Fred Weasley ~~ Lemons into Lemonade [traduzione italiana]

29. Campionessa di tuffi e cambio di piani

Aubrey apprezzava il fatto che finalmente avessero ottenuto qualche informazione decente per ricattare Ludo, ma la fine delle sedute di spionaggio la lasciò con un sacco di tempo libero di cui non sapeva che fare. Gli incontri tra lei e Fred si erano notevolmente accorciati e, la maggior parte delle volte, semplicemente si confrontavano e giocavano ad una specie di pallacanestro magica utilizzando il cestino, per poi andarsene. La ragazza si ritrovò a passare le sue giornate con George, organizzando scherzi assieme e pensando a nuovi prodotti, cosa che stava trovando incredibilmente interessante ora che non era lei ad essere la tester.

Un paio di settimane prima del Ballo del Ceppo, dopo che la giornata era cominciata come al solito, tornando in Sala Comune dopo cena alla ricerca di George, trovò invece un bigliettino sul suo letto che diceva:

Sono andato ad occuparmi di Ludo, tornerò più tardi. Se non mi vedi, sono morto e mi aspetto che tu pianga lacrime vere. - George

Sapeva che essersi messa più in gioco con la faccenda di Ludo era stata una buona idea, ma continuava ad essere fortemente contraria all'uso eccessivo dei ricatti. Già solo il fatto di utilizzare la questione del Mangiamorte per poter tornare nel suo corpo le sembrava sbagliato, se fosse stata coinvolta anche in altro si sarebbe sentita in colpa per il resto della vita. Però, pur se il non intervenire nella vicenda di Ludo la faceva sentire bene con la coscienza, questo non risolveva il suo nuovo problema: la noia. Angelina si stava allenando nel campo da Quidditch mentre Lee, soprattutto a causa delle sue lamentele, l'aveva seguita per poter fare una specie di telecronaca, lasciando quindi Aubrey completamente da sola.

Prima, quando ancora si trovava a vestire i suoi stessi panni, lei e i suoi amici si sarebbero trovati in Biblioteca a quell'ora della sera. La sua vita era stata così piena nell'ultimo periodo che a stento era riuscita a pensarci ma, ora che si trovava da sola, provò una devastante fitta di nostalgia. Le mancavano i ridicoli soprannomi che Kenny inventava, l'amore di Angela per i segreti e persino gli eccitati "Oh mio Dio" di Lexy. Sarebbe stato strano andare là, ma tecnicamente lei era l'accompagnatrice di Fred, quindi per amore della sua solitudine, decise di andarci comunque.

Quando arrivò in Biblioteca, fu colta dal disappunto nel constatare che i suoi amici non erano lì. Stava quasi per tornare indietro quando sentì un urletto provenire da uno dei tavoli sistemati dietro una libreria, lo stesso tipo di urletto che Lexy era solita fare quando qualcosa le andava storto. Si voltò lentamente, notando la sua amica curva su un banco intenta a lavorare su un qualche progetto. Sembrava essere da sola e probabilmente era meglio così; dei tre, Lexy era quella a cui avrebbe parlato più volentieri nelle vesti di Fred.

«Lexy?»

La ragazza alzò lo sguardo con un sussulto, le labbra rosee che si distendevano in un sorriso: «Oh, hey Fred, cosa ci fai qui? Aspetta, mica abbiamo compiti di Incantesimi? Fred, abbiamo compiti di Incantesimi?!»

«No, tranquilla.» le rispose con una risata: «Be' e se fosse, non ho in programma di farli. Sono venuto solo per sedermi, in realtà, mi mancavi, amica.»

Avendola lì vicino, Aubrey si dimenticò per un attimo di chi fosse in realtà; sperò solamente che Lexy non avesse fatto caso all'uscita. A giudicare dalla sua espressione, purtroppo, non era stata così fortunata.

«Come mi hai chiamata?»

«Amica.» replicò lei, decidendo di continuare su quella strada: «Angelina mi ha contagiato ormai.»

«Anche Aubrey lo dice alle volte.» sostenne Lexy: «È stato come se fosse lei a parlare...» per un momento sembrò confusa, prima di posarsi una mano sulla fronte: «Oh Dio, dimenticavo, voi due state passando un sacco di tempo assieme, ecco perché. Scusa, sembro proprio una scema.»