Third person pov
Seoul, Corea del Sud - Covo dei Black Blood
Era ormai calata la sera e la Gang si doveva preparare all'imminente "incontro" con Jung Joonwoo e i suoi soldi.
Un membro in particolare non riusciva a contenere l'eccitazione della serata che avrebbe tenuto tra poco e il nome di colui era sicuramente Lee Minho.
«Minho, a che pensi? Continui ad accarezzare quella pistola da minuti ormai» disse Chan.
«Finché c'è morte c'è speranza. La nostra vita è scaturita dalla morte degli altri e in questo caso, dalla morte di quel lurido Jung» disse quello, rilasciando una sua tipica risata malvagia.
«Tu sei pazzo» disse Hyunjin, negando leggermente con la testa mentre sorrideva.
«Tranquillo, tra poco entreremo in scena. Changbin sta per arrivare con gli smoking che useremo al casinó» informò nuovamente Chan.
Tutti i componenti avrebbero indossato un dolcevita come maglia al posto della camicia, questo perché avevano tutti un tatuaggio sul collo che rendeva loro riconoscibili.
Dovevano coprirlo in un qualche modo e questo era quello che dava meno nell'occhio, data la situazione e il contesto.«Perfetto, non vedo l'ora»
Seoul, Corea del Sud - Covo dei Red Venom
La notte era giunta anche al covo dei Red Venom. Attualmente tutti e quattro si stavano preparando e vestendo in modo elegante per non sembrare sospetti. L'omicidio di Jung doveva filare liscio come l'olio.
Il primo passo del loro outfit consisteva in dei guanti che tutti e quattro dovevano indossare a causa del ragno rosso tatuato sul dorso della mano destra di tutti i componenti.
Non potevano assolutamente farsi riconoscere. Il nome dei Red Venom, come anche quello dei Black Blood, era sulla bocca di tutti. L'unico vantaggio che entrambe le Gang avevano era che la polizia o qualsiasi forza dell'ordine non era mai riuscita a scoprire i loro volti.
Questo perché tutti coloro che avevano riconosciuto i membri della Gang, sono successivamente morti. Infatti era praticamente impossibile costruire anche solo un'identikit su di loro.
I crimini e omicidi erano così ben elaborati che ogni misfatto veniva scoperto dopo molto tempo dell'accaduto.
Jisung continuava a pulire il suo prezioso coltello mentre Felix ripeteva tutti i passaggi del loro piano infallibile.
«Jisung, sto ripetendo il piano. Potresti smetterla di fare il bagnetto a quel coltello e ascoltare? Non possiamo sbagliare»
«Non rompere il cazzo, ho le orecchie. Sto ascoltando»
«Ma a che cazzo ti serve pulirlo? Non puoi usarlo» chiese Seungmin, ribadendo che un attacco frontale alla loro vittima era troppo rischioso.
Jisung lanciò il coltello che andò a conficcarsi nel muro, vicino alla faccia di Seungmin.
«Non si sa mai» rispose per poi scoppiare a ridere, alzandosi a riprendere il coltello. Nel mentre Seungmin aveva iniziato a sudare freddo.
«Jisung, abbiamo detto niente più scherzi con le armi!»
«Tranquillo Felix, ho una mira infallibile non lo avrei mai colpito. Avessi voluto uccidervi lo avrei già fatto da molto tempo, ma non voglio. Voi siete la mia famiglia»
I tre ragazzi erano rimasti toccati dalla dimostrazione di "affetto" da parte di Jisung. Non lo faceva spesso anche se il suo modo di dimostrarlo era poco consueto.
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ЀаМÑОк[COMPLETAâ¥] â Una storia di @taekook5bts â ð¬ð€ð§ð ðð€ðªð£ð©ðð£ð: 1200/2100 â ðŽð ð«ðšðŽðµ ð¬ðµð¬ðŽð ⥠(ðð¢ð ððð£ð ðð ððððððððð¡ ðððð ð¡ðð ðð¡ððð ðððð ) â ð°ð³ ðŽð°ð¶ ðŽðšð³ð¬ð«ð¬ð»ð»ð¶ ðµð¬ðŽð°ðªð¶ ⥠(ðŒð ððð ð¡...