Capitolo 6

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CAPITOLO 6

Jungkook

La solita scarica di adrenalina, quella che avevo ignorato in ogni momento da due settimane, tornò a farmi visita, prepotente.

Sentivo le mani tremare, il cuore battere più forte. Avevo gli ormoni a mille, ed era tutta colpa di Kim Taehyung.

Dal momento in cui lo avevo visto nel negozio di Yoongi, con quel pantalone stretto e quella camicia di seta rossa mezza sbottonata, avevo perso ogni freno inibitore. Avevo cercato di scappare subito ma Jimin mi aveva fermato e mi aveva condannato a quella tortura.

Non ero stupido, avevo fatto due più due e avevo capito subito che era lui la persona di cui Yoongi mi aveva parlato e la sua non era altro che una scusa per starci insieme, condannando me a stare con il suo amico.

Era una tortura, una fottuta tortura.

Seduto di fronte a lui, non avevo fatto altro che guardarlo e immaginare tutto quello che avrei voluto fargli, ma mi ero trattenuto.

Mi ero trattenuto perché lui non mi aveva dato chance di provocarlo, almeno fin quando non aveva aperto la bocca e io avevo colto la palla al balzo.

Ero stato anche stronzo, tirando in ballo l'unica cosa che mi ero tenuto per me e per i miei sporchi momenti erotici, fantasticandoci su.

Era stato casuale, ma lo avevo davvero visto masturbarsi nel suo ufficio e la soddisfazione di vederlo godere su una cosa che io gli avevo lasciato, mi aveva accompagnato tutto il tempo.

Ora, dopo che lui si era alzato, incazzato come una belva, stavo facendo i conti con la mia razionalità e i miei sporchi desideri.

Tentennai un po', prima di alzarmi.

«Vado a sciacquare le mani.»

Sapevo benissimo che nessuno dei due se la sarebbe bevuta. Jimin aveva assistito ad uno dei nostri momenti, Yoongi sapeva tutto, ma ormai non m'importava più, i miei ormoni stavano prendendo il sopravvento.

Quando arrivai, i bagni erano vuoti e l'unico presente era Taehyung, appoggiato con le braccia al lavabo, la testa bassa. Le spalle si muovevano su e giù, segno di una respirazione accelerata.

Sorrisi e mi avvicinai, circondandogli la vita con le braccia. Quel gesto non aveva niente di dolce. Era possessivo, era rude.

Sapevo che stavo rischiando, ma il mio cervello si era completamente spento.

Alzò la testa, guardandomi dallo specchio.

«Che cazzo fai?!»

Mi morsi le labbra, prima di fare forza e girarlo verso di me, bloccandolo contro il lavabo.

Lo osservai con il fuoco che scorreva veloce nelle mie vene, poi scesi giù alla porzione di pelle scoperta dalla camicia.

«Perché non sei venuto da me?» sussurrai e fui sicuro che la mia voce fosse uscita roca.

«Da te?»

«Pensavo che, ogni volta che avessi voglia di scopare, io fossi il tuo preliminare preferito.»

Il suo tono fu freddo, quando disse «Ti piacerebbe.»

«O forse piacerebbe a te.»

Gli strinsi le mani intorno ai fianchi, spingendo le dita un po' più a fondo.

Mi avvicinai al suo collo, sfiorandolo con la punta del naso.

Gemette e tirò la testa indietro, lasciandomi un accesso maggiore.

First class || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora