_capitolo ventidue_

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Bip...bip...bip...

Cos'è questo rumore fastidioso?

Bip...bip...bip...

Rimbombava nella mia testa quel dannato bip in modo intermittente, l'odore di disinfettante mi fece venire un senso di nausea persistente, un dolore lancinante alla testa mi fece provare un brivido lungo tutto il corpo...il mio corpo che sentivo pesante, immobile, non mio. Volevo aprire gli occhi, ma mi sentivo stanca, distrutta. Altri suoni e rumori bombardavano le mie orecchie ma non riuscivo a distinguere chi e cosa fossero. Volevo svegliarmi, dovevo svegliarmi...volevo? davvero? volevo tornare e affrontare tutto quanto? magari potrei stare in questo limbo ancora per un po'...

Ancora per un po'...

Ma quel "un po'" durò veramente poco, poiché il dolore in tutto il corpo alla fine mi fece svegliare, mi fece tornare effettivamente in vita. Sbattei le palpebre più e più volte a causa del fastidio causato dalla luce bianca a led sopra al mio letto di ospedale, quelle pareti bianche e quell'odore non fecero intendere altro se non una stanza di un ospedale. Provai dolore ovunque, alla testa, all'addome, alla gamba, ogni parte di me che fu ferita. Volevo emettere un qualunque suono, ma non riuscì ad aprire bocca, girai lentamente la testa verso destra in modo tale da guardarmi intorno, per cercare di capirci qualcosa.

Trovai poco più in là su un divanetto blu una figura esile intenta a leggere un libro, era la mia Jirou. Era così presa da quel libro che non si accorse del cambio di bip del macchinario che registrava i miei parametri vitali, mi venne da sorridere, ma lo feci mentalmente, il mio corpo ancora non rispondeva ai miei comandi. Cercai di muovermi, di fare un qualsiasi tipo di rumore affinché lei mi sentisse, l'unica cosa che riuscì a fare fu un piccolo colpo di tosse. Girò immediatamente il viso verso di me, gettò il libro per terra e si catapultò verso di me con un sorriso così luminoso che quasi assomigliò ai led della stanza.

"Momo...Momina mia bella, sei sveglia, finalmente" si mise accanto a me e iniziò ad accarezzarmi i capelli e sperai che potesse farlo ancora per un po', ma dopo avermi dato un piccolo bacio sulla fronte corse fuori la stanza urlando qualcosa come "si è svegliata, presto, che qualcuno la controlli", chissà da quanto tempo ero rinchiusa nel mio corpo senza avere la capacità di prendere in mano la mia vita che forse stava scivolando via. Ma ero qua, ero sveglia, e dovevo riprendermi, per me, per tutti.

Dopo qualche secondo due infermiere e un medico si precipitarono verso di me e iniziarono a controllare i miei parametri vitali, la reattività dei miei occhi, i riflessi del mio corpo, rispondevo bene ma ancora non mi ero ripresa. "Signorina Yaoyorozu finalmente ha abbandonato le braccia di Morfeo", l'uomo davanti alla mia visuale, di mezz'età con un dolce sorriso, mi guardò e cercò di sdrammatizzare il fatto che fino a qualche minuto fa io fossi ancora in coma. "Adesso le abbassiamo i sedativi e gli antidolorifici, in modo tale da farla riprendere, adesso che è sveglia deve essere lei a darsi sostegno, okay? passerò ogni ora per vedere come sta", mi diede una piccola carezza sulla spalla e mi lasciò con le due infermiere che si premurarono di sistemarmi e darmi una rinfrescata.

"G-Grazie" riuscì a dire solo quello, le due donne mi sorrisero dolcemente dicendomi di non sforzarmi, di riposarmi, ma del riposo ne avevo abbastanza, chissà quanto io avessi dormito. Jirou rimase al mio fianco per tutto il tempo, aiutò le due donne a darmi una sistemata in modo tale che poi potessimo rimanere solo noi, aveva voglia di chiacchierare ed io di ascoltarla, volevo sentirmi di nuovo io.

"Lo so che ti stai chiedendo da quanto tu sia qua" sorrise appena sedendosi accanto a me su uno sgabello e prese la mia mano delicatamente considerato l'ago della flebo alla quale ero collegata per idratare il mio corpo, "tre settimane...sono passate tre lunghissime settimane da quando Iida ti...ha sparato" i suoi occhi si riempirono di lacrime ma fu in grado di scacciarle via senza neanche versarne una, "ti sono venuti a trovare tutti, anche Kirishima e Bakugo, ogni giorno passano di qua per farti visita, ed è Bakugo stesso a proporlo al Rosso lo sai? ti vogliono bene, io e Denki figurati non ci muoviamo da qua" ridacchiò abbassando lo sguardo verso la mia mano, "in realtà faccio i turni con Shoto, neanche lui si è mosso da qua, passiamo da casa solo per lavarci e mangiare qualcosa, altrimenti siamo sempre al tuo fianco".

ti stavo aspettando || todomomoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora