☕MAGGIE'S POV☕
" Arrivederci e grazie." sorrido al signore che ho davanti mentre gli porgo il suo cappuccino.
" Ciao, buon lavoro." detto ciò esce dalla caffetteria.
Inizio a pulire il bancone in vetro, aggiungo le paste mancanti e sciacquo le stoviglie sporche.
" Scusa? Puoi avvicinarti?" alzo lo sguardo alla ricerca della persona che mi ha chiamata, notando una ragazza sbracciarsi.
" Sì, certo." afferro il bloc-notes, per poi avviarmi verso il tavolo.
" Volete ordinare?" chiedo con un sorriso.
" No, in realtà volevo chiederti perché non avessi i capelli legati."
" Come?" chiedo sbigottita.
" Sì, cioè, perché li lasci sciolti? Insomma, per una questione d'igiene dovresti legarli, no?" chiede squadrandomi.
" Dovrei, ma avendo un caschetto la vedo molto difficile." le rispondo con una risatina, cercando di alleggerire il discorso.
" Quindi praticamente io dovrei rischiare di ingerire un tuo capello perché tu hai deciso di farti un caschetto?"
" No, solitamente se sono al bar li raccolgo con una pinza, ma come puoi ben vedere oggi sono al bancone."
" Ma comunque stai facendo la cameriera." continua lei imperterrita.
Prendo un bel respiro e mi stampo in faccia il sorriso più cordiale che mi riesce.
" D'accordo, se la questione ti crea tanto disturbo me li legherò." annuncio.
" Ecco, brava. Grazie."
" Di nulla." detto ciò, mi dirigo verso gli spogliatoi per cercare la mia pinza e per riacquistare la poca tranquillità che ho perso.
Mi ha veramente richiamata al tavolo perché ero al bancone con i capelli slegati? Sì.
Ma, il cliente ha sempre ragione, quindi...
" Maggie! Mi spieghi che ci fai qui?" mi chiede Rachel, la titolare.
" Mh... La ragazza con i capelli viola al tavolo tredici si è lamentata della mia chioma selvaggia."
" Ma oggi non eri al banco?"
Annuisco mentre continuo a cercare la pinza nera che, teoricamente, dovrebbe essere dentro la borsa. Il problema è che non c'è.
" Senti... Non è che avresti una pinza da prestarmi?"
" Penso di sì." e così ci ritroviamo entrambe a cercare una molletta, io quella dispersa, lei quella nel suo zainetto.
"Ecco qui!" esclama passandomela.
" Grazie."
" Di nulla, Maggie. E ora torna a lavorare, su!" mi ordina prima di uscire dalla piccola stanza.
Ridacchio e raccolgo le ciocche davanti dei miei capelli marroni dietro la testa.
Tornata in sala, mi risistemo dietro il bancone e inizio nuovamente a sciacquare le stoviglie.
Certo che però lavorare in una caffetteria ti fa venire fame ogni due per tre. Insomma, sto dentro questo posto per quattro ore ogni giorno e per tutte e quattro sento odore di caffè e dolcetti.
Sono abbastanza golosa, anche se il mio metabolismo impedisce di dimostrare il mio appetito, ed è per questo che sono la preferita della nonna. Non è vero, la preferita di nonna è Avril.
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Un caffè, grazie
RomantizmMeno persone ti conoscono, meglio è. Questo è il motto di Maggie Davis, una diciassettenne che occupa il suo tempo libero lavorando al Rose's, una caffetteria. A scuola non la conosce quasi nessuno, se non quelle poche persone con cui parla. La sua...