"Sei l'unica persona che abbraccio così, sai?"

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La giornata era cominciata come tutte le altre, ti eri alzata, avevi fatto skin care, colazione, ti eri vestita ed eri andata a lavorare come sempre. Arrivata a casa Mista, subito la piccola Anji ti saltò addosso e ti strinse,ormai per la bambina eri come una sorella maggiore e ti voleva tantissimo bene.
Come tutti i giorni, avevi passato tempo con Anji, poi, appena Mista e Giorno tornarono, tornasti a casa e avevi passato la giornata a fare faccende e studiare per l'università. Una giornata normale eh? Non del tutto.
Era da tutto il giorno che qualcosa ti turbava, nemmeno tu sapevi cosa, ovviamente davanti alla piccola Anji non lasciasti passare segni di tristezza, ma lei se ne accorse lo stesso e ti regalò una caramella, poi ti dette un bacino sulla guancia, la cosa ti fece stare leggermente meglio, però quella cosa che ti turbava non smise di farlo.
La cosa peggiore era che non sapevi nemmeno cosa fosse che ti turbava, il che non ti aiutava a cercare di, magari, risolvere il problema. Tuttavia, decisi di tenere la bocca chiusa con tutti, pure con Tensing. Lui però, con il terzo occhio che gli permetteva di capire molte cose, era riuscito a capire che qualcosa non andava, ma preferiva osservare, così da capire meglio cosa succedeva e aiutarti al meglio.
Però, essendo che nemmeno tu sapevi cosa ti turbava, Tensing non riuscì a capirlo, e dopo essere stato senza fare nulla per tutta la giornata, verso il tramonto, venne da te, che eri seduta sul divano, e disse "Posso sedermi vicino a te?" Tu ci avevi perso le speranze, credevi che non si fosse minimamente accorto che non stavi bene, così, ti spostasti e indicasti il posto libero accanto a lui, Tensing si sedette ed entrambi rimaste in silenzio.
Ad un certo punto, Tensing ruppe il silenzio, "Non so cosa stia succedendo, ho cercato di osservarti per vedere se riuscivo a capirlo ma niente, quindi, vuoi dirmelo?" Trassi un sospiro, "Beh.. Diciamo che nemmeno io lo so, quindi non è che posso dirtelo." Tensing esitó un secondo prima di dire, o fare qualsiasi cosa, poi, disse, "Puoi alzarti?" Tu esitasti un secondo, non capendo la natura della domanda, però ti alzasti lo stesso, poi si alzò pure lui e ti strinse forte.
Le sensazioni del suo respiro sul tuo collo, le sue braccia attorno alla tua vita, il suo profumo così vicino a te e il suo petto così vicino a tuo ti colsero di sorpresa, questo non era affatto il tipo di abbraccio che ti aspetteresti da Tensing, che aveva anche la faccia tosta di farsi chiamare maestro da Rif bastardo  e ovviamente ti aspetteresti che o non abbraccia mai nessuno, oppure, un'abbraccio breve e neanche troppo stretto.
Invece eccolo qua, a stringerti forte a se, e nel mentre ti aveva anche iniziato ad accarezzare i lunghi capelli ricci che avevi, "Sei l'unica persona che abbraccio così, sai?" Disse, rompendo di nuovo il silenzio, la cosa ti fece arrossire, davvero non aveva mai abbracciato qualcuno così calorosamente? Non ne avevi idea, ma dato che lo aveva detto lui, ti fidasti della sua parola, ed entrambi passaste del tempo così, a stringervi, senza dire nulla, lasciando che il silenzio parlasse per voi.
Giustamente però, qualcuno doveva per forza rovinare la situazione così tenera, ma ovviamente basta torturare Yamcha, stavolta tocca a Krillin. Krillin doveva portare a Tensing un pacco, che per sbaglio aveva fatto spedire a casa sua, ma appena arrivò, vide la scena dalla finestra del soggiorno e iniziò a scattarvi un bel servizio fotografico, non sapendo che Rif era in giardino a giocare, lo aveva visto e gli aveva tirato un bel calcio nello stomaco, "Non si scattano le foto senza permesso! Maleducato!" Krillin, sapendo di essere stato colto con le mani nel sacco, si scusó.
Sentendo il piccolo battibecco, Tensing uscì a controllare, e appena Rif gli disse cosa aveva fatto Krillin, fu a tanto così da farlo a pezzi, ma per fortuna di Krillin tu andasti da Tensing e lo abbracciasti da dietro, chiedendogli di tornare dentro. Ovviamente Tensing non poteva dirti di no, quindi tornò dentro, mentre Krillin poggiò il pacco sull'uscio e corse via a gambe levate.

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