20.

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Poco prima

Taehyung abbandonò l'edificio, nel quale v'era situato il suo studio, scrutandone quel manto cupo, un ammasso di nuvole che prese a modellarsi, per tempestar d'acqua piovana le svariate strade brulicanti.

Recuperò, consecutivamente, una sigaretta, un incessante prurito al collo che svanì, nel medesimo istante in cui le sue labbra tastarono il filtro.

Un'auto si parò innanzi, Jackson che si precipitò, disserrando la portiera per Taehyung; questi si stravaccò, liberando un gagliardo anelito, i suoi muscoli assai indolenziti, causa la faticosa giornata di lavoro.

«Da Jungkook.»

Jackson lo squadrò, tramite lo specchietto retrovisore.

«In verità, uhm─ la signorina Veronica attende. Mi ha ordinato di scortarla a casa.» proferì lo chauffeur, agitato.

Taehyung arcuò un sopracciglio.

«È qui

Per ben due settimane, da quando Taehyung aveva comunicato a Veronica di voler divorziare, non aveva concretizzato il suo ritorno. Forse, era accaduto un paio di volte, giusto per raccoglier alcuni indumenti.

Per il resto, la famosa abitazione, in passato colma d'amore, rievocava l'immagine della sua sposa, assieme ad un atroce dolore.

Presumibilmente, Veronica s'era recata nella sua città natale... ed ora, di punto in bianco, aveva scelto di rincasare.

La mascella dell'uomo si contrasse.

Sperava, perlomeno, fosse per dialogare riguardo i documenti del divorzio.

Poiché, Taehyung anelava vedere Jungkook.

Con Jungkook, ogni cosa risultava... semplice.

Il giovane era bello in camera da letto e, parallelamente, al di fuori.

Il suo delicato Fiore di Luna.

Ciascun suo particolare induceva il cuore di Taehyung a tremolare d'emozione.

Jungkook simboleggiava un fresco giorno d'estate in un inverno torrido.

D'un tratto, il veicolo stazionò, Taehyung che si dileguò con immediatezza, ignorando la lieve pioggia. Spalancò l'ingresso, superando l'uscio e registrando esclusivamente una luce fioca all'interno del suo ufficio.

«Veronica?» chiamò, con molestia.

Tolse il suo cappotto, appendendolo alla gruccia ed incamminandosi verso lo studio.

Veronica era addossata contro un muro, in prossimità d'un telefono nero, mentre ascoltava.

Appariva... smunta.

Ma, aveva ─ comunque ─ notato la presenza altrui.

Taehyung adocchiò il suo scrittoio, sul quale v'erano i fascicoli, senza una firma.

Sbuffò un risolino.

«Naturalmente, non ci si poteva aspettar niente di meno da una donna così testarda.»

Taehyung la esaminò.

I suoi occhioni eran spalancati... velati.

«Per quale motivo sono qui? Hai una penna? È per firmare i documenti, Veronica? Prediligerei non esser vicino a te

Somebody To Love [TaeKook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora