Capitolo 2

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CAPITOLO 2


Taehyung

Il cuore martellava furioso nel petto, il respiro affannato mi impediva di controllare la mia rabbia. Eravamo di nuovo punto e a capo io e mio padre, eravamo al punto di partenza, ancora una volta.

«Taehyung, devi smetterla di comportarti come un ragazzino, sei un adulto ormai. Come ti è venuto in mente di litigare con qualcuno nel locale?»

«È capitato.»

«Capita quando vuoi farlo capitare. Non è la prima volta. Quando crescerai e smetterai di metterti in mostra in questo modo?»

Sentii la collera salire su per il corpo.

«Mettermi in mostra? È così che lo chiami? Stai fottutamente scherzando? L'ultima cosa che voglio è mettermi in mostra per te!»

Mio padre sospirò, ignorando il commento.

«Voglio sapere il motivo per cui hai colpito Wonho.»

«Non sono affari tuoi, cazzo!» urlai, battendo un pugno sulla larga scrivania di vetro, dietro la quale era seduto.

«Abbassa immediatamente la voce, moccioso!»

Strinsi entrambe le mani in un pugno, tirandomi indietro. Guardai in giro per la stanza, circondata da design moderno e vetro, che permetteva di avere una vista spettacolare dalla città.

Quelle cose erano normali per me, come lo erano per lui. Magari mi fosse bastato essere ricco e avere posizione nell'azienda. Il mio desiderio, quello che anelavo e che non avrei mai visto realizzato era un altro e mio padre ne aveva a che fare.

Ma dovevo essere forte, me lo ero promesso, e il motivo per cui avevo discusso con quel coglione avrebbe solo inferto una ferita più grande se lo avessi spiegato alla persona di fronte a me, perché non aspettava altro che quello, per ricordarmi ancora una volta quanto facessi schifo.

Non potevo dirgli che Wonho mi infastidiva da settimane con i suoi insulti omofobi. Ero eccentrico, certo a volte esageravo nel fare le cose, ma avevo davvero cercato di fingere di non sentire, finché non ero esploso e la rabbia mi aveva accecato.

Purtroppo, non potevo dirglielo.

Così cercai di farlo incazzare, perché era colpa sua tutto quello. Era colpa sua se non riuscivo ad aprirmi con lui.

Il fatto che mi lasciasse discrezionalità lavorativa non compensava il vuoto che covavo dentro di me, né la rabbia.

«Voleva scoparsi il ragazzo che avevo puntato io.»

Vidi il repentino cambio della sua espressione.

Bingo.

«Taehyung...»

«Cosa?» alzai le sopracciglia in modo ammiccante.

«Non dire queste cose volgari in mia presenza.»

«Mi hai chiesto tu il motivo della lite.»

Non potei fare a meno di sorridere.

Era questo che meritava.

Sospirò.

«C'è un'altra cosa di cui voglio parlarti.»

«Muoviamoci», dissi adocchiando l'orologio. «Dovrei lavorare, padre.»

Ed era vero. Era ormai un'ora che mi trovavo nell'ufficio di mio padre e dovevo fare troppe cose per rimanere a parlare del niente lì.

A dispetto di tutto, la posizione che rivestivo in azienda me la ero guadagnata. Amavo il mio lavoro ed ero maledettamente bravo. Non mi piaceva perdere tempo.

First class || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora