmente la felicità. Da quel momento, è stato troppo occupato dalla sensazione della pelle di Mattia contro la sua per collegarsi al mondo esterno, per concentrarsi sulla realtà o sui dettagli di qualsiasi cosa. A parte lo stare qui al pub, da Stan, o a casa di Mattia, Christian non è davvero andato da nessuna parte, visto nessuno, o fatto granché. È stato tutto tranquillo e semplice. Spontaneo. Bello.
Il che probabilmente è il motivo per cui Nunzio ha insistito a portare qui Luigi stasera, in un messaggio striminzito che diceva solo, 'Mi manchi e stiamo venendo a trovarti'.
E ora eccoli qui. E le cose sembrano già un po' meno semplici.
Christian rimane comunque impassibile alle parole di Nunzio. Ora è felice – ha Mattia, sono innamorati, e tutto è più meraviglioso di quanto Christian avrebbe mai osato sperare. Non ha parlato o sentito Alex dalla notte in cui ha chiuso con lui. È tutto perfetto. Non deve più avere paura.
Si limita allora ad osservare Nunzio in modo sereno. "Sì? E allora?" Appoggia il bicchiere, afferrandone un altro. "Non ha più niente a che fare con me."
Ma Nunzio continua a fissarlo, le mani sul bancone. "E se Mattia venisse preso?"
Scrolla le spalle. "Allora ci inventeremo qualcosa," risponde semplicemente. "Dio solo sa quanti pochi legami abbia in questo posto. Andrò con lui. Ne abbiamo parlato. Non siamo preoccupati né niente."
Ed è la verità; ne hanno parlato, hanno discusso sulle diverse alternative. Hanno discusso sul futuro – qualcosa che una volta sarebbe stato impossibile. Ora, sembra improvvisamente inevitabile.
Christian sorride tra sé al pensiero.
"Va bene," Nunzio annuisce, senza distogliere lo sguardo. Fa una pausa. "E Ale?"
La presa sul bicchiere si stringe per un attimo. "Ale cosa?"
"Cosa farà se non lo prendono?" domanda lentamente, le parole vellutate e la voce bassa.
La testa di Christian scatta verso l'alto, il suo sguardo duro come marmo graffiato, la mascella rigida. "Non è un mio cazzo di problema, no?" sente se stesso scattare, accompagnato da un afflusso di sangue alla testa.
Alex non c'è più adesso, Alex non è importante. Christian è felice e Alex non è più importante.
Potrebbe anche non esistere.
Nunzio rimane in silenzio, le labbra contratte. "Non se la sta passando bene, Chri," mormora dopo un attimo, osservando ancora con attenzione i movimenti di Christian mentre ritorna al bicchiere tra le sue mani, il calore ad accumularsi alla base della sua gola. "Sono preoccupato. Temo che abbia perso se stesso."
Christian sbuffa. "Tanto per cominciare, lo ha mai trovato?"
E a quello, Nunzio si acciglia, le labbra a piegarsi aspramente verso il basso, sposando la simmetria del suo volto felino. "È mio fratello, Chri," dice lentamente, le sopracciglia unite. "Sono preoccupato per lui. Gli voglio bene e posso dirti che c'è qualcosa che non va."
Ma Christian si limita a continuare a lucidare il bicchiere, la mascella serrata.
"Credo che dovresti chiarire con lui." Le parole di Nunzio sono calme. "O almeno provarci. Gli farebbe piacere. Credo che ne abbia bisogno."
Ma la frase ha a malapena lasciato le sue labbra prima che Christian scuota la testa. "Assolutamente no. Scordatelo."
Perché no, Alex non ha più importanza. Christian è felice, maledizione.
"Perché?"
"Ho detto di no, Nu," scatta Christian di nuovo e Nunzio si acciglia ancora di più mentre qualcosa di torbido comincia a stabilirsi nell'aria tra loro.
Il che, merda. Deve darsi una calmata. Non c'è bisogno di comportarsi così, di attaccare Nunzio, tra tutti. Cristo. Andrà tutto bene – deve ricordare a se stesso che è tutto a posto, che non c'è più niente di cui preoccuparsi.
È solo che... Sembra tutto così... giusto? È giusto, sì. È una sensazione meravigliosa, perfetta, addirittura. Christian non si è mai sentito così prima d'ora, non si è mai sentito libero e capace e felice e semplice in questa vita prima d'ora. Non gli manca Alex, non gli manca la vita legata a quel ragazzo, ed è così... Christian è protettivo, okay? È protettivo nei confronti della propria felicità, di Mattia, della felicità di Mattia... è protettivo nei loro confronti. Perché, nonostante il fatto che tutto questo casino sia finalmente concluso, la sua relazione con Mattia sembra ancora... precaria, in qualche modo. Sembra ancora intrappolata tra le ragnatele. Come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Come un vaso delicato appoggiato sul bordo di un alto scaffale, che rischia di cadere e frantumarsi sul pavimento ai suoi piedi.
Perché, nonostante tutto al momento sembri così meraviglioso, non riesce ancora a non avere paura – più di ogni altra cosa in tutto il fottuto pianeta – che tutto potrebbe ancora essergli strappato via.
Non può succedere. Non può. Non succederà.
Quindi evita gli occhi di Nunzio mentre lavora, imponendosi di calmarsi mentre butta giù i suoi pensieri paranoici e il veleno.
"Okay," borbotta il suddetto alla fine, scivolando giù dallo sgabello, la maglietta psichedelica a pendergli dalle clavicole. Christian segue i movimenti di sbieco, al momento troppo in imbarazzo per incrociare il suo sguardo. "Come ti pare. Ma non la stai gestendo nel modo giusto. Sono felice che la relazione tra te e Mattia stia funzionando... ma non stai facendo la cosa più saggia, Chri. Non in questo momento."
Non aggiunge nient'altro mentre si allontana per raggiungere Luigi. Christian sospira nell'attimo in cui se ne va, lanciando lo straccio sul bancone con più forza di quella strettamente necessaria, sentendo all'improvviso l'intero corpo inspiegabilmente teso, la pelle tirata sulle ossa.
Mancano solo due giorni alla proclamazione. Andrà tutto bene. Non ha nessun motivo di preoccuparsi. È tutto perfetto. Rimarrà perfetto.
Andrà tutto bene.
Tutto.
Recupera lo straccio e comincia a lucidare un altro boccale.

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