𝓦𝓻𝓮𝓷

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La cena fu servita in una lunga stanza bianca e dorata. Un tavolo ingioiellato con tovaglie e centrotavola ricchi di fiori si trovava al centro, sopra un tappeto verdognolo. Una parete si affacciava con finestre alte fino al soffitto su una balconata che dava sui giardini sottostanti. La parete opposta era invece occupata da un immenso arrazzo raffigurante una qualche giornata di caccia, con uomini a cavallo e prede senza vita in mano ai cacciatori.
Gli invitati erano già in parte seduti, in parte stavano ancora prendendo posto nelle loro sedie assegnategli. Dovevano esserci più di cento persone. Mentre camminava fra di loro Wren fece del suo meglio per salutare tutti e cercare di carpire qualche nome, di qua e di la, come le lezioni di galateo le avevano insegnato. Non sarebbe mai riuscita a ricordarsi nomi e titoli di chiunque si trovasse in quella sala quella sera, ma almeno avrebbe dato una buona prima impressione.
A Wren era stato riservato il posto alla destra del Re, il quale era seduto a capotavola, dal lato opposto, proprio davanti a lei, c'era Roselia, di fianco aveva un uomo dall'aria severa e impassibile. Il Re lo aveva presentato come Lord Xavient e, grazie ai suoi estenuanti studi, Wren sapeva che si trattava di un commerciante molto abile il quale importava i marmi delle cave di Virdania in tutto il mondo conosciuto, perfino ad Oltre Oceano.
Wren ringraziò silenziosamente chiunque avesse deciso quella disposizione di posti, perché il Re e Lord Xavient sembravano così presi dalla loro conversazione sui profitti annui del marmo e di quanto avrebbero potuto farlo incrementare con l'aiuto delle nuove nozze che nessuno osò interromperli per attirare l'attenzione del Principe Dracyan. Lei si limitò ad ascoltare i due, girando la testa da una parte all'altra, annuendo ogni tanto o facendo piccoli sorrisi quando il Re cercava di fare battute sulla vita coniugale.
Dall'altra parte del tavolo, fra una portata e l'altra, Roselia conversava placidamente con la ragazza che le sedeva affianco. Era una giovane che poteva avere pochi anni in meno alla Principessa, la stessa pelle scura, ma i capelli di un marrone ricco e profondo. I suoi occhi sembravano gentili e la bocca sempre aperta in un sorriso, qualsiasi cosa le dicesse la Principessa.
Furono serviti antipasti, primi e secondi. Piccole fette di pane con creme ai formaggi e fiori dal sapore acido, zuppe di gamberi e cavolfiori, sidro di mele, carne di manzo avvolta in larghe foglie di un albero che Wren non aveva mai sentito nominare. Erano tutti piatti tipici, appartenenti alla tradizione di Virdania e Wren non aveva mai assaggiato nulla del genere. Per prima cosa non aveva mai nemmeno lontanamente pensato di poter mangiare dei veri e propri fiori, eppure su ogni piatto c'era almeno qualche petalo e tutti sembravano gustarli con piacere. In effetti avevano un sapore delicato, ma allo stesso tempo che donava quel qualcosa in più alla pietanza sotto la sua forchetta. Inoltre, mangiare con forchetta e coltello le dava ancora qualche problema, ma sperava di camuffare tutto al meglio mangiando il più velocemente possibile. In fondo, dopo un lungo viaggio, ci si aspetta che avesse un grande appetito, non è vero?
Tutta la serata sembrava andare a gonfie vele. Wren era felice e con la pancia piena. Si stava ricordando che cucchiaio doveva usare per mangiare la zuppa, che bicchiere doveva usare per il sidro, come piegare il tovagliolo sulle gambe. Stava iniziando a pensare che, forse, non sarebbe andata così male come aveva pensato. Forse era tagliata per la parte del Principe silenzioso. Forse nessuno l'avrebbe scoperta.
Poi arrivò il dolce.
Era una torta ripiena di crema di arance e limoni, con un piccolo strato di cioccolata amara e una crosta super croccante, tutto sormontato da piccoli fiori giallognoli. L'aspetto era delizioso, ma prima che chiunque potesse prendere in mano la forchetta da dolce, il Re si alzò in piede, calice e forchetta alla mano. Fece tintinnare la posata contro il vetro, attirando l'attenzione di tutta la sala.
«Prima che il nostro pasto si concludi,» esordì, «mi piacerebbe ringraziare tutti voi per la vostra presenza e per tutto quello che avete fatto e state facendo per il nostro popolo e il futuro matrimonio. Penso che anche il Principe Dracyan terrebbe molto a dire qualche parola riguardo l'unione con la nostra cara Roselia, quindi perché non lasciare la parola a lui?»
Tutte le teste, tutti gli occhi, andarono dritti verso di lei, ansiosi di sapere quello che aveva da dire.
Forse aveva gioito un po' troppo presto.
Si alzò, lisciandosi i pantaloni, ma lo fece un po' troppo in fretta e senza pensare alla sedia otto di lei. Così anch'essa si alzò, cadendo all'indietro in un tonfo pesante. Subito un valletto fu pronto a raccoglierla e a rimetterla al suo posto, ma ormai Wren avrebbe voluto sotterrarsi.
Fantastico, davvero fantastico. Proprio la prima impressione che avevo bisogno di fare su tutta questa gente.
Qualche risolino si fece strada tra le persone. Roselia la squadrò con uno sguardo inceneritore. Il Re sembrava solamente perplesso.
«Scusate, l'emozione...» cercò di dire, ma dagli occhi spalancati del Re e della Principessa capì subito che non era la cosa giusta da fare. Per fortuna nessuno fatta eccezione per chi le stava accanto sembrava averla sentita.
Tentò di schiarirsi la gola, più volte, cercando le parole giuste.
«Sono davvero onorato che la Principessa Roselia abbia accettato la mia proposta di matrimonio» disse infine.
Il Re sorrise, annuendo soddisfatto e spronandola a continuare.
«Devo... ritenermi un uomo davvero... fortunato. Così fortunato da poter unire i nostri popoli sotto un'unica stirpe e da poter sposare una donna così virtuosa come è Roselia.»
Si guardò attorno, le parole che si impastavano nella sua bocca sembravano non fare alcun senso alle sue orecchie, ma gli invitati parvero abbastanza soddisfatti di quel piccolo discorso.
«Ora immagino sia arrivato il momento di mangiare questo dolce dall'aria ottima. Complimenti agli chef che hanno cucinato per noi questa sera!» concluse, con un po' troppa enfasi nella voce e sedendosi al suo posto.
Davanti a lei Roselia alzò lentamente un sopracciglio, ma lo abbassò quasi subito, non appena si accorse dello sguardo di Wren su di lei. Poi girò la testa verso la sua compagna, tornando a parlare di qualsiasi cosa stessero discutendo prima di quel patetico intermezzo.
Anche il resto della tavolata sembrava essere tornato ai discorsi precedenti o ai piatti che avevano davanti.
Wren passò il resto della serata con un grosso nodo in gola, senza nemmeno riuscire a finire il suo dolce.

Of Venom and Thorns ~ SAPPHIC Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora