CAPITOLO 22

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Lo so, potevano farlo anche a casa, ma non ho avuto proprio idee per questo capitolo. Quindi accontentatevi, almeno ho aggiornato.

Pov's Sara
"Cazzo!" urlo frustrata.
Se vi state chiedendo, perché? Beh è semplice la cosa. È dà tipo un mezz'ora è più che cerco di alzarmi in piedi, ma ogni volta che ci provo le mie gambe cedono. E l'unico problema a questo fatto, ha un solo nome. Aleksander.
Sbuffo imprecando di nuovo è mi butto per l'ennesima volta sul letto. Mi metto a fissare il soffito e cerco di non pensare al fatto che sto morendo di fame. Mi distrae dai miei pensieri la porta della camera che si apre. Giro il viso verso essa, vedendo il sottoscritto appoggiato allo stipite della porta intento a guardarmi. Il mio viso si fa irritato è lui lo nota. Inizia ad avvicinarsi a me.
"Bimba, che c'è che non va?"
Lo guardo male. In un'attimo mi ritrovo lui sopra che mi tiene i polsi sopra la testa.
"Non guardarmi in questo modo ragazzina è dimmi che cazzo ti prende." dice ad un centimetro dal mio viso.
Questa avvicinanza mi fa uno strano effetto, come sempre, ma cerco di nascondere questa cos.
"Se ti togli ti faccio vedere cosa c'è che non va." sussurro, cercando di tenere la mia voce ferma, invano, per via delle sue labbra così vicine alle mie. Mi guarda un'ultima volta le labbra, prima di alzarsi è guardarmi con le braccia incrociate. Faccio un respiro sapendo già la sua reazione.
Mi alzo dal letto e le mie gambe cedono subito è cado per terra. Mi giro a guardarlo male appena scoppia a ridere.
"Non è divertente!"
"Oh, si che lo è bimba. Avresti dovuto vedere la tua faccia."
Contraggo la mascella guardandolo più male di prima. Smette di ridere e sul suo volto si forma un sorrisetto.
"Alzati." ordina.
Lo guardo con la bocca leggermente aperta.
"Cosa?"
"Hai sentito, non lo ripeterò per tre volte. Alzati."
Non ci credo, che stronzo cazzo.
Faccio pressione sulle mani è mi tiro su alzandomi da terra, ma ricado di nuovo ed essendo nuda, cosa che è anche imbarazzante, il mio di dietro vuole morire per le botte prese. Ridacchia di nuovo per poi smettere appena lo guardo di nuovo male.
"Potresti smetterla di ridere è aiutarmi?" domando irritata.
Ghigna.
"Nah, sei troppo divertente per non ridere. È poi stai così per merito mio, perché mai dovrei aiutarti?"
Lo guardo senza sapere cosa dire, ma dal mio viso può benissimo vedere l'odio che provo per lui in questo momento.
Sbuffo dopo pochi minuti, appena vedo che non si muove dalla posizione di prima.
"Daii..Per favore, aiutami!" mi lamento come una bambina.
Non riesco a decifrare la sua espressione, ma ora mi guarda in modo strano mentre si morde il labbro, è i miei occhi non riescono a non scendere proprio là.
Si lecca le labbra per poi avvicinarsi a me è guardarmi dall'alto, mentre io sto con lo sguardo basso. Per farvi capire il perché..Beh, ho praticamente il suo membro attaccato al mio viso.
"Guardami."
Che palle! Alzo lentamente lo sguardo allontanando di poco il viso dai suoi jeans. Mi guarda sorridendo malizioso.
"Per quanto non mi dispiaccia affatto vederti così, ho troppe cose da fare." si abbassa alla mia altezza.
Mi sposta di lato i capelli. Al suo tocco il mio corpo rabbrividisce. Ghigna.
"Pregami è ti aiuto."
Lo guardo negli occhi.
"Ti prego Daddy, aiutami ad alzarmi." dico innocentemente, facendo il labruccio. La sua espressione cambia ancora.
"Cazzo, possono aspettare." capisco cosa intende, soltanto quando mi prende in braccio è mi butta sul letto, per poi mettersi sopra di me. Sto per aprire bocca, ma le sue labbra si appoggiano sulle mie.
"Sta zitta."
Non me lo faccio ripetere due volte. Passa le mani sui miei fianchi nudi e sulla mia coscia, arrivando alla mia intimità. Sussulto appena infila un dito dentro di me. Inizio a gemere con le labbra sulle sue. Nè infila un'altro facendomi inarcare la schiena. Inizia a baciarmi il collo è a morderlo in modo rude.
"Ti piace?" mi sussurra all'orecchio.
"Mmm.." annuisco.
Infila il terzo dito aumentando la velocità.
"Non ho sentito, bimba. Ti piace?"
"S-Si Daddy." ansimo.
Scende a baciarmi i seni, andando a stuzzicare i miei capezzoli. Arriva con i baci al mio ventre, dove senza aspettare altro, si lancia sulla mia intimità cominciando a leccare è succhiare il mio clitoride. Metto le mani nei suoi capelli e gli spingo la testa più giù. Chiudo gli occhi gemendo è portando la testa all'indietro. Le mie gambe iniziano a tremare subito dopo.
"Guardami." ordina.
Incastro i miei con i suoi, mentre continuo a gemere con la bocca leggermente aperta.
"Vieni per me, Sara."
Il mio nome detto da lui mi fa eccitare ancora di più, è dopo altre due pompate con le dita vengo contraendomi dal piacere. Mi lecca la vagina andando con la lingua sul mio petto, fermandosi alle mie labbra.
"Il tuo sapore un giorno di questi mi farà morire per quant'è buono." sussurra leccandosi le labbra, per poi alzarsi.
"Prima di stasera fatti una doccia è preparati. Appena torno andiamo da una parte." dice, è prima che potessi dire qualcosa esce di camera.
Sbuffo frustrata, perché deve fare così.
Rimango sdraiata ancora nuda è bagnata sul letto, mentre fisso il soffitto e mi domando dove andremo sta sera, ma se si tratta di Aleksander bisogna aspettarsi di tutto.
Dopo pochi secondi mi alzo mettendomi seduta sul letto. Faccio un respiro e mi alzo in piedi. Le gambe tremano ancora un pò, ma fortunatamente ora riesco a camminare, anche se devo tenermi alla parete. Entro in bagno e mi lavo soltanto sotto, la doccia me la faccio dopo. Finito vado nella cabina armadio e indosso l'intimo è una maglietta nera che mi sta grande di Aleksander. Scendo poi sotto e vado in cucina a mangiare qualcosa, per poi buttarmi sul divano è continuare una serie che avevo cominciato l'altra volta: 'Dark.'
Skip time..
Per tutto il giorno sono rimasta sul divano a guardare la serie, tanto che lo finita. Ora sono in doccia mentre Aleksander non è ancora tornato. Dopo mezz'ora esco da essa è avvolgo l'asciugamano intorno al mio corpo. Vado nella cabina armadio è frugo un pò nei vestiti. Dopo pochi secondi opto per..

INNAMORATA DEL MIO 'PADRONE'[Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora