22.

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Giorni eran trascorsi, con raggi solari in declino ciascuna sera, i quali ─ conseguentemente ─ riemergevano vividi.

Per chiunque, il tempo fluiva,
vite e notti che tirarono avanti.

Jungkook, per contro, s'era bloccato ad una fermata repentina.

I precedenti mesi eran stati prati d'erba e germogli... in quel preciso attimo, invece, v'erano esclusivamente alberi svigoriti e foglie consumate.

E, il giovane non poteva far altro che... piangere.

Patetico, giudicò.

Era... patetico.

Patetico, correr dietro ad un uomo che mai l'aveva amato.

Patetico, correr dietro ad un uomo sposato.

Patetico, correr dietro ad un uomo la cui moglie era incinta.

Patetico, esser lui un uomo sposato.

Patetico esser, semplicemente, un uomo.

Jungkook scrutò la strada innanzi...
somigliava ad un abisso verso il vuoto.

Per quale bizzarro motivo era ?

Adocchiò, successivamente, alcuni uomini, uomini che eran soliti mantenere un'immagine, un livello per la società, permettendo a determinata finzione di sbriciolarsi, mentre svanivano tra crepe di muri e cemento.

Jungkook emulò il loro passo, in cerca di gioia.

Durante la sua intera esistenza,
s'era sentito... vacuo.

Non conosceva la sua persona, trovandosi in un permanente stato di confusione.

Nulla appariva giusto,
nulla appariva... soddisfacente.

Al giovane sembrava d'aver vissuto in una totale menzogna... sino a quando non s'era imbattuto in un fuoco ardente.

Un fuoco ardente che lo aveva scaldato, che aveva mostrato lui un varco di luce, che lo aveva esortato ad accogliere la propria ombra, quel medesimo fuoco che ─ ora ─ infiammava la sua pelle, riducendola in cenere.

Jungkook, però, desiderava ─ tuttavia ─ scovare quel calore, quel fuoco, quell'agio, quella felicità.

Dunque, predilesse avanzare lungo il sentiero, frenandosi bruscamente.

Un'angusta porta gli si palesò dinanzi,
al di là della quale v'era un mondo ignoto a Londra.

Il ragazzo decise di approssimarsi, un vigile che lo squadrò con meticolosità.

«Perché sei qui?» esordì, a mo' d'interrogatorio.

«I-io─ Io gradirei entrare. Non credevo si dovesse disporre di una sorta d'identificazione.» replicò, gentilmente.

L'estraneo lo mirò per un'ulteriore frazione di secondo, annuendo.

«Non combinare guai.»

«Ricevuto, signore!» esclamò, accedendo all'interno di un abnorme corridoio buio.

Si affrettò, spalancando un secondo ingresso, un lieve sospiro che ondeggiò.

Musica vivace ingombrava la sala, in sintonia con sonore risate. Il fumo di sigarette plasmava nubi, e Jungkook s'insinuò, con il cuore che tamburellava d'esultanza, subito dopo aver scorto una pletora di uomini, i quali sorridevano prepotentemente, scambiandosi baci e abbracci, crogiolandosi in quella spensieratezza.

Somebody To Love [TaeKook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora