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Dopo non so quanto smettiamo di giocare, mi guardo attorno e mi rendo conto che c'è più gente rispetto a ore fa.
Prendo il telefono dalla tasca e spalanco gli occhi quando mi accorgo che sono le 3:30 di mattina.
È meglio ritornare a casa.
<<Sono stanca>>ammetto, tutti si girano a guardarmi.
<<Bene, andiamo allora>> dice Cristian, annuisco e sto per seguirlo quando una mano mi blocca, so già chi è.
<<Lasciami>> ringhio levando la sua presa dal mio polso.
<<No, tu vieni con me.
È una serata che devo scoparti, adesso è giunto il momento>> spalanco gli occhi, cosa ha detto?
<<Era questo il tuo obbiettivo, portarmi a letto?>> Spalanca le braccia.
<<Beccato, devo pure godere un po'>> un conto di vomito si impossessa di me ripensando a tutto quello che è successo, alle sue mani su di me, alla sua bocca appoggia sulla mia, io che mi struscio su di lui.
Non resistendo più vomito l'anima sopra le sue scarpe.
<<MERDA>> urla per poi andarsene lasciandomi lì.
Alison mi dice che va a prendere un po' d'acqua mentre Cristian (che si è avvicinato) mi tiene i capelli.
Che situazione imbarazzante.
Due volte mi ha visto vomitare nell'arco di due settimane.
<<Quanto hai bevuto?>> Mi chiede, alzo le spalle.
È importante?
<<Sei stata una stupida a fidarti di quello, dovrei lasciarti violentare>> bip bip bip.
Tutto in torno a me si blocca.
La musica.
Le persone che ballano.
Il vomito.
Il mio cuore, tutto.
Non posso credere l'abbia detto.
Mi giro verso di lui con le lacrime agli occhi che rigano il mio volto a fiumi,il sorrido gli muore nelle labbra, ma prima che potesse dire qualcosa gli tiro uno schiaffo.
Porca...che male.
Vedo Alison (che ci ha raggiunto) guardarci a bocca aperta, ma non gli dò importanza, prendo il bicchiere e glielo tiro addosso a Cristian per poi dargli una spallata andandome.
Come ha potuto dire una cosa del genere?
Non me lo meritavo.
Arrivata fuori mi trovo davanti Meson, anche lui adesso no.
Gli passo accanto con l'intenzione di andarmene, ma lui mi blocca.
Perché non mi lascia in pace?
<<Leva quelle mani da sopra di me>> dico a denti stretti.
<<Emily, scusami, io...>> Gli tiro una schiaffo che gli fa fare un passo indietro.
<<Sei un porco>> dico prima di andarmene correndo.
Abbastanza lontano dalla festa mi fermo cercando di prendere aria per poi chiamare Davide.
Primo squillo.
Secondo squillo.
Terz-
<<Pronto?>>mi asciugo le lacrime.
<<Davide, sono io... Emily>> sento un rumore.
<<Emily, che succede?>>
<<Io...ho bisogno di tornare a casa>> dico, sono lontana da casa mia e non so come arrivargli.
<Mi dispiace amo, ma mi si è rotta la macchina>> borbotto sottovoce, perché tutto a me?
<<Se vuoi...>>scuoto la testa.
<<tranquillo, me la caverò>>
<<Sicura?>>
<<Si>> mentiii.
Senti diversi sospiri dall'alto lato del telefono per poi sentire
<<Che è successo?>> Scuoto la testa.
<<Non ho voglia di parlarne, scusami, ci sentiamo domani>> senza dargli tempo di aggiungere altro attacco per poi spegnere il telefono continuando a camminare.
Oddio, ma dove sono finita?
Mi guardo attorno trovandomi in una strada vuota se non fosse per qualche ragazzo di qua e di là.
Come torno a casa?
Voglio andare a casa.
<<Hai bisogno di aiuto?>>rimbalzo sul posto prima di girarmi trovandomi davanti un ragazzo tatuato, occhi castani e capelli rossi.
<<Io...>> si, ho bisogno di aiuto, ma non so se fidarmi dopo stasera.
<<Non ti ho mai visto da queste parti>> continua il ragazzo guardandomi, non dico nulla.
<<Non hai una bella cera>>PURE QUESTO?
Accorgendosi della mia ira fa un passo indietro alzando le mani.
<<Scusami, non intendevo dire...>>
<<Non importa, hai ragione>> dico interrompendolo per poi sedermi a terra esausta.
Il ragazzo mi guarda con un sopracciglio alzato per poi seguirmi sedendosi accanto a me.
Mi levo i tacchi, oddio, finalmente.
<<Non ami i tacchi?>> Scuoto la testa, sorride.
<<Mi sono sempre chiesta come fate a camminarci>>sorrido.
<<Anch'io>> ammetto.
<<Che ci fa una ragazza così bella in mezzo a questo schifo?>> Dice guardandosi attorno, me lo chiedo anch'io, ma aspettate un secondo, ha detto che sono bella?
<<Che c'è?>> Chiede sorridendo, è così carino, alzo le spalle.
<<Non sono bella>> mi guarda per poi scoppiare a ridere, perché ride?
<<E chi l'ha detto questa stronzata?>>dice cercando di soffocare una risata.
<<Tutti, io, i ragazzi con cui sono stata stasera...>>mi guarda per poi scuotere la testa.
<<Beh, non è così>> dice sorridendo portandomi un ciuffo dei capelli dietro la testa, sorrido.
<<Vorrei fosse così>>
<<Vorrei che avessi i miei occhi per guardarti come ti sto guardando io>> wow, sorrido abbassando lo sguardo in modo da non mettere in mostra il rossore in volto.
<<Sei arrossita, che carina>> sento le guance andarmi a fuoco.
<<Dai, smettila>> dico dandogli una spallata scherzosa facendolo ridere, lo guardo per poi ridere anch'io.
<<Adesso ragazza bellissima, mi dici come ti chiami?>> Lo farei volentieri, ma dopo stasera... scuoto la testa.
<<Come...eddai...e io come farò a dormire stasera?>> Rido scuotendo la testa seguito da lui.
<<Quindi,almeno mi dici perché sei qui?>> Smetto di ridere e ritornando seria prendo un respiro profondo per poi dire
<<Sono andata a una festa a cui nemmeno volevo partecipare>>
<<E allora perché ci sei andata?>> Mi chiede.
<<Perché ero con una mia amica e suo fratello stronzo, ma alla festa ci siamo perse.
Lì ho conosciuto un ragazzo la cui la sua unica intenzione era scoparmi.
Fortunatamente è apparso il fratello della mia amica, ma...>> Mi blocco per il senso di vomito che si impossessa di me.
Non devo, non posso vomitare anche davanti a lui.
<<Tieni>> mi chiede passandomi una bottiglia d'acqua, lo ringrazio sorridendo per poi aprirla bevendone un sorso.
<<Va meglio?>> Annuisco.
<<Lui...mi ha detto che era meglio se mi violentavano>> la voce mi si inclina per le lacrime che trattengo fino a quando il ragazzo mi abbraccia.
Inizialmente mi irrigidisco, ma mi rilasso quando mi sento al sicuro, mi lascio andare a un pianto disperato.
<<Shhh bellezza, quello non era un uomo, era un vigliacco.
Non si dice questo a una donna>>annuisco stringendomi a lui.
Non mi importa se gli sto bagnando il maglioncino bianco, ho bisogno di un abbraccio e per ora intorno c'è solo lui.
Dopo dieci minuti mi stacco e lo ringrazio sorridendo mentre lui mi guarda preoccupato.
<<Sei sicura di stare bene?>> Annuisco.
<<Dove abiti?>>
<< Via ********>> spalanca gli occhi.
<Un'ora di macchina da qui, cazzo bellezza, hai camminato>>annuisco tirando su il naso.
<<Vuoi un passaggio a casa?>> Chiede, lo guardo.
<<Disturbo?>>sorride scuotendo la testa.
<<Qui mi stavo annoiando, stavo andando anch'io a casa>>annuisco così mi metto le scarpe mentre lui mi allunga la mano.
<<Non hai secondi fini, vero?>>chiedo prima di accettarla, scuote la testa.
<<Non lo farei mai con una ragazza indifesa e mezza ubbriaca>> sorrido prendendo la sua mano.
<<Su, forza>> dice quando arriviamo davanti la sua macchina, sta per entrare quando io lo fermo.
<<Scusami per il maglione>> abbassa lo sguardo su di esso per poi scuotere la testa dicendo
<<Tranquilla, era per una buona causa>> sorrido e sto per entrare quando mi blocco dicendo
<<Aspetta>> si blocca.
<<Io sono Emily>> mi guarda per poi annuire dicendo
<<Thomas>> sorrido entrando in macchina.
Quando arriviamo vicino casa la sbronza è passata, il malumore pure, il ricordo di Meson pure e anche le parole di Cristain.
Per tutto il viaggio non ho fatto altro che divertirmi con Thomas, ho scoperto tante cose di lui, ci piace la stessa musica, ha due sorelle piccoline, una di 4 e una di 5 anni, sua madre è morta e suo padre si è dato all'alcol, da quel momento ha dovuto pensarci lui alle sue sorella, lavora, ha 18 anni e andiamo nella stessa scuola.
Adesso siamo in macchina che stiamo entrando nel parcheggio di casa mia cantando a squarciagola le canzoni dei Queen.
Ferma la macchina e prima che possa dire qualcosa sento delle voci, mi giro e mi trovo davanti Cristian e Alison.
<<Che ci fanno loro qui?>>penso prima di scendere dalla macchina seguita da Thomas.
<<TE L'HO DETTO, TU ERI PREOCCUPATA E LEI ERA A FARSI QUESTO>>urla Cristian ad Alison che senza dargli retta mi viene ad abbracciare.
<<Pensavo ti fosse successo qualcosa, ti abbiamo cercato ovunque, eravamo così preoccupati>> sento un nodo allo stomaco pensando che ho fatto stare male Alison infatti ricambio l'abbraccio.
<<Scusami, avevo bisogno di allontarmi da lì>> dico staccandomi, annuisce e guarda Thomas che si guarda attorno con le mani nelle tasche dei jeans.
Alison subito mi tira a sé.
<<Dove hai trovato quel figo?>> Spalanco gli occhi, Thomas è due metri di distanza da noi, potrebbe sentirci.
<<Shhh>> dico premendole la mano in bocca per poi allontanarmi raggiungendo Thomas che lancia un'occhiata a Cristian.
<<È lui il ragazzo che ti ha fatto stare male?>> Annuisco guardando con la coda dell'occhio Cristian che ha per un momento l'espressione dispiaciuta in volto che scompare quando Alison gli lancia un occhiata.
<<Stai bene?>>annuisco.
<<Grazie>> annuisce.
<<Quindi...ci vediamo?>> Lo voglio rivedere? Si, certo, c'era lui quando stavo male per colpa dello stronzo (Cristian).
Senza rispondere gli prendo il telefono dalle mani e gli scrivo il mio numero per poi passarglielo, mi allungo verso di lui mettendomi in punta di piedi lasciandogli un bacio sulla guancia per poi entrare seguita da Alison che saltella felice mentre Cristian guarda Thomas,che è salito in macchina e che se ne sta andando, in modo cagnesco.
<<VOGLIO SAPERE TUTTO>>annuisco ridendo.

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