Capitolo 22

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Hanno ricominciato a uscire al pub, e quindi a rimorchiare, anche se Stiles poi è sempre insoddisfatto.

E prova un leggero fastidio nel sentire Derek parlare della nottata che ha passato, ma almeno anche lui non sembra rimanere soddisfatto.

«Possibile che io non trovi nessuno che mi scopi come vorrei?» si lamenta, nell'appartamento del mannaro, all'ennesima ragazza che ha fatto scappare via la mattina.

Il lupo ha la camicia aperta, che lascia in bella vista il suo fisico pazzesco. Ma non è in mutande- purtroppo, pensa Stiles- visto che indossa dei pantaloni neri. È vestito più elegante perché ha un seminario su quello che sta studiando in quel periodo.

L'umano è vestito per andare a lezione, e ha i capelli arruffati per essere venuto qua di corsa. Ha rimandato la sveglia un paio di volte prima di alzarsi dal letto, visto che la sera prima ha fatto tardi.

«L'ho capito come.» sentenzia improvvisamente il mannaro, mentre mette su il caffè. Anche lui ha i capelli spettinati, che gli danno un'aria selvaggia.

Il ragazzino è seduto con il sedere sopra il tavolo, osservando il mannaro da dietro. «Che intendi?»

«Che ho capito come vuoi essere scopato.»

Stiles è scettico.

E poi, perché gli dovrebbe importare? «Forse non lo so nemmeno io, figuriamoci.»

Sì, si è lamentato di determinate cose, quindi il moro potrebbe anche averlo dedotto... ma davvero se lo ricorda?

Gli fa molto strano.

Derek si gira, avvicinandosi pericolosamente a lui, sfruttando la velocità sovrumana per non dargli nemmeno tempo di rendersene conto. O almeno non fino a che è troppo tardi, e le mani del mannaro poggiano sul tavolo, ai lati dei suoi fianchi. Quei dannati occhi verdi sono fissi nei suoi, e Stiles necessità di aria per respirare, perché lui si è insuinato tra le sue gambe, non così vicino da entrare in conttato fisico con lui, ma abbastanza vicino da sentire il suo respiro addosso.

Ha difficoltà a vedere altro che quel verde.

Socchiude la bocca, non avendo nulla a cui pensare, se non a quanto la sua temperatura corporea sia salita a dismisura.

«Lo so come ti piace.» e il castano pende dalle sue labbra. «non vuoi che duri tanto, ma vuoi essere preso con forza, al punto che dovrai trattenerti per non venire subito. Non deve essere sempre veloce, ma alternato a delle spinte più lente che ti daranno tempo di pensare a quanto ti stanno scopando bene. E poi vuoi essere toccato, perché vuoi sentire quanto fai impazzire l'altra persona. Vuoi che ti dicano qualcosa, che ti facciano capire quanto gli piaccia scoparti. E vuoi essere il primo a venire, in modo che mentre vieni senti ancora il cazzo che spinge dentro di te.»

Stiles è incapace di qualsiasi tipo di attività. Sia fisica che mentale.

Non sa cosa pensare, non sa cosa fare.

Sa solo che Derek ha detto un mucchio di cose, di cui non sa il motivo, e che ora ha un'erezione. Quella voce roca lo ha distrutto, e il moro si distacca improvvisamente, tornando dal caffè che ormai è pronto e fa rumore.

I neuroni del castano tornano piano piano a connettersi gli uni con gli altri.

Cazzo.

Tutto quello che il moro gli ha detto è proprio quello che vorrebbe, e il suo membro ne è la conferma.

Cazzo.

E quel bastardo è perfettamente consapevole delle sue reazioni, e forse è tutto un divertimento per lui, stuzzicarlo così.

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