Capitolo 3

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Stiles apre la porta del bilocale ridendo, e Derek lo guarda come se fosse diventato pazzo. «Sì, sono impazzito, hai ragione! Ma ho un'adrenalina pazzesca, Derek! Ho proprio capito che questo è il mio lavoro, che questa è la sensazione che voglio provare. Certo, lì per lì mi stavo cacando sotto... ma la cosa più importante è che siamo ancora vivi, te non più un fuggitivo e io sono ancora parte dell'FBI. Non poteva andare meglio!!»

Si sono dovuti fermare all'ospedale per il piede, ma per fortuna va tutto bene. Gli hanno anche dato dei farmaci per il dolore, messo una fasciatura e ora riesce a camminare senza problemi.

Derek scuote la testa, divertito, andandosi a sedere sul divano a peso morto. «Noto che sei sempre iperattivo.»

Stiles si siede di fianco al lupo, con il sorriso sulle labbra per quanto si sente contento. C'è una luce tenue nella stanza, visto che l'umano ha acceso solo una lampada, e si gira con il corpo verso il mannaro. «Colpevole. Sempre logorroico e iperattivo, anche se meno rispetto a una volta. Riesco a controllarlo di più ora, anche se non è sempre facile, lo ammetto. Te sembri più sereno, invece.»

Derek distoglie un attimo lo sguardo, alzando gli angoli delle labbra. «Sì, in parte è stato il tempo che è passato e in parte è stato quello che è successo in Brasile...» gli spiega, e l'umano ha l'impressione che finalmente voglia raccontargli tutto. «... la persona che mi cercava era un ragazzo, quattro anni più grande di me, che al tempo era il fidanzato di Laura, quando studiavamo a New York. Erano molto innamorati, e io ero un po' geloso e avevo paura... lui era umano, e temevo che una volta scoperta la natura di Laura se ne sarebbe andato, spezzandole il cuore. Questo però non accadde, e lui l'aiutò molto anche con la morte dei nostri genitori. Sai, ero anche invidioso, perché io non avevo ciò che avevano loro due, soprattutto in un momento simile.» il castano ascolta in silenzio, non riuscendo a capire cosa potesse volere il fidanzato di Laura da lui. «Insomma, non mi sono comportato molto bene con lui, e... dopo la morte di Laura, l'ho sentito solo per spiegargli cosa fosse successo. Per questo mi ha fatto molto strano ritrovarmelo davanti dopo oltre quattro anni. Lui... per tutto quel tempo aveva letto tanti bestiari e cercato tantissimi druidi per delle consultazioni... e aveva capito che dovesse cercare una creatura di cui era dubbia l'esistenza... ma che fosse l'unica opzione. Un folletto.»

Stiles trattiene una risata, interrompendolo. «Un folletto? Davvero esistono?»

Derek inarca il sopracciglio, del tipo 'abbiamo incontrato numerose creature sovrannaturali, e hai difficoltà a credere nell'esistenza di un folletto?' effettivamente non ha tutti i torti. «Non era un normale folletto questo, ma un tipo che io e David scoprimmo essere presente solo in Brasile, e non è stato affatto facile. Abbiamo girato per mesi, cercando i posti più isolati, girando per i boschi... pensavamo fosse tutto a vuoto, e ci stavamo quasi per arrendere all'idea che non esistessero, fin quando... lo trovammo. Dopo aver camminato per ore in mezzo a una foresta, ci imbattemmo in una radura accanto a una cascata... e là c'era questo folletto. Non puoi immaginare quanto fossimo contenti, stentavamo a crederci.»

«Aspetta, mi sfugge il motivo per cui dovevate cercare a tutti i costi questo folletto.»

Derek lo guarda negli occhi. «Per riportare in vita Laura.»

Stiles crede di aver capito male.

«Eh

«David non si era mai arreso tutti quegli anni... aveva cercato l'esistenza di un modo per riportarla in vita. E ci era riuscito, ma non poteva intraprendere una ricerca simile da solo. Il folletto non è in grado di parlare, e deve nutrirsi del sangue di un familiare o di chi si sente responsabile della morte di quella persona. Quindi, servivo anche per quello scopo.» continua a spiegare, e il cervello del ragazzino rischia di scoppiare.

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