44. Dobbiamo parlare e ricomincia la pianificazione

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Per la prima volta dopo molto tempo, Aubrey e George parlarono, veramente, obbligati a cooperare per cercare di capire dove si trovasse Kenny. Dopo qualche minuto in cui scartò lucidamente eventuali opzioni, George pensò di sapere dove potessero trovarsi: una stanza dimenticata proveniente da un'altra era. A quel punto, i due si diressero velocemente lì...solo per trovarla completamente vuota.

Aubrey, i cui occhi luccicavano per il panico, si guardò freneticamente intorno: «Aspetta...dov'è Kenny? Abbiamo ragionato logicamente, deve essere questa la stanza!»

L'espressione di George si fece seria, poi un piccolo sorriso gli comparve sul volto: «Penso...penso di aver capito.»

«Che intendi? Pensi che Lexy ci abbia mentito?»

George scosse la testa: «Siamo stati fregati, Aubrey, ci hanno ingannato per farci venire qui.»

«Ma...perché? Oh...adesso ho capito.» sussurrò lei, annuendo lievemente. Aveva senso, in effetti, che Lexy avesse voluto risolvere le cose: la settimana trascorsa era stata pesante per tutti, anche se avrebbe preferito che non l'avesse ingannata per riuscire a farli parlare di nuovo.

Dopo un minuto di silenzio, Aubrey tentò: «Be'...tutto questo è abbastanza spiacevole...quasi spererei che non lo avessero fatto ma...» non aveva idea del perché lo stesse facendo, parlare di questioni di cuore avrebbe richiesto molta più pianificazione: «Probabilmente dovremmo approfittarne, sai...per parlare.»

George aveva ancora un'espressione frastornata in faccia: «Ah, avrei dovuto capire che si trattava di uno scherzo! Fred non avrebbe mai fatto una cosa simile senza dirmi nulla!»

I suoi commenti casuali non erano per niente d'aiuto: obbligavano Aubrey a prendere in mano la situazione, anche se, per la prima volta nella sua vita, avrebbe voluto che fosse qualcun altro al comando. Muovendosi a scatti, si diresse dall'altra parte della stanza, sedendosi su uno dei banchi dietro a George.

«Okay...è molto difficile per me ma...penso che abbiamo veramente bisogno di parlare, per il bene di tutti.» iniziò lei: «Okay, cominciamo: mi sembra come se mi odiassi, hon

«Non ti odio.»

Aubrey sospirò: «Mi sembra che sia così perché...avevo pensato che avremmo superato la cosa ma non volevi incrociare nemmeno il mio sguardo e io...» la voce le si affievolì, l'intero confronto la metteva a disagio: «Non posso farci niente se mi piacevi -»

«Piacevi?»

«Piaci.» si corresse.

George ponderò quanto gli aveva appena detto per un po' di tempo, mordendosi le labbra e guardando il pavimento, mentre si torceva le mani.

Dopo qualche minuto, si lasciò scappare un profondo sospiro e disse: «Aubrey, sembri veramente una ragazza fantastica e tra tutte le persone che avrebbero potuto scambiarsi di corpo con mio fratello non avrei potuto chiedere di meglio ma...niente può o potrà mai accadere tra di noi.» rivolse velocemente lo sguardo altrove, tamburellando le dita su un palmo della mano: «Mi dispiace se sono stato così diretto, non voglio urtare i tuoi sentimenti e ho pensato che dire la verità nuda e cruda sarebbe stata la cosa migliore. Non ho niente contro di te, andiamo molto d'accordo ma non so...ti vedo come un fratello, letteralmente.»

Le sue parole colpirono Aubrey come un pugno allo stomaco, ma perlomeno ora sapeva come stavano le cose. Lo aveva immaginato, dopo tutto quello che era successo se avesse provato qualcosa per lei sarebbe stato veramente strano. Fu come la fine di un'era: la storia della sua prima cotta si era conclusa in modo disastroso. Senza che potesse controllarle, alcune lacrime le si formarono all'angolo degli occhi.

Fred Weasley ~~ Lemons into Lemonade [traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora