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Le ore passano velocemente per mia fortuna e ciò significa solo una cosa, che è arrivato l'ora dell'interrogatorio da parte di Davide che appena tutti escono non perde tempo per buttarsi sopra il mio banco curioso.
<<Voglio.sapere.tutto>>sospiro posando le mie cose nello zaino.
<<Non c'è niente da dire, ero con Cristian>> dico chiudendo lo ziano per poi alzare le spalle spostando il mio sguardo al suo che mi guarda con la bocca spalancata.
<<Che ci facevi con Cristian a quest'ora?>> Chiede curioso, Sbuffo.
<<È venuto a casa mia, abbiamo fatto colazione poi abbiamo avuto una specie di momento intimo dove beh, mi voleva scopare nel tavolo,ma l'ho respinto e si è comportato da stronzo.
Poi mi ha chiesto scusa e mi ha portato al lago dove abbiamo dato da mangiare alle papere.
Una mi ha seguito e mi sono buttata sopra a Cristian e stavamo per baciarci quando...> Mi blocco quando inizia a gridare.
Gli tappo la bocca.
<<Zitto, zitto, ci sentiranno>>dico guardandomi attorno, annuisce così gli levo le mani dalla sua bocca facendolo tornare a respirare.
<<Vi siete baciati?>>
<<Quasi, ma mi ha chiamato mia madre a cui ho detto che ho trovato forse il ragazzo che tanto desidera accanto a me>> mi guarda per poi scoppiare a ridere.
Alzo un sopracciglio.
<<Wow>> wow? A me viene da piangere e lui l'unica cosa che riesce a dire è wow?
<<Ridi ridi, tanto nei guai sarò io quando non porterò nessun ragazzo lí>> dico scuotendo la testa.
Smette di ridere.
<<Perché non lo chiedi a Cristian di fingere di essere il tuo ragazzo?>> Alzo un sopracciglio.
<Cosa? No, non accetterà>>
<<Chiediglielo, secondo me lo farà.
Ti ha portato a guardare le papere>> dice per poi finire ridendo, gli dò una gomitata.
<Smettila, mi ha portato lì come porta tutti>> mi tocca il braccio.
<<Mi dispiace, amo>>sospiro.
<<Andiamo>> annuisce ed esce seguito da me.
Quando Davide mi riporta a casa gli chiedo di salire, ma lui mi dice che sta per montare il suo turno al Max, un ristorante dove fa il cameriere.
Poi sono salita su e mi sono messa la mia tuta da ginnastica per poi andare a correre.
Dopo aver corso per tre kilometri decido di fermarmi a prendere frappè.
Fragola e panna con sopra le scaglie di cioccolato e un biscottino.
Quando lo pago mi siedo in uno dei tavolini fuori il negozio cercando di dimenticare tutto quanto.
Mi sembra di riuscirci quando...
<<Sai che ingrasserai con quello>>dice l'ultima persona che speravo di trovare, alzo lo sguardo e vedo Cristian con accanto Alison che ha il polso pieno di buste.
<<EIII>> dice venendomi ad abbracciare quando mi vede, sorrido e ricambio l'abbraccio.
<<Come stai?>> Chiedo sorridendo.
<<Bene bene, tu?>> Chiede accarezzandomi il braccio.
Guardo Cristian che ci guarda confuso, sicuramente si starà chiedendo come ci conosciamo.
Riporto lo sguardo su Alison.
<<Potrebbe andare meglio>> mi guarda preoccupata e la stessa cosa fa Cristian che mi guarda con un sopracciglio alzato.
<<Stai bene? Che ci fai qui?>> Mi chiede avvicinandosi, lo evito.
<<Che fai stasera?>> Alzo le spalle.
<<Stasera c'è una festa, vieni con noi>> dice sorridendo.
<<COSA?>>urliamo sia io che Cristian guardando Alison che annuisce.
<<Dai, vieni>> ci penso un po' mentre vedo Cristian dietro di lei che mi mima un no con le labbra, chiudo gli occhi a fessura per poi dire
<<Ok, a che ora?>> Alison inizia a saltellare eccitata mentre Cristian sbuffa tirandosi i capelli indietro.
<<Ci vediamo a casa mia alle 17:00>>dice digitando il suo numero sul mio telefono registrandosi, annuisco.
<<Via ******* numero 8>> annuisco, non so bene dove sia, ma c'è Google Maps, deve servire pur a qualcosa, no?
<<Emily, devo parlarti>> dice all'improvviso Cristian guardandomi con una espressione severa.
Metto le braccia conserte.
<<Io non voglio parlare con te>> ammetto, no dopo stamattina, sbuffa e si avvicina e cogliendomi alla sprovvista mi prende in braccio.
Spalanco gli occhi sorpresa mentre dalla mia bocca esce un urlo.
<<Stai zitta>> si lamenta dandomi una sculacciata, non ci credo.
<<NON TOCCARMI BRUTTO STRONZO>> urlo fregandomene delle persone che ci guardano accigliate mentre Alison ci guarda divertita.
Perché non mi aiuta?
Quando mi porta lontano da tutti gli sguardi curiosi mi lascia andare.
Finalmente, stavo per vomitare.
<<Mi spieghi perché mi hai portato qui e mi hai reso ridicola davanti a tutti?>> Urlo arrabbiata.
Sorride.
<<Tu ti sei resa ridicola gridando, non io>> lo guardo male.
<<Che cosa vuoi da me Cristian?>>dico esasperata, ritorna serio e fa un passo indietro mettendosi le mani nelle tasche dei jeans.
<<Non puoi venire a casa nostra?>> Alzo un sopracciglio.
<<È questo chi lo dice? Mi ha invitato Alison>> dico facendo un passo verso di lui, indietreggia.
Perché si allontana da me?
Si schiarisce la voce e dice
<<Adesso tu vai da Alison e le dirai che hai da fare, che ti dispiace, ma non verrai>> chi pensa di essere per dirmi quello che devo fare?
<<Perché?>>chiedo confusa.
<<Perché non ti voglio intorno a me, alla mia vita e ad Alison>> la sua dichiarazione mi fa intreteggiare quando dentro di me sento come se il cuore si fosse fermato per un momento.
<<Perché non ti voglio intorno a me>>peggio di una coltellata.
Mi guarda pensando di averla avuta vinta, ma io sorrido.
Un sorriso così forzato che penso che la mia mascella avrà qualche problema da ora in poi.
<<Io non vengo per te, ma per Alison.
Vuole essere mia amica e anch'io...
Se a te non ti sta bene non mi importa, Alison è grande e vaccina, può anche scegliersi le amiche che vuole e adesso se non ti dispiace devo andare>> dico, lo sto superando quando la sua presa sul mio braccio mi blocca.
Non mi giro a guardarlo, ma sento che si sta avvicinando a me dal respiro che sento sul mio collo.
Deluitisco a fatica cercando di nascondere l'effetto che fa al mio corpo mentre lui mi sussurra all'orecchio
<<Vai ad abbuffarti con quelle schifezze piene di grasso?>> Non rispondo.
<<Ingrasserai e diventerai un gomitolo>> i miei occhi si riempiono piene di lacrime.
Tasto dolente, stronzo.
Muovo il braccio liberandomi della sua presa per poi girarmi verso di lui che appena vede le lacrime che rigano il mio volto sussulta ed indietreggia.
Come ho fatto a fidarmi di lui?
Come ho fatto a farlo avvicinare?
Come ho fatto a farmi abbindolare?
Come ho potuto permettergli di farmi del male?
La Emily che conosco non si farebbe mettere i piedi in testa da nessuno, ma con lui...è tutto diverso.
Sto per vomitare.
Deve aver capito che ha esagerato perché fa un passo avanti dicendo
<<Emily>> butto giù un gruppetto di saliva che tratteneva i singhiozzi per poi dire
<<Vaffanculo Cristian, vaffanculo>> mi giro e me ne vado correndo allontanandomi il più possibile da lui.
Per tutto il tragitto non ho fatto altro che piangere.
Quando sono arrivata a casa mi sono spogliata e mi sono messa sotto la doccia dove ho aperto lo sciacquone lasciando che l'acqua nascondesse le mie lacrime.
Ha ragione Cristian.
Faccio schifo.
Dopo aver finito la doccia che è durata più di un ora e mezza sono uscita e senza asciugarmi mi sono diretta verso lo specchio.
I capelli sono tutti spettinati, gli occhi rossi dal pianto e le labbra viola.
Mi tocco la piccola pancia e le enormi cosce.
Ho sempre avuto problemi di peso, da quando sono nata.
Prima non mi importa, pesavo 76 kg, ma quando a scuola hanno iniziato a prendermi in giro ho iniziato a mangiare di meno.
Sono arrivata a 66 kg, ma per loro non andavo bene ugualmente così ho smesso proprio di mangiare.
2 anni fa sono arrivata a pesare 34 kg, ero tutta ossa, non riuscivo nemmeno a camminare, ma almeno in quel modo non dovevo sopportare i giudizi delle persone.
Un giorno sono svenuta e stavo morendo se non fosse arrivato Davide che mi ha portato subito in ospedale, erano tutti preoccupati per me, ma erano anche molto arrabbiati.
Da quel giorno mangio, ma non sempre, se mangio la sera non mangio la mattina e viceversa.
Ora sono arrivata a un peso... discreto.
Peso 56 kg e ogni settimana vado dalla psicologa, a quanto pare questa settimana dovrò raccontargli anche di Cristian e beh...di quello che mi ha detto.
Quando mi sono vestita e asciugata i capelli mangio una insalata e bevo una camomilla per poi iniziare a studiare un po'.
Quando si fanno le 16:30 smetto, mi alzo e prendo un pantalone e una maglietta che metto dentro la borsa per poi prendere soldi, le chiavi, un termos pieno di camomilla e i documenti.
Alle 17:04 sono arrivata, davanti mi trovo una casa che da fuori non sembra niente male, spero non ci sia Cristian.
Scendo dalla macchina mordendomi il labbro per poi avvicinarmi alla casa.
Suono il campanello e dopo diversi minuti la porta si spalanca rivelando una signora di media età, con i capelli biondi e con gli occhi verdi che indossa un pantalone blu come le ballerine e un maglioncino bianco.
<<Si?>> Dice guardandomi, non riesco a parlare, nonostante i colori i lineamenti sono uguali a quelli di Cristian.
<<Stai bene?>> Mi chiede toccandomi il braccio, sussulto facendo un passo indietro per poi annuire.
<<Io...cerco Alison, sono una sua amica>> dico, sul volto della signora affaccia un sorriso a trentadue denti.
<<Vieni, accomodati.
Io sono Amelia, sua madre>> dice quando mi fa accomodare, sorrido e dico
<< Io sono Emily, è un piacere conoscerla, signora>> Amelia scoppia a ridere.
<<Oh no tesoro, chiamami Amelia>> annuisco sorridendo.
<<Posso offrirti un caffè? Un bicchiere d'acqua?>> Scuoto la testa.
<<Sono apposto, grazie>> annuisce e mi fa accomodare nel divano mentre lei chiama Alison.
Mi guarda attorno e questa casa non è per niente come mi aspettavo, mi aspettavo le pareti rossi e spazzatura ovunque invece le pareti sono bianche e molto fini, la casa è pulitissima e i mobili, sono stupendi.
<<Come vi conoscete tu e Alison?>> Mi chiede sedendosi nella poltrona difronte a me.
<<Lei è la mia professoressa o meglio l'aiutante del mio professore>> annuisce.
<<Questa casa è molto bella>> dico all'improvviso, alla signora brillano gli occhi.
<<Ti piace veramente?>> Annuisco, sta per dire altro quando la porta si spalanca rivelando Cristian che appena mi vede rotea gli occhi.
<<Tesoro, ben tornato a casa>> dice Amelia andandoci incontro prima di abbracciarlo.
<<A proposito, lei è Emily, un'amica di Alison>> dice indicandomi, mi alzo, ma non dico nulla.
<<Ci conosciamo>> esce dalla sua bocca, Amelia alza un sopracciglio guardando prima me e poi suo figlio.
Sicuramente si starà chiedendo come.
<<Si?>> Lui annuisce mentre io continuo a restare in silenzio.
<<Quindi siete amici?>>
<<Si>>
<<No>> rispondiamo contemporanea tutte e due, Amelia ci guarda confusa, ma prima che potesse dire qualcos'altro la voce di Alison si dispande in tutta la stanza.
<<EMILY, SEI ARRIVATA>>dice venendomi ad abbracciare, sorrido stringendola.
<<Vedo che hai conosciuto mia madre e beh, Cristian già lo conosci>> purtroppo avrei voluto aggiungere, ma mi limito ad annuire.
<<Dai, saliamo sopra>> annuisco e la sto seguendo quando sento Amelia chiamarmi, mi giro verso di lei che sorridendo dice
<<Rimani qui a cena?>>
<<In realtà...>> Dico, ma vengo interrotta da Cristian che dice
<<No>>
<<Invece si, mamma mangiamo e poi andiamo a una festa>> Amelia annuisce e va in un'altra stanza mentre io e Alison saliamo su.
Quando arriviamo davanti a una porta bianca con la scritta Alison a lettere cubitali mi prende per mano aprendo la porta conducendomi dentro.
Quando entro rimango a bocca aperta, la stanza è bellissima.
<<Ti piace?>> Mi chiede sorridendo, annuisco.
<<È bellissima>> sorride per poi buttarsi nel letto seguita da me ridendo.

Ciao a tutti, ecco un nuovo capitolo.
Ammetto che è abbastanza lungo, ma ero molto espirata, se fosse per me allungherei ancora di più, ma tutto al suo tempo.
Vi sta piacendo il libro?
Adesso mi metto a scrivere l'altro che vi informo adesso uscirà domani.
Se vi va e se vi è piaciuto questo capitolo mettete mi piace🥰.

Una fottutissima settimanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora