☕MAGGIE'S POV☕
Domenica, il giorno che odio più di tutti. Dopo il lunedì, chiariamoci. Cioè cosa dovrei fare l'ultimo giorno della settimana?
Non posso andare a scuola, ma questo effettivamente non mi dispiace, non posso andare a lavoro e devo sorbirmi ore e ore a pranzo con i parenti.
Per carità, amo la mia famiglia ma non amo quando devo subire le loro lamentele sul governo, sul pranzo, sulla vita, sul paesino dove abitano i miei nonni e molto altro.
Inoltre devo ascoltare mio nonno e mio zio che sembrano andare d'accordo solo quando devono commentare insieme quello che leggo: " Questi non sono libri seri, dovresti leggere poesie o classici."
Ma attenzione, non intendono le poesie o i classici divertenti, no. Bensì quelli che parlano della guerra, della fame nel mondo e di persone che vorrebbero morire. Non che non siano argomenti importanti da sapere, ma parliamo di queste cose già in classe e mi ritengo abbastanza informata sull'argomento. Quindi se ho tempo libero mi pare giusto illudermi sul vero amore e sul "e vissero tutti felici e contenti".
In ogni caso, oggi è domenica, perciò pranzo in famiglia.
Rapitemi e nascondete il mio corpo in un cassonetto, grazie.
"Maggie! Sei pronta? Muoviti o faremo tardi!" urla mia madre dal piano di sotto.
" Arrivo!" rispondo iniziando a scendere le scale, mentre spero di cadere e slogarmi una caviglia.
" Finalmente." sospira mia sorella maggiore appena varco la soglia della cucina.
" Come ti permetti? Ci ho messo anche meno tempo del solito." esclamo, portandomi una mano al petto con fare teatrale.
" Sì sì, certo. Guarda che ci hai messo due ore." mi informa la più piccola di casa.
" Tu stai zitta, sei la minore."
" Basta! Tutte e tre! Datevi una mossa o arriveremo in ritardo." ci sgrida nostra mamma.
" Datevi una mossa? Margaret, nessuno usa più questi detti, lo sai vero?" le chiedo ridacchiando.
" Ha ragione Mags, mamma. Se parli così dimostri solo maggiormente la tua vecchiaia." la informa Avril.
" Ho quarantaquattro anni!" esclama lei.
" Appunto." borbotto, dando il cinque ad Avril.
" Siete delle infami, posso contare solo su Emily, vero?" chiede mia madre speranzosa, girandosi verso la sorella minore.
" Scusami ma'. Hanno ragione loro." mormora Em, beccandosi un coro di vittoria da parte nostra.
" Basta, ci rinuncio. Iniziate a salire in macchina, veloci."
☕
" Ciao!" grido appena varco la porta di casa di mia nonna.
" Siamo in cucina!" urlano i miei parenti di rimando.
Mi faccio il segno della croce mentre cammino nel corridoio ricco di foto di famiglia, imbarazzanti aggiungerei, beccandomi una gomitata nella costola da parte di Avril e un'alzata di occhi al cielo da mia madre.
" Quanto sei tragica!" mormora Emily, guardandomi truce con i suoi occhi marroni.
" Guarda che-" provo a ribattere, ma vengo interrotta da un applauso di gruppo appena entriamo in cucina.
Le pareti sono bianche, in mezzo alla stanza è situato un tavolo rettangolare da otto posti, dietro di questo è presente un divano e, accanto, una poltrona. Alla sinistra della tavola c'è una cucina di media grandezza, mentre alle destra un mobile ad ante e cassetti che contiene piatti di diverse grandezze, tazze per il caffè, pupazzi vari (che personalmente mi terrorizzano) e cianfrusaglie, a sinistra di esso c'è il camino.
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Un caffè, grazie
RomanceMeno persone ti conoscono, meglio è. Questo è il motto di Maggie Davis, una diciassettenne che occupa il suo tempo libero lavorando al Rose's, una caffetteria. A scuola non la conosce quasi nessuno, se non quelle poche persone con cui parla. La sua...