13.

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Era giusto trascorsa una settimana ─ o due ─ dal loro ultimo incontro.

Taehyung era addossato contro la sua elegante auto cupa, osservando come il suo chauffeur stesse disponendo, in fretta e furia, la miriade di valigie.

L'uomo era vestito con abiti informali, episodio alquanto raro per lui.
Aveva indosso un paio di pantaloni neri, una camicia beige ─ la quale aderiva alle sue forme ─, un giacchetto in pelle e occhiali scuri.
Un sorrisino orgoglioso incorniciava i suoi lineamenti, mentre nubi di fumo strabordavano dalle sue carnose labbra.

«Sembri leggermente distratto, oggi... corretto, Jackson?» domandò Taehyung al suo autista.

Quella mattina, il sole era piuttosto cocente, abile persino ad assorbire la brina in fase di scioglimento.

Il nominato deglutì a vuoto.

«Mi perdoni, signore.» annuì freneticamente, inducendo Taehyung a ridacchiare.

Adorava intimidire la gente, lo rendeva... estasiato.

«Taehyung...» esordì Veronica, in camicia da notte.

Questi si voltò con rapidità, scrutando il suo seno rotondo, occulto dall'indumento, e mordendosi l'interno guancia, avanzando ─ successivamente ─ in direzione della scalinata.

«Cosa succede, tesoro?»

«Non mi avevi informato di questo tuo viaggio...» commentò, decisamente irritata.

«Non credevo t'importasse. Tu non mi comunichi mai nulla.» si burlò il marito, Veronica che deviò lo sguardo con immediatezza.

«Ti recherai in Francia? Alla casa sul lago in Provenza?» interrogò la donna, e Taehyung mugolò in risposta, effettuando un secondo tiro di sigaretta, ed esaminando il lato contrario della strada, in attesa dell'arrivo di Jungkook.

Il biondo lo aveva contattato un giorno addietro, esortandolo ad assestare le sue appartenenze, ché sarebbero partiti verso le dodici. Jungkook aveva incespicato al telefono, malgrado il suo tono intriso d'emozione fosse parecchio evidente.

«Sì, Ronnie. Per quale motivo appari sconcertata?»

Veronica si sbilanciò, afferrando la camicia di Taehyung.

«Non avevo compreso stessi andando via... ora. Pensavo ci andassi più tardi.» borbottò, le sue iridi incastrate a quelle fosche del suo compagno «Non mi aggrada rimanere in solitudine.»

«Agisci come se, invece, ti aggradasse.» asserì Taehyung, fumando nuovamente.

Ma, ancor prima che avesse opportunità di espirare, Veronica lo baciò.

L'uomo s'irrigidì, distanziandosi in un baleno.

«Non comportarti così. Settimana scorsa, hai dichiarato saresti stata contenta se fossi andato via.»

«Non lo intendevo sul serio...»

«Allora, perché non esiti a ribadirlo?» si scagliò.

Veronica appariva tesa, allentando ─ poi ─ la stretta.

Taehyung sospirò, posandole uno schiocco sulla guancia.

«Tornerò presto...»

«N-non ho alcun bisogno di te.»

«Ed eccola qui, la donna che ho sposato.» la beffeggiò, incamminandosi verso il veicolo.

D'improvviso, le labbra di Taehyung si arricciarono in un genuino sorriso, ché aveva appena incrociato Jungkook guardarsi attorno innocentemente. Questi notò il conducente abbandonare l'auto, atterrendosi e mormorando una sfilza di discolpe.

Somebody To Love [TaeKook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora