14. Personalità e idioti

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«Sei sicuro che nessuno verrà qua?» chiese Aubrey mentre seguiva Fred verso una stanza dove il Grifondoro aveva promesso che nessuno li avrebbe trovati.

«Assolutamente.» le sue parole la rassicurarono lievemente: «Fidati, lo sai.»

«Cosa vorrebbe dire "lo so"?» domandò la ragazza, dando un'occhiata a Fred mentre rallentava. Si dimenticava che ora le sue gambe coprivano metri con un solo passo.

In qualche modo, quel giorno era risultato molto più interessante di tutti gli altri giorni dell'anno messi assieme, solo non interessante in modo positivo. Inoltre, la cosa più strana non risultava la faccenda dello scambio dei corpi, per quanto fosse comunque uno shock, ma il fatto che Fred avesse scoperto di George nell'arco di un paio d'ore. Lo scambio dei corpi poteva essere risolto (probabilmente) ma la conoscenza non poteva essere cancellata dalla mente di qualcuno - be', tecnicamente poteva, ma lei aveva dei principi. Non c'erano dubbi che Fred avrebbe ritirato fuori la faccenda nel fatidico momento in cui lei avrebbe fatto qualcosa di inconveniente: c'era una ragione se solo poche persone erano a conoscenza del suo segreto, e questa ragione erano le persone come Fred.

«Be', ci sei stata.» spiegò Fred con un ghigno.

«Cosa...oh no. Oh Fred, hon, NO!» soffiò Aubrey ad alta voce nel momento in cui girarono l'angolo, entrando nel corridoio che portava alla nient'altro che polverosa aula di Aritmanzia.

Fred sorrise leggermente, vagamente soddisfatto dello sconforto di Aubrey. Non era per malizia, era semplicemente dispettoso di natura e, questo, era tecnicamente un dispetto, anche se risultava particolarmente vicino all'essere una crudeltà. Già solo dando una veloce occhiata alla porta incriminata, Aubrey avvertì un quasi nostalgico senso di disagio ed eccitazione animarsi in lei. Esitava ad aprire la porta per timore di venirne completamente invasa.

«Be', George potrebbe entrare.» disse infine, incrociando strette le braccia.

«Nah, è a lezione.»

«Potrebbe marinare.» suggerì lei: «Si è offerto di farlo con me prima, pensa che io sia malata. Sai che c'è? È già abbastanza sospettoso, non so se tutto questo potrebbe funzionare.»

«Eh, George non balzerebbe senza di me...tu...me. Vabbè, sai quello che intendo.» tagliò corto Fred: «E anche se lo facesse, questo è il nostro posto, non penserebbe mai che io possa venire qua da solo, quindi non lo farebbe nemmeno lui.»

«Hon, quello che dici non ha senso.» disse asciutta Aubrey.

«No, ha completamente senso.» la rassicurò lui sicuro, spalancando la porta e accompagnandola dentro. Mentre faceva questo, una nuvola di polvere si alzò dal pavimento facendoli tossire entrambi e facendo agitare ancora di più Aubrey.

«Promettimi che non c'è più alcuna Pasticca Vomitosa qua dentro.»

«Potrebbero esserci...ma non te ne darò nessuna!» promise Fred. In ogni caso la ragazza allungò il collo giusto per controllare che non stesse incrociando le dita o qualcosa del genere.

«Mi sento così stupida.» mormorò Aubrey: «Come dice quel vecchio detto: se mi freghi una volta, la colpa è tua; ma se lo fai due volte la colpa è mia. Mi sa che me ne pentirò per sempre.»

Non fu dato sapere se Fred l'avesse sentita o meno, ma anche se fosse, non dette alcun segno. Anzi, si mise a tracciare una linea su una vecchia lavagna. Aubrey non riuscì a non sentire un leggero fastidio quando il ragazzo cancellò una traccia di gesso con la manica, o meglio la sua manica, per cui aveva speso molti soldi e per cui sua madre si era premurata di specificare con quanta cura dovesse trattarla. Il tutto diventava ancora più frustrante a causa della consapevolezza che lei avrebbe saputo gestire la cosa mille volte meglio.

Fred Weasley ~~ Lemons into Lemonade [traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora