𝕽𝖔𝖘𝖊𝖑𝖎𝖆

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Nonostante la situazione al confine non sembrava essere migliorata, a palazzo i festeggiamenti per il matrimonio imminente stavano continuando. Sembrava che nessuno in quella bolla felice avesse anche solamente sentito parlare dei nuovi attacchi. Forse ne erano veramente all'oscuro, o forse non gliene importava nulla. Finché loro fossero stati al sicuro ad Elthane, al centro di Virdania, non avrebbero avuto nulla di cui preoccuparsi. Era sicuramente questo che stavano pensando.
In un certo senso, avevano ragione: il palazzo sarebbe stato l'ultimo posto ad essere attacco e il Re non avrebbe mai lasciato che i suoi ospiti, ma sopratutto sé stesso, rischiassero la vita. Era per questo che alcuni dei migliori guerrieri di Sinpong e dei migliori Sapienti di Virdania erano stati richiamati dal fronte, in via del tutto speciale, per prestare assistenza e protezione al Re, a palazzo.
«Stasera devi assolutamente ballare con il Principe Dracyan! È la cosa più romantica che possa mai capitare, non sei d'accordo? Sarete entrambi elegantissimi, con abiti raffinati, l'orchestra suonerà una canzone speciale per voi e tutti vi guarderanno. Che romantico! Quanto vorrei essere te!» stava cinguettando Lady Cheryl mentre girava per la stanza, senza un vero scopo se non quello di irritare involontariamente Roselia.
Le domestiche le stavano preparando per il ballo e, siccome il suo vestito non era così complicato come quello della Principessa, era già tutta agghindata e pronta per festeggiare. Roselia, tuttavia, stava ancora indossando solamente la sua sottoveste, mentre una delle ragazze cercava di capire come infilarle al meglio l'abito senza rovinarlo.
«Anche tu dovresti ballare con qualcuno, Lady Cheryl. Non puoi passare la serata in disparte.» Stava cercando di sviare il discorso, di allontanarlo dall'argomento "Principe".
Erano passati tre giorni, la scadenza che si era data per decidere se smascherare l'inganno della Principessa Wren o se assecondare il suo gioco. All'inizio non avrebbe voluto avere niente a che fare con lei, ma ormai le era divenuto chiaro quanto i suoi piani avessero bisogno di quel maledetto matrimonio.
Se qualche giorno prima avrebbe fatto di tutto pur di non sposarsi, - teoricamente parlando, perché non avrebbe mai avuto il coraggio di agire sul serio - ora non poteva far altro che ammettere di desiderare quell'unione.
Doveva far capire a suo padre che anche lei era in grado di prendersi cura del suo popolo, di trovare un modo per mettere tutti in salvo dalla guerra, di aiutare l'esercito a vincere quello scontro. Per farlo doveva portare a termine il suo piano. Senza Dracyan avrebbe dovuto lavorare il doppio del previsto, ma il matrimonio le avrebbe fatto comodo. Era un modo per... coprirsi le spalle, ecco. In caso il piano fosse andato a rotoli. Cosa che non sarebbe successa, ma gli aiuti da parte di Sinpong sarebbero stati utili in ogni caso.
Quindi avrebbe continuato con quella farsa. In fondo, non era cambiato molto per lei: fingere di amare Dracyan, fingere di amare Wren, erano la stessa identica cosa. Non era quello che la preoccupava. Quello che la preoccupava era che qualcuno le avrebbe potute scoprire ed era per questo che non voleva assolutamente entrare in argomento Dracyan, con nessuno, anche se sapeva che era alquanto impossibile.
«Hai completamente ragione! A tal proposito, pensavo di chiedere a quel giovane amico del Principe, il signor Elijah, di poter ballare con me! Non credi che formeremo una coppia coi fiocchi? I due migliore amici dei futuri sposi! Sembra proprio la trama di un libro romantico! Riesci a crederci?» chiese, la voce trapelante di emozioni. Era un miscuglio di felicità, esaltazione, speranza e tantissime altre cose che a Roselia facevano venire un gran mal di testa.
Per quello che le importava, avrebbe potuto ballare con chiunque, finché avesse scelto con criterio, e quell'uomo sicuramente non si confaceva alla personalità della sua dama.
«Sei sicura che sia un buon partito? Sembra alquanto... grezzo» mormorò. Non sapeva nemmeno lei perché lo stesse dicendo. Settimane prima non avrebbe nemmeno fatto caso a queste cose, non si sarebbe mai intromessa negli intrighi amorosi di Lady Cheryl, non vi avrebbe mai mostrato alcun interesse, figurarsi cercare di darle dei consigli. Le parole, tuttavia, erano uscite dalla sua bocca prima che lei potesse farci qualcosa.
La ragazza corrugò le sopracciglia, per un attimo pensierosa. «Forse lo è, ma è il fascino degli stranieri! Non credi?» Sul suo volto c'era nuovamente stampato un sorriso.
Roselia scosse la testa. Quella ragazza era irrecuperabile.
La domestica, nel frattempo, era riuscita a districare l'abito e ora stava aiutando Roselia ad entrarvici. Era un largo abito da ballo, con una gonna di tulle e un corpetto stretto intorno al suo petto. Le maniche erano due piccoli pezzi di stoffa semi-trasparente che si adagiavano dolcemente sulle braccia, all'altezza del suo seno. Il tutto era ricoperto di piccoli fiorellini ricamati in filo dorato e perline che sotto la luce delle candela rilasciavano milioni di piccoli riflessi colorati. Due piccoli fili delle stesse perle giravano intorno alle sue spalle, poco sopra le maniche, scendendo in piccoli intrecci sulla schiena scoperta. I capelli le erano stati legati sulla testa, in una morbida acconciatura piena di boccoli, per lasciar vedere a tutti quello spettacolo di oreficeria. Anche i suoi guanti erano stati decorati con fiori e perle, per essere abbinati all'abito.
«Sei davvero bellissima!» esclamò Lady Cheryl, una volta che la preparazione fu completata. Sembrava su di giri, con un grande sorriso sulle labbra ad accenderle il volto. La stava squadrando dall'alto al basso, non in maniera scettica, ma con gli occhi di chi stava osservando il più prezioso gioiellò del mondo. «Sono sicura che il Principe Dracyan rimarrà estasiato alla tua vista!»
Roselia si guardò allo specchio davanti a lei. In effetti, le sarte avevano fatto un ottimo lavoro. Non aveva mai indossato un abito così sfarzoso ed elaborato.
Un piccolo accenno di rossore si fece largo sulle sue guance.
Si sentiva bellissima, anche se non avrebbe dovuto.
Uno strano moto di eccitazione si stava facendo largo in lei, ma lo spense subito. Non c'era nessuno motivo di essere emozionata per una serata in cui avrebbe solamente dovuto pretendere di essere innamorata. Non c'era nessuno ad aspettarla, pronto a dirle che era bellissima, e a pensarlo veramente. Non c'era nessuno.

Of Venom and Thorns ~ SAPPHIC Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora