9. Stiamo parlando di mia nuora?

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🥐JACE'S POV🥐

Sono libero martedì, giovedì e sabato pomeriggio, visto che durante l'altra parte di settimana ho gli allenamenti. Dimmi se vanno bene questi giorni e in caso decidiamo anche l'orario.

Le ho scritto questo. Due ore fa. E non mi ha ancora risposto.

" Smettila di fissare il telefono come se ci volessi entrare. Quando potrà ti risponderà." borbotta Jason, continuando a fare il solletico ad Abigail.

" Chi?" chiede la mora.

" Maggie." le risponde il mio amico.

Dio santo, aiutami tu. Questi due insieme mi uccideranno, ne sono certo.

" La sua ragazza?" domanda mia sorella.

Alzo gli occhi al cielo, per poi lanciarle il cuscino. " Finiscila, ho già detto a te e agli altri che non è la mia ragazza."

Sento dei passi veloci provenire dalla cucina, successivamente il posto del divano al mio fianco si affossa.

" Stiamo parlando di mia nuora?" domanda mia madre, sistemandosi i capelli in disordine.

" Non è tua nuora!" esclamo.

" Sì, ancora per poco." borbotta Jason.

" Tu stai zitto!"

" Di che si parla?" chiede Nick, entrando nel salotto.

" Dalla futura ragazza di Jace." spiega Abigail.

" Non ci posso credere." sussurro.

" Nemmeno io! Ho aspettato così tanto tempo di vedere qualsiasi persona, ma Nick sembra addormentato e non parla mai di nessuna sua frequentazione."

" Sì, Nick, mamma ha ragione. Come va con il ragazzo del bar?" gli domando sporgendomi verso di lui.

" Chi?"

" Come chi? Ben, Benson o come si chiama." gli ricordo.

Il primo passo per sopravvivere a casa mia è sviare ogni argomento per non finire incastrati tra le domande di mamma e i dubbi di papà.

" Oh. Non va, era troppo noioso." mormora, muovendosi a disagio nella poltrona.

Punta i suoi occhi nei miei e nel viso gli spunta un sorrisetto perfido.

" Senti, Jace, ho trovato la felpa di mia cognata in camera tua. La devo mettere a lavare o..."

" No! Gliela devo riportare." dico.

" Se vuoi puoi darla a me, gliela restituisco io." m'informa Jason, trattenendo un sorriso mentre Abigail cerca di fargli una treccia. Cosa impossibile, dire, vista la lunghezza dei suoi capelli.

" Non ce n'è bisogno, tanto la devo rivedere per le ripetizioni." gli ricordo. Brutta mossa.

" Che ripetizioni?" chiede infatti mia madre.

Cazzo. Ma perché non sto mai zitto?

" Oh, vedi, mon amour, tuo figlio si sta facendo dare ripetizioni di francese dalla tua futura nuora." annuncia il biondo.

Piomba il silenzio nella stanza, ma viene interrotto dopo pochi secondi dalla risata cristallina di mia sorella, seguita da quella di mia madre e da quella di mio fratello.

" Arrêtez tout le monde. Toi, mon fils, tu te faites donner des répétitions d'une langue que vous parlez depuis ta naissance?" mi chiede mia madre, continuando a ridere.

Un caffè, grazieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora