_capitolo tre_

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"Yaoyorozu, vieni qua" mi alzai dalla sedia della mia scrivania non appena sentì pronunciare il mio cognome dall'ufficio di Shoto.

 Passò una settimana da quando iniziai a lavorare qua e finora andava tutto bene, Shoto mi mandava di qua e di là per sbrigare i suoi impicci, ma niente di impossibile, ho anche assistito ad una riunione, ma vidi solo Shoto e Natsu, degli altri due fratelli e del padre nessuna traccia, l'unica volta che vidi Dabi, o meglio Touya, fu il giorno del colloquio, ho sentito parlare dell'esistenza di una sorella, Fuyumi, e vabè il padre lo conoscono tutti a Tokyo ma ancora non ero riuscita a vederlo neanche una volta. Shoto è un ragazzo molto freddo e enigmatico, ma non mi tratta male né si rivolge con me in modo arrogante, tranne qualche volta che fa emergere una parte di sé a mio parere finta, ma semplicemente cerca di mantenere le distanze con tutti, come per difesa personale. Fortunatamente la sua ragazza neanche l'avevo vista più, ecco perchè tutto procedeva bene. 

"Mi hai chiamata?" aprì di più la porta e mi affacciai, lui mi fece cenno con la testa di entrare, "chiudi la porta" feci come mi disse e poi mi misi davanti alla sua scrivania e aprì la mia agenda per segnarmi le cose che volesse dirmi, lui tolse i suoi occhiali da vista che indossava mentre stava al computer e toccò delicatamente la sua cicatrice strizzando appena gli occhi, "Senti Yaoyorozu" alzai gli occhi al cielo, lui aggrottò le sopracciglia "qualcosa da dire?" sorrisi spontaneamente e misi la ciocca di capelli che lasciavo cadere dalla mia coda alta dietro l'orecchio, "Shoto, è da una settimana che ti ripeto di chiamarmi Momo, capisco che tu non voglia aprirti con nessuno, però ti prego il mio nome è anche più semplice" fece un mezzo sorrisetto e si rilassò sulla sedia portando indietro la schiena, "Okay Momo, senti oggi ho una visita in una clinica privata, di solito il mio medico viene qua in sede ma oggi ha l'agenda piena ed io non posso rimandare, quindi dovresti venire con me", controllai l'agenda per verificare eventuali suoi impegni lavorativi ma effettivamente per quel giorno non aveva in programma nessuna riunione e non aspettava nessuno in ufficio.

"Certo, non ci sono problemi, vado ad avvisare tuo fratello Natsu che ci assenteremo per...un'oretta?" lui annuì come per darmi conferma del mio dubbio sulla tempistica ed io appuntai questo unico impegno. "D'accordo, vado subito, non voglio farti fare tardi" uscì subito dall'ufficio e mi diressi in quello di Natsu. Bussai due volte e dopo aver sentito un "entra pure" aprì la porta, mi affacciai e anche lui mi fece cenno di entrare, entrambi i fratelli agivano in ugual modo, le stesse espressioni e mosse, solo che Natsu, rispetto a Shoto, è un po' più dolce e flessibile. 

Non appena entrai vidi Dabi seduto su una poltroncina nella stanza intento a sorseggiare del liquore, come un vero Todoroki. L'ufficio di Natsu non era molto diversa da quella del fratello, cambiava solo la vista e la luce, questo ufficio era più illuminato. Gli feci un cenno con la testa come per salutarlo e lui alzò il bicchiere per ricambiare il saluto ma fu molto freddo e non accennò a nessuna emozione. "Scusa Natsu se vi disturbo, volevo solo dirti che io e Shoto ci assentiamo per un'ora" neanche il tempo di finire la frase che sentì Dabi alzarsi e venire verso di me "E dove vuole portarti il mio piccolo e dolce fratellino? non lo sai che è fidanzato? sei una ragazza cattiva allora" si mise dietro di me e sentì il suo viso quasi vicino al mio collo quindi considerata la differenza di altezza supposi che si fosse chinato apposta, d'istinto mi spostai di lato per distanziarmi e prestai tutta la mia attenzione verso di lui guardandolo male, "Innanzitutto non oltrepassiamo i limiti e non mi stare così vicino, seconda cosa..." guardai Natsu il quale fulminò suo fratello con lo sguardo, come per dire di darsi un minimo di contegno "accompagno Shoto per una sua visita medica, non so di cosa si tratti, non mi sono permessa di impicciarmi troppo, quindi per il tempo che ci assenteremo eventuali impegni di Shoto improvvisi li dovrai gestire tu. Ora se permettete..." riguardai Dabi con sguardo di disapprovazione, per fargli intendere di non fare neanche un passo verso di me "Devo andare", Dabi mi prese per un polso nel momento in cui lo sorpassai ma prima che io potessi reagire venne subito  chiamato all'ordine da Natsu "Dabi, finiscila" tolse la presa ed io uscì immediatamente da quell'ufficio. Senza voltarmi, senza guardarli.

ti stavo aspettando || todomomoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora