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<<Ti droghi?>> Gli chiedo balbettando.
Quando sono entrata la prima cosa che ho visto, apparte i vestiti sotto sopra, le sedie stracolme di libri, pezzetti di carta accartocciate e colori, è stata lui appoggiato alla finestra mentre si fuma quella che dovrebbe essere una canna.
Sapevo che si drogava, ma speravo non oggi, non oggi che dobbiamo andare a conoscere la mia famiglia, non a casa dei suoi.
Appena si accorge di me si irrigidisce mentre io lo guardo con lo sguardo spento.
Come faccio a portare un mezzo drogato a casa dei miei?
<<Si>>la sua voce mi arriva in un sussurro così piano che non sono sicura di aver sentito correttamente.
<<I tuoi lo sanno?>>chiedo.
<<Si>>spalanco gli occhi.
<<E non ti dicono niente?>>se i miei mi avessero beccato a fumarmi una canna a casa, mi avrebbero già mandato in un convento.
<<No>>no? Ma stiamo scherzando?
<<Beh, devi smettere>>dico buttando giù un gruppetto di saliva mentre lui scoppia in una fragolosa risata appoggiandosi a un'altra sedia che si trova al centro della stanza in cui perde l'equilibrio, lo guardo pieno di disgusto.
Io a lui non lo porto da nessuna parte.
<<AH SI?>>alza la voce, annuisco.
Solo ora mi accorgo che siamo così vicini da far scontrare quasi le nostre labbra.
Quando si è avvicinato?
<<E CHI CAZZO LO DICE?>>mi urla in piena faccia facendomi sussultare.
IO, io, vorrei rispondergli, ma prima che qualsiasi cosa possa uscirmi dalla bocca ci ripenso.
Io...chi sono io per lui? Nessuno.
Quella confessione fa così tanto male che vorrei soltanto correre il più lontano possibile da qui e disinfettare il mio cuore, ma mi limito solo in indietreggiare con gli occhi pieni di lacrime.
Lui, vedendomi in uno stato pietoso, si tira indietro i capelli prima di posare la canna nel posa cenere.
<<Senti, è meglio che te ne vai>>COSA? Lo guardo a bocca aperta.
<<Mi avevi fatto una promessa>>solo ora sempre ricordarsi perché impreca il signore.
<<Te lo sei dimenticato, vero?>>dico mentre una lacrima riga il mio volto.
<<Io...mi dispiace ok? Dammi 5 minuti, il tempo di riprendermi da questa merda e poi verrò con te>>5 minuti? Ho già perso abbastanza tempo.
<<Se non ero così importante per te basta che me lo dicevi e...>>mi blocca mettendomi una mano sulla bocca facendomi sussultare dalla sorpresa.
Al contatto della sua mano sulla mia bocca vado a fuco.
<<Prima di dire qualche altra cazzata delle tue...vai giù e aspettami>>non riesco a dire niente con lui così vicino così restiamo a guardarci negli occhi tutte e due prima che si allontana.
<<Aspettami giù>>dice un'ultima volta prima di uscire dalla stanza.
Perché mi sono cacciata in questo guaio?
Quando scendo giù, davanti alle scale trovo i bambini di poco fa giocare, ma una di loro quando mi vede si irrigidisce.
Alzo un sopracciglio confusa, solidamente i bambini mi amano, ma lei...
<<Ciao>>dico attirando l'attenzione di loro su di me, appena mi vedono smettono mentre io mi siedo in uno degli scalini dove prendo un giocattolo che giro tra le mani.
<<Posso giocare con voi?>>Elia e Natasha annuiscono, addirittura Natasha batte le mani felice mentre  Ludovica si alza, si gira e se ne va.
Sospiro.
Cosa ho fatto a quella bambina per trattarmi così?
<<Tieni questo>>Natasha mi passa un giocattolo che lo prendo sorridendo.
<<Wow che bello>> dico indicando la sua bambola di pezza che tiene in mano.
<<Si, lei è fissata con le bambole>> dice Elia con un dinosauro in mano ruotando gli occhi prendendosi un occhiataccia da parte di Natasha che mette le mani sui fianchi.
<<Invidioso>>
<<Smettila>>
<<Lo dico alla mamma>>si lamenta Natasha, quindi è vero, sono fratelli.
<<Sono il tuo gemello, non mi puoi condannare>>
<<Invece si>>
<<Invece no>>smetto di ascoltarli bisticciare quando prendo una bambola molto bella, ha i capelli rossi, le labbra chiare e la belle molto chiara.
La rigiro tra le mani quando qualcuno me la leva.
Alzo lo sguardo incontrando gli occhi neri di Cristian che non mi ero nemmeno accorta fosse sceso.
Si sarà fatto una doccia perché gli occhi sono leggermente meno rossi, profuma di caramello e i suoi capelli...cazzo...sento le mutandine bagnarsi.
I suoi capelli sono bagnati e così lucenti che mi fanno quasi venire un'orgasmo.
Devo mordermi il labbro per non gemere.
Lui deve essersi accolto di qualcosa perché sorride facendomi abbassare la testa imbarazzata.
È imbarazzante.
Mi alzo, lui già è alto e con me seduta lo sembra ancora di più.
Pensate che gli arrivo al cavallo dei pantaloni neri seduta.
<<Pronta?>>dice, annuisco.
<<Ciao zio Cristian>>dicono i gemellini, Cristian gli fa un piccolo sorriso scombinando i capelli a Elia che sbuffa.
Zio? Quindi hanno un'altra sorella o un'altro fratello.
Interessante.
Scendo le scale, ma Cristian non mi segue, si guarda attorno.
<<Ludovica?>>il suo tono di voce è strano, è più dolce è preoccupato.
<<È scappata>> dice Natasha salendo in braccio a lui che fa una faccia confusa.
<<Scappata?>>gli chiede, annuisce.
<<Quando ha visto lei>>Elia mi indica.
Lo sguardo di Cristin si punta su di me.
Io non ho fatto nulla.
<<Non so...>>non mi lascia finire.
<<Andiamo>>lascia Natasha a terra prima di venire verso di me dove mi prende per il braccio spingendomi verso l'uscita.
Che gli prende? Perché si sta comportando in questo modo?
<<Cristian>> mi lamento staccandomi dalla sua presa girandomi verso di lui che si tira i capelli indietro guardando ovunque tranne che me.
<<Che succede? Perché mi stai trattando così?>>qualcuno lo precede.
<<Te ne vai senza salutare?>>tutto il suo corpo si irrigidisce a quella voce e la stessa cosa il mio quando riconosco di chi si tratta, suo padre, oh no.

Una fottutissima settimanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora