Il buio era ormai sopraggiunto, dietro le bianche coltri del cielo.
Mentre la luna salutava il sole svanire all'orizzonte, Sivade si massaggiò il collo, cercando di risvegliare le membra.
Abbassò lo sguardo sul giovane che l'aveva abbracciato, notando che non sembrava essersi ancora ripreso.«Crystal...È tardi...» gli sussurrò gentile, posando una mano sul suo capo.
Il vampiro sembrò muovere leggermente la testa verso quel ragazzo che aveva, improvvisamente, stretto a sé: non aveva riflettuto, si era semplicemente lasciato andare ai sentimenti, abbandonando gli istinti che l'avevano travolto poco prima.«Tu dici..?» sussurrò, nascondendo il tremore che aveva nella voce, dovuto alla vergogna che provava verso sé stesso. «Il tempo è galantuomo, saprà aspettare...» aggiunse a stento.
Sivade ridacchiò, dandogli dei leggeri colpetti sulla testa
« Stai dando di testa, vampiretto!» esclamò, sentendosi leggermente sollevato.Non sarebbe riuscito ad affrontare un eventuale crollo del ragazzo. Un po' per un sentore d'inadeguatezza, un po' per timore.
Arrossì lievemente, senza riuscire a fermare il calore che gli salì rapido alle guance. Abbracciato a Crystal
«Mannaggia.» brontolò.Il moro dalla carnagione perlacea percepì un flebile flusso caldo percorrere il corpo di Sivade e sospirò, nascondendo il viso nell'incavo del collo del giovane.
Non accennò nulla a riguardo.
Poteva allontanarlo se voleva...Poteva fare di lui ciò che desiderava...
Tutto questo a Crystal non importava ora.Ciò non aiutò l'altro: il rossore si propagò su tutto il viso, senza risparmiare nemmeno le orecchie. Nonostante Sivade cercasse di nasconderlo più a sé stesso che al ragazzo, restare solo con Crystal lo ricolmava di smarrimento.
Il vampiro accarezzò la di lui schiena con dita agili e flessuose, inspirando il profumo che Sivade emanava, gli occhi serrati.
Finì per posare entrambe le pallide mani sugli esili fianchi dell'altro ragazzo, respirando pesantemente, quasi affranto dal doversi allontanare.
Lo scostò leggermente, riaprendo debolmente gli occhi.Trovò quasi subito lo sguardo dell'altro, che lo guardava con un moto di sconforto via via crescente.
Per alcuni momenti, il desiderio di rimanere stretto al vampiro aveva dominato ogni altra ragione. Come se la sua indole nascosta, subdola e smaniosa di manifestarsi, l'avesse convinto a cedere per un lungo momento alla debolezza manifestata da Crystal.
Tuttavia il vampiro arretrò completamente, allontanando le gelide mani dal corpo di lui, stringendole con forza e rabbia maggiore.Non sarebbe riuscito a perdonarsi per ciò che aveva fatto poco prima, ed ora sentiva come "faticoso" sostenere lo sguardo del mago.
Socchiuse gli occhi voltando appena il capo, la foresta che ululava attorno a loro.
Come perdonare la sete che aveva dimostrato di non riuscire a controllare a discapito d'altri?
Sivade, seduto a guardare il cielo, non ascoltava nulla. Né il vento, né la foresta che intimava di allontanarsi. Contemplava la luce scemare dietro la linea delle montagne, come fumo dissolto dal vento.
Distrarre la mente era la sua unica via d'uscita.
La confusione, l'imbarazzo, l'incertezza: tutto poteva essere annullato, concentrando altrove i pensieri che lo stavano ricolmando. Sorrise mestamente. Si era di nuovo creato il silenzio tra loro.
«Vogliamo andare?» sussurrò soltanto il vampiro, rimettendosi in piedi.
Forse Sivade nemmeno l'aveva sentito, ma ciò non aveva importanza poiché si decise ad allungare una mano verso di lui in una cortese proposta d'aiuto.
Badò bene a non incrociare gli occhi del ragazzo, il respiro lento ed incalzante.
Ciononostante la mano del mago lo raggiunse quasi subito, dopo un attimo d'esitazione. Strinse le pallide dita di Crystal, alzandosi con gesto stanco.

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𝑨 𝑫𝒂𝒓𝒌 𝑩𝒐𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝑩𝒍𝒐𝒐𝒅
VampirosEra l'anno 7632 nelle terre di Selejstia, continente dove diversi regni vivevano sotto lo sguardo vigile degli astri del cielo. Terra ricca di vita, Selejstia era meta per molti, dopo il crollo dei vecchi continenti. Nuovi regni si costruirono, ognu...