❈37. 𝑳'𝒆𝒔𝒑𝒍𝒐𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆❈

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Third person pov

Seoul, Corea del Sud - Covo dei Black Blood

«Ovviamente abbiamo trovato i ben cinque punti portati del palazzo in relazione al piano proposto da Jisung qualche giorno fa» disse Hyunjin.

«Quale sarebbe?» chiese Changbin.

«Far saltare tutto il palazzo in aria» disse Jisung, alzando gli occhi e guardando diabolicamente l'immagine sullo schermo.

Per tutti non faceva una piega così avrebbero portato al termine la loro missione e sarebbero sicuramente riusciti a fuggire a tempo debito.
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[...]

Dopo aver discusso ancora a lungo approposito del piano in questione la Gang decise che era meglio fare il ritorno alla villa.

O almeno così era per tutti, tranne che per Chan che aveva in mente di proporre una cosa che aveva già pensato da diversi giorni.

«Ragazzi -disse serio, richiamando l'attenzione di tutti- Dobbiamo cambiarci il colore dei capelli o almeno la pettinatura. Abbiamo lo stesso taglio e colore da troppo tempo e sapete meglio di me che è molto rischioso per il rintracciamento quando usciamo dalla villa e non vogliamo dare troppo nell'occhio»

«Chan, ma che stai dicendo? Quante persone possono esserci in Corea del Sud con la nostra pettinatura» disse Changbin.

«Non è questo il punto. Potrebbe esserci sfuggito qualche dettaglio e ora come ora qualcuno di noi deve cambiarsi il colore per forza. Prima di tutto Minho e Jisung devono farlo. Sono coloro che sono più attivi durante le missioni in qualità di assassini»

«Non crederai mica che la polizia abbia in mente di rintracciare degli assassini per mezzo del colore dei capelli» disse Minho con le braccia incrociate e lo sguardo serio.

«No, ovvio che no, ma prendi per esempio me. Trovala una persona che ha questo colore così biondo e i capelli cosí ricci. Inoltre io ho parlato con Jung Hiah e anche se è morta avrebbe potuto descrivermi a qualcuno. Quale miglior mado di farlo se non attraverso i capelli?»

«Hai parlato con Jung Hiah?» chiese Jeongin.

«Faceva parte della nostra missione per distrarla e rubarle i soldi» disse Chan dopo aver sospirato.
Jeongin annuì.

«Mmh, in realtà Chan non ha tutti i torti. Quella che sta proponendo lui è solo una forma di prevenzione» rispose Hyunjin.
Seungmin concordó con un cenno della testa.

«Esatto. Prima di chiunque altro Jisung, Minho e io siamo costretti a farlo. Gli altri sono liberi di decidere» concluse.

Minho e Jisung annuirono anche se all'inizio erano leggermente titubanti perché non la consideravano una pratica necessaria.

«Perfetto. Procederemo con questo cambiamento dopo la missione al laboratorio di dattiloscopia»

[Qualche giorno più tardi...]

Wonju, Corea del Sud - Istituto di dattiloscopia

Era giunto il giorno della missione per distruggere ogni possibilità di esaminare le impronte digitali alla struttura dattiloscopica di Wonju, città che si trovava a circa un'ora in macchina da Seoul.

La Gang era pronta per svolgere la missione che, seppur più semplice delle altre, non era assolutamente da sottovalutare.
Non era mai stato facile entrare in una struttura funzionale per contenere l'ordine civile durante la notte.

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