2. Caffè aromatizzato

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☕MAGGIE'S POV☕

" Arrivederci e grazie." sorrido al signore che ho davanti mentre gli porgo il suo cappuccino.

" Ciao, buon lavoro." detto ciò esce dalla caffetteria.

Inizio a pulire il bancone in vetro, aggiungo le paste mancanti e sciacquo le stoviglie sporche.

" Scusa? Puoi avvicinarti?" alzo lo sguardo alla ricerca della persona che mi ha chiamata, notando una ragazza sbracciarsi.

" Sì, certo." afferro il bloc-notes, per poi avviarmi verso il tavolo.

" Volete ordinare?" chiedo con un sorriso.

" No, in realtà volevo chiederti perché non avessi i capelli legati."

" Come?" chiedo sbigottita.

" Sì, cioè, perché li lasci sciolti? Insomma, per una questione d'igiene dovresti legarli, no?" chiede squadrandomi.

" Dovrei, ma avendo un caschetto la vedo molto difficile." le rispondo con una risatina, cercando di alleggerire il discorso.

" Quindi praticamente io dovrei rischiare di ingerire un tuo capello perché tu hai deciso di farti un caschetto?"

" No, solitamente se sono al bar li raccolgo con una pinza, ma come puoi ben vedere oggi sono al bancone."

" Ma comunque stai facendo la cameriera." continua lei imperterrita.

Prendo un bel respiro e mi stampo in faccia il sorriso più cordiale che mi riesce.

" D'accordo, se la questione ti crea tanto disturbo me li legherò." annuncio.

" Ecco, brava. Grazie."

" Di nulla." detto ciò, mi dirigo verso gli spogliatoi per cercare la mia pinza e per riacquistare la poca tranquillità che ho perso.

Mi ha veramente richiamata al tavolo perché ero al bancone con i capelli slegati? Sì.

Ma, il cliente ha sempre ragione, quindi...

" Maggie! Mi spieghi che ci fai qui?" mi chiede Rachel, la titolare.

" Mh... La ragazza con i capelli viola al tavolo tredici si è lamentata della mia chioma selvaggia."

" Ma oggi non eri al banco?"

Annuisco mentre continuo a cercare la pinza nera che, teoricamente, dovrebbe essere dentro la borsa. Il problema è che non c'è.

" Senti... Non è che avresti una pinza da prestarmi?"

" Penso di sì." e così ci ritroviamo entrambe a cercare una molletta, io quella dispersa, lei quella nel suo zainetto.

"Ecco qui!" esclama passandomela.

" Grazie."

" Di nulla, Maggie. E ora torna a lavorare, su!" mi ordina prima di uscire dalla piccola stanza.

Ridacchio e raccolgo le ciocche davanti dei miei capelli marroni dietro la testa.

Tornata in sala, mi risistemo dietro il bancone e inizio nuovamente a sciacquare le stoviglie.

Certo che però lavorare in una caffetteria ti fa venire fame ogni due per tre. Insomma, sto dentro questo posto per quattro ore ogni giorno e per tutte e quattro sento odore di caffè e dolcetti.

Sono abbastanza golosa, anche se il mio metabolismo impedisce di dimostrare il mio appetito, ed è per questo che sono la preferita della nonna. Non è vero, la preferita di nonna è Avril.

Un caffè, grazieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora