Epilogo

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Cinque anni dopo

Uno stridio colmò il soggiorno, in armonia con piedi che battevano contro i pannelli in legno. Un risolino, poi, rimbombò in casa, unico suono che avrebbe potuto udirsi.

«Quanto sei entusiasta, oggi?» formulò Veronica, sfoderando un sorrisone, mentre reggeva la sua bambina di cinque anni, la quale aveva giusto terminato di saltar di divano in divano, generando trambusto.

La fanciulla ridacchiò, piombando giù dal sofà, per correr intorno ad un tavolo in quercia.

«Joan─» chiamò, i ciuffetti ebano della bimba che rimbalzarono «Sta' calma... consumerai la tua energia, amore.»

«No!» esclamò Joan, trionfante «Dov'è papà?» domandò, scrutando la porta del suo ufficio, perennemente sigillata.

Veronica s'approssimò alla piccola, ora accovacciata, adoperandosi a rimuovere i suoi capelli dal viso.

«Papà sta lavorando.» informò la donna, gentilmente.

«Perché lavora sempre?» interrogò Joan, blandendo le spalle della madre «Papà non è mai qui

Il sorriso di Veronica vacillò, quest'ultima che squadrò la porta chiusa e, conseguentemente, la figlia.

«Non è vero, tesoro... ma, papà è alquanto occupato.»

La bimba tirò le sue ciocche nere.

«Va bene...» borbottò «Giocherò con le bambole, allora!» strillò, precipitandosi ─ poi ─ in camera.

Veronica affibbiò lei una fievole pacca, issandosi e guardando il suo anello d'oro, attorno al quarto dito.

Eran trascorsi ben cinque anni dalla nascita di Joan, prima figlia.

S'erano trasferiti in un'abnorme dimora, più vicina al posto di lavoro di Taehyung e Veronica, più lontana da dov'erano.

La vita progrediva come acqua ferma, senza onde o rugosità... un semplice movimento naturale.

Veronica disserrò l'ingresso, scorgendo Taehyung.

L'uomo, impegnato a scandagliar un documento, era accomodato al disopra d'una poltrona, con una penna in mano.

«È infastidita, sai?» esordì, Taehyung che elevò il suo capo, con chioma all'indietro «S'è lamentata del tuo lavorare incessantemente

Taehyung s'innalzò, adagiando l'oggetto e raggiungendo Veronica.

«Oh, s'è trattato, soltanto, di questa settimana... Joan è piuttosto drammatica.»

La donna ridacchiò, abbrancando la camicia del marito, per impadronirsi delle sue labbra.

Si distanziò, lisciando il colletto di Taehyung.

«Taehyung─» mormorò, notando il suo esser sfiancato «Prendi una pausa.»

«Io devo lavorare, Veronica. Il gran caso in tribunale s'avvicina e, se dovessi fallire, il mio cliente finirebbe in prigione, per un crimine non commesso. Ed è immorale, i-io─»

«Ne sono consapevole, amore mio.» proferì Veronica, con tono pressoché materno.

La sua sfacciataggine era svanita.

Era tranquilla, garbata, calorosa e, al contempo, forte.

Adesso, era chi avrebbe sempre voluto essere.

Somebody To Love [TaeKook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora