Nel momento in cui vide venir meno la maledizione che gravava sulla principessa di Amestris, Goito capì che la soluzione aveva accettato di essere tale.
Forse incosciamente, forse senza sapere tutto, ma ciò era accaduto.Perché uno era il modo per togliere quel manto d’inganno che per tutta la vita aveva ricoperto la sua padrona: amare, ed essere ricambiata.
Nient’altro.Era come riconciliarsi con qualcosa mancato da troppo tempo, qualcosa andato perduto, di cui Sivade non aveva più memoria.
Sivade sentì un fremito percorrerle il corpo, non appena aprì gli occhi al nuovo cielo che le si stagliava di fronte.
Lo scoprì magnifico.
Tanto da far male.«Come lui…» rise tra le lacrime, coprendosi il viso con un braccio, ricolma di una gioia traboccante.
Finalmente era libera da ogni restrizione, libera di non fingere, e straziata dalla realtà.
Crystal altro non faceva se pensare, sdraiato sul suo letto dalle lenzuola perennemente scarlatte, lo sguardo rivolto vacuamente al soffitto di un bianco sporco. Le braccia incrociate dietro la testa, meditava su ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Ancora una volta.
La Regina era stata chiara a riguardo:
non doveva legarsi a nessun altro che fosse estraneo alla Gilda degli Hades.In caso contrario sarebbe stato punito, rinchiuso in una bara dalle mille croci d’argento; sofferenza pura per qualsiasi vampiro. Scosse il capo abbattuto.
Ormai era tardi, ma nessuno n’era consapevole.
Era arrivato a lasciare Hope, per lui.Decidendo per la prima volta di pensare a sé stesso piuttosto che agli altri…
Ma, come volevasi dimostrare, aveva evidentemente sbagliato.Sin dall’inizio.
Dall’inizio di quella missione affidatagli.Volse lo sguardo alla finestra, attirato da delle ombre che si muovevano flessuose dietro le tende. Una sagoma di donna di là dal vetro.
Si posò sui gomiti, lo sguardo attento e tutti i sensi in allerta.
Sivade lo guardò per un attimo, mentre apriva la finestra con un gesto appena accennato. Il potere residuo che ancora la circondava le obbedì diligente, assecondando quel volere. Le parve strano riuscire a controllarsi con una tale facilità, abituata com’era a perdere il controllo.
Alzò titubante lo sguardo su Crystal, sentendosi improvvisamente nuda…
Non credeva di dover subito affrontare lo sguardo di lui. Anzi, sperava di avere un attimo per riflettere, prima.Reggendosi con le mani ad uno stipite, rimase immobile. Aveva il ginocchio destro posato al davanzale e il piede sinistro ben saldato su quella stessa superficie di marmo. Incapace di respirare. La testa improvvisamente vuota
«Ciao…» si ritrovò a dire, ridendo nervosamente com’era solita fare anche prima.
Poteva essere più banale?
O più stupida?Doveva ricredersi: forse Ren aveva davvero ragione.
Crystal non rispose, osservando la giovane donna con perplessità, le labbra piegate in una strana smorfia. Ne rimase confuso fin dall’inizio, e non appena fu stordito da quel profumo che sapeva di conoscere, fu anche peggio.
Lentamente si mise seduto a letto, le braccia abbandonate alle ginocchia, senza mai staccare gli occhi da lei, attento ad ogni suo movimento.
Come a voler ritrovare qualche gesto che riconducesse a lui.
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𝑨 𝑫𝒂𝒓𝒌 𝑩𝒐𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝑩𝒍𝒐𝒐𝒅
VampirosEra l'anno 7632 nelle terre di Selejstia, continente dove diversi regni vivevano sotto lo sguardo vigile degli astri del cielo. Terra ricca di vita, Selejstia era meta per molti, dopo il crollo dei vecchi continenti. Nuovi regni si costruirono, ognu...