CAPITOLO 9
Jungkook
Yoongi mi guardò da sopra la spalla mentre versava il succo.
«Allora, mi vuoi dire cos'è successo?»
Erano passate ormai più di quattro ore da quando mi ero presentato a casa sua, nel bel mezzo della notte.
Dopo essere stato buttato fuori da Taehyung, ero rimasto incredulo, senza sapere che direzione prendere.
Certo, sarei potuto tornare a casa, ma avrei rischiato di svegliare i miei e, oltretutto, a causa dei segni rossi evidenti sul mio collo, scatenare le loro domande. A venticinque anni, me ne vergognavo.
Era da tempo che avevo rinunciato alla mia privacy, ed era per questo che mi ero premurato, durante le mie avventure, che nessuno lasciasse tracce, oltre al fatto che in quel modo sentivo di avere controllo su almeno una parte della mia vita.
Ma stavolta era andato tutto a puttane: i miei propositi, le mie accortezze, la tranquillità sul lavoro.
Mi ero fatto prendere così tanto la mano, facendomi coinvolgere da lui, che avevo dimenticato tutto il resto, la promessa fatta a me stesso e il mio dovere.
Era stata una follia totale quello che era accaduta tra noi, lo sapevo, ma non avevo potuto farne a meno. Il suo fascino, il suo carisma e le sue fottute e continue provocazioni mi avevano fatto perdere la testa.
Ci detestavamo a vicenda, litigavamo, discutevamo, ma non ci eravamo mai dati tregua, neanche a letto.
Proprio lì, quando più avrei dovuto riaccendere il cervello, lui era stato in grado di non farmelo fare, di tenermi lì concentrato su di lui.
Avevo notato che la sua personalità impulsiva e focosa si rifletteva anche nell'esperienza sessuale. Anche se ero stato io ad avere il controllo, lui non me l'aveva mai ceduto del tutto. Non mi aveva dato tregua mordendo, graffiando, tirando e marchiando, forse per farmi capire che non mi trovavo a letto con un tizio che avrei dimenticato il giorno dopo, che non era uno dei tanti, che avrei ricordato tutto: la voglia, il desiderio inaspettato e intenso, il modo in cui avevo spinto dentro di lui, quello in cui lui mi aveva stretto, continuando a ripetermi che non lo stavo controllando, che lui stava solo sopra, che sarebbe stata l'unica e l'ultima volta tra noi, mentre si sgretolava tra le mie mani.
In quel letto eravamo rimasti coinvolti tutti e due, e poco aveva a che fare con chi era stato sopra o sotto.
Anche mentre andavo via dall'attico, non avevo potuto fare a meno di ripercorrere la serata e pensare che non avevo mai provato niente del genere prima, nei rapporti che avevo intrattenuto occasionalmente.
Non era stato programmato, era capitato, ed era stato lo sbaglio più soddisfacente degli ultimi tre anni. Per la prima volta dopo tempo, non mi ero sentito più quel Jungkook che era stato costretto ad abbandonare tutto per aiutare a casa, quello che, da persona spensierata e libera aveva dovuto sottomettersi a lavori e ordini di persone; ero diventato di nuovo il Jungkook ragazzo che si era goduto ogni singolo momento di quell'amplesso. Non mi ero visto più come un burattino in grado di scoparsi qualcuno solo per sfogarsi, senza sensazioni: mi ero sentito desiderato, come io avevo bramato lui.
Mi ero sentito vivo.
Ma adesso avrei dovuto scontrarmi con la realtà.
«Non è successo niente.»
Yoongi mi raggiunse, porgendomi il bicchiere e tenendone uno per sé.
Alzò le sopracciglia.
«Ed è perché non è successo niente che mi hai pregato nel bel mezzo della notte di venire qui?»
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First class || Taekook
FanfictionTaehyung è quello che tutti definiscono "first class", una prima classe: arrogante, presuntuoso, impertinente e carismatico, figlio di uno dei più grandi imprenditori del Paese. Due sono le sue fisse: il lavoro e le feste. Jungkook è l'opposto di un...