Una settimana era trascorsa in un batter di ciglia.
Il nuovo anno stava affacciandosi con fare glorioso, il 1960 era ─ difatti ─ sul punto di bussare alle loro porte.
1959, quattordici anni dal termine della Seconda Guerra Mondiale, l'inizio di un'era colma di pace, priva di ostilità e rivolte.
Era piccino quando il caos s'era avviato; per questo, l'infanzia di Jungkook era esclusivamente gremita di ricordi sfocati, giorni interi in rifugi antiaerei, notti in lacrime al fianco della madre... poiché, suo padre mai aveva fatto ritorno.
Tuttavia, Jungkook avvertiva di non aver ancora scovato quella beatitudine tanto acclamata.
Il ragazzo si era rifiutato di abbandonare la sua dimora, causa il perenne gelo. Non aveva ─ in nessuna occasione ─ temuto l'inverno, mentre ora pareva essersi tramutato nel suo più acerrimo nemico. Considerava determinata stagione come la colpevole, la quale arrecava lui un atroce mal di stomaco, mente in disordine, guance ardenti come fiamme, risultati di quel paralizzante ed oscuro inverno.
In verità, Jungkook non sapeva se ─ in quell'attimo ─ stesse descrivendo il freddo... o le iridi di Taehyung.
«Cosa vuol dire che non esci di casa da ben sette giorni? Caro, dovresti! Cos'hai fatto il trentuno? Solitamente, abbiamo sempre feste a cui partecipare, mi dispiace non esser lì. Veronica mi ha riferito che Taehyung ha ospitato alcuni suoi compagni, non sei─» blaterò Rosie in chiamata, e il fiato di Jungkook s'arrestò, le sue dita che presero a giocherellare nervosamente con la cornetta del telefono.
«No... Ho s-semplicemente visitato un pub, in compagnia di Jimin.» informò, tagliente, Rosie che emise un sospiro.
«Oh, Jimin... È un brav'uomo. Come stanno lui e Aubrey?» chiese.
Jungkook deglutì a vuoto.
Taehyung lo aveva sì invitato quella notte, tramite un bigliettino, e il minore aveva favorito non presentarsi, sostenendo la sua partecipazione fosse innecessaria.
Si sarebbe, eventualmente, infuriato con lui?«Jungkook? Ci sei?»
«Sì...» soffiò, d'un tratto «Penso i due abbiano avuto un ulteriore litigio. Jimin sembrava non esserne convinto.» concluse.
Questi era il suo unico amico della facoltà di legge; adorava spendere del tempo con lui, ché valutava i restanti colleghi fin troppo fastidiosi o, addirittura, vaghi.
«Jimin si comporta sempre così, è assai promiscuo.» articolò Rosie, ridacchiando, la miriade di teorie di Jungkook che cominciarono ad assumere forma.
Per quale assurdo motivo a Jimin non aggradavano per completo le donne? Forse, forse, era anch'egli incline agli uomini? No, no, terribile riflessione.
Il suo amico adorava avere rapporti con svariate fanciulle, perciò tale pensiero gli risultò contraddittorio.Spesso, Jungkook si domandava quanti uomini fossero inclini verso altri.
No, era inconcepibile!
«Jungkook, continui a rimanere muto, devi essere esausto. Non è un mio compito darti ordini... ma, tesoro, ti converrebbe uscire! La casa sarà sicuramente un pasticcio, con libri sparsi in ciascun angolo. Però, non vi è alcun problema, non è tua responsabilità fare le pulizie. Dovrei esser lì, mamma è piuttosto arrabbiata con me per averti lasciato in solitudine─»
«Non credere che non sia in grado di sopravvivere in tua assenza, Rosie!» tuonò Jungkook «Sono tuo marito, posso badare a me stesso. Non devi esser costantemente ai miei piedi, è così antiquato.» le recriminò.

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Somebody To Love [TaeKook]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] COMPLETA 🌙 Innamorarsi di un altro uomo, negli anni '50, era un avvenimento che né Taehyung, né Jungkook, in nessuna occasione avrebbero immaginato, poiché entrambi sposati con due mogli meravigliose. Oppure, la storia di...