Capitolo 5

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Il vento intorno a lui, i raggi di sole sulla testa, la terra sotto i piedi. Poi l'erba lo accolse, con il suo aroma fresco e inebriante. Disteso a terra, guardava il cielo limpido dei territori del sud.

Le nuvole viaggiavano rapide, su nel cielo, mosse dalle correnti marine che partivano da laggiù, dove l'acqua e la volta celeste s'incontravano.

Nell'oceano, Sivade emise un sospiro profondo, sorridendo alla natura.

La sacca, gettata accanto a lui poco distante, era leggermente aperta da una parte: lasciava intravedere qualche libro, alcuni sacchetti e delle ampolle. Tutte cose ordinarie, nulla che potesse veramente aiutarlo.

Chiuse gli occhi per un breve istante e si alzò a sedere, una mano tra i capelli. Doveva darsi una mossa, se voleva arrivare in città prima che il sole raggiungesse lo zenit. Si sarebbe così risparmiato un colpo di caldo ed un'eventuale ricaduta. Prese lo zaino con gesto rilassato e si mise in piedi, lo sguardo volto indietro.

Dentro di sé, provava un vago senso di colpa, per non aver detto nulla ai suoi compagni; San probabilmente sarebbe andata nel panico, ma Crystal avrebbe reagito nel modo giusto. Almeno sperava.

« Rivolgete le vostre attenzioni a loro, giovani albori della sfera celeste...» pregò, prima di rimettersi in cammino.

Tom si sistemò i larghi pantaloni in jeans, le mani in tasca mentre si dirigeva con passo mal tagliato verso la porta scricchiolante, che aprì con un colpo secco della mano. Fece un breve inchino, facendo passare Crystal per primo.

« Ai suoi ordini, mio capitano» disse allora scherzoso, mentre il fratello stava già davanti alla porta di un'altra stanza appartenente a quello stesso corridoio; le mura di un stonato rosso scarlatto, come a voler ricordare tutto quel sangue sgorgato poco prima.

« San, apri la porta» ordinò allora Crystal, il fratello posato al muro, gli occhi chiusi « Dobbiamo andare a caccia». Trattenne una risata.

Uno scatto metallico, un'imprecazione impacciata e la porta si aprì con un cigolio: San fece capolino con la testa, leggermente stupita.

« A caccia?» chiese, stropicciandosi gli occhi assonnati. Crystal le accarezzò con lascivia i lineamenti del viso, poi le occhiaie che aveva sotto agli occhi.

« Il fratellino, a quanto pare, ha di meglio da fare» sorrise, malgrado sentisse montare dentro di sé una rabbia crescente. Tom la percepì all'istante, ma non mosse un dito.

La bimba, dal canto suo, si voltò, tornando nella stanza; cercò le cose che aveva distribuito disordinatamente sul letto e le infilò nella sua tracolla. « Ora sono pronta.» disse solamente, senza riuscire a pensare a nulla.

Crystal tese una mano verso di lei, sorridendole affabile « Lo troveremo, piccola San, non temere».

Tom si schiarì la voce « Non vorrei assistere a qualcosa di osceno...» commentò studiando la bimba dall'alto al basso « Molto piacere, sono Tommy!»

San lo guardò con sguardo truce, poi si attaccò ad un braccio di Crystal, nascondendosi a quello sconosciuto. Non le piacevano le sorprese, in particolar modo quando con lei non c'era suo fratello. La sua ancora...

« Perché se n'è andato?» gemette, nascondendo il viso nella giacca del suo protettore.

« Cercherà altri tipi di prestazione.» commentò Tom ridendosela sfacciatamente davanti ai due che lo squadrarono senza commentare.

Crystal rivolse lo sguardo alla piccola: « Si sarà stancato del sottoscritto» sorrise teso, Tom che lo guardò sbigottito. Non era da lui mostrarsi così...Debole.

𝑨 𝑫𝒂𝒓𝒌 𝑩𝒐𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝑩𝒍𝒐𝒐𝒅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora