_capitolo due_

182 24 42
                                    

Shoto's pov.

"Hisa, santo cielo, che vuoi a quest'ora?" misi una mano sul viso e feci un respiro profondo, cercando di evitare di dimostrare quanto la sua presenza non fosse gradita, dopo di che prestai la mia attenzione verso di lei. "Ma come amore? non sei contento di vedermi?" si coricò sul divano rosso di pelle accanto la scrivania e alzò appena il vestito per far intravedere le sue gambe, come ogni volta il suo intento era solo uno, portarmi a letto e vantarsene con le sue amiche. "Sono le 19:30, e ho passato l'intera giornata a fare colloqui su colloqui, diciamo che in questo momento odio il genere umano più che mai, quindi no, non sono contento di vederti" alla fine cedetti, e dissi esattamente quello che pensavo su di lei in quel momento. Spensi il computer, aprì il cassetto sotto la scrivania per prendere le chiavi della macchina e guardai per qualche secondo l'unico fascicolo degno del mio interesse. "Senti Hisa" mi alzai dalla sedia e sistemai la giacca del vestito che indossavo, "Prima alla ragazza di prima hai detto che è ovunque, cosa volevi dire? la conosci?" mi avvicinai al piccolo tavolino, vicino al divano, dove tenevo sempre una bottiglia di liquore e dei bicchierini, la sentì sbuffare e iniziò a giocherellare con i suoi capelli, cosa che faceva ogni qual volta non volesse parlare di qualcosa.

"Si, oggi ha fatto il colloquio anche da me, di una noia mortale, non faceva altro che parlare, pensa che voleva darmi consigli su come migliorare l'immagine del mio brand" ridacchiò in modo saccente, perchè secondo lei nessuna è alla sua altezza, nessuna è come lei, nessuna è degna di essere paragonata alla famosa Hisa, "innanzitutto dovrebbe migliorare la sua di immagine e poi magari potrà essere degna di rivolgermi la parola, ah e poi" si mise a sedere, con le gambe incrociate e le mani sulle ginocchia, ed io mi girai verso di lei "mi ha risposto anche male, cioè mi ha detto che preferirebbe lavare le scale piuttosto che lavorare per me" scansò la sua lunga chioma dalle spalle e mi guardò scocciata, io onestamente ridacchiai, cercai di non incontrare il suo sguardo perchè probabilmente mi avrebbe disintegrato con esso.

"Scusami? stai per caso sorridendo perchè cenerentola in questione mi ha risposto male?" alzò un sopracciglio e mi squadrò dalla testa ai piedi, io annuì, con ancora un sorriso sulle labbra e sorseggiai il mio Wiskey, "beh si sa no? cenerentola fu l'unica in grado di tenere testa alla regina cattiva" le feci l'occhiolino e poggiai il mio bicchiere, ormai vuoto, sul tavolino. Da una parte amavo questi "stuzzicamenti" tra me e lei, il nostro rapporto si basava sempre e solo su battibecchi, frecciatine e contatto fisico finalizzato solo sul puro sesso, e infatti come ogni qual volta venisse a trovarmi in ufficio nel tardo pomeriggio, finimmo per fare sesso su quel divanetto del mio ufficio. Ma niente di più c'era effettivamente tra di noi, poche volte dormimmo insieme e quelle poche volte furono nottate insonni, preferisco stare da solo una volta tornato a casa, perchè già lì la situazione non è delle migliori in più sapere di essere sotto i riflettori perchè una ragazza è nella mia stanza, anche no.

Dopo che lei si rivestì e mi salutò con un bacio, rimasi ancora un po' nel mio ufficio, l'idea di tornare a casa per cena con tutta la mia famiglia mi faceva venire la nausea, se non fosse per mia sorella Fuyumi me ne sarei già andato da lì, ma lei desidera una famiglia unita, e soprattutto da quando la mamma è morta è ancora più protettiva verso tutti noi, anche nei confronti del mio ripugnante padre. Altro che la madre di cenerentola, lui è peggio.

"A proposito di cenerentola..." dissi tra me e me, mi alzai dal divano, mi riabbottonai la camicia, sistemai i pantaloni e presi di nuovo quel fascicolo tra le mani, mi sedetti sulla mia sedia girevole e mi voltai per osservare la bellezza di Tokyo di sera per qualche minuto... pensando attentamente alla conversazione di prima con quella ragazza, e soprattutto all'idea che non si è fatta mettere i piedi in testa da una come Hisa. Interessante.

Momo's pov. 

"Sono a casa" dissi poggiando le chiavi sul tavolino accanto alla porta di ingresso, tolsi la giacca, le scarpe, poggiai la borsa per terra e mi diressi verso la sala e mi illuminai subito quando vidi le pizze, le patatine, la birra e due delle mie persone preferite sedute al tavolo ad aspettarmi. "Amici miei" mi avvicinai ad entrambi e li strinsi forte a me, Denki ricambiò l'abbraccio, Jirou invece cercava di scansarmi. Ma non perchè non mi volesse bene, ma non amava troppo contatto fisico e in più si faceva abbracciare solo da noi due, ma a piccole dosi. "Abbiamo preso una porzione di patatine solo per te, sappiamo quanto tu sia avida con le patatine" Jirou mi fece la linguaccia e dopo aver ricambiato il gesto andai a lavarmi le mani, dopodiché mi sedetti e brindammo tutti e tre con le nostre birre a basso costo. 

ti stavo aspettando || todomomoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora