CAPITOLO 15
Taehyung
Aprii gli occhi al suono della sveglia.
Mi guardai intorno, mettendoci poco a ricollegare gli eventi della sera precedente.
Con il sorriso sul volto, tentai di svincolarmi dall'abbraccio di Jungkook per potermi voltare e spegnerla, ma non fu facile.
Quanto più mi muovevo, più mi stringeva.
Non potevo ancora credere a quello che era successo e al modo in cui mi sentivo.
Per due giorni ero stato incazzato perché quel bastardo accanto a me non aveva fatto altro che prendermi per il culo sulla questione di Jo e provocarmi. Aveva capito che mi dava fastidio e ne aveva approfittato per portarmi al punto di rottura.
La sera prima ci ero quasi arrivato, con i suoi atteggiamenti da stronzo, ma poi mi aveva detto che non era vero, che neanche lui era mai stato sotto con nessuno e che voleva farlo con me. Ma quella era stata solo la punta dell'iceberg perché, alla soddisfazione di vederlo cedere, si erano aggiunte emozioni molto più profonde mentre consumavamo quel rapporto e anche io, per la prima volta, avevo ceduto senza remore e senza troppi pensieri.
Tu sei mio, Jungkook.
Non voglio più vederti andare a letto con qualcuno che non sia io. Tu sei mio, Kim Taehyung.
Le sue parole avevano messo radici nella mia testa. Quando le aveva pronunciate, mi aveva scombussolato sul serio mente e corpo. Era bastata la sua sana possessività, a stendermi.
Quando si era alzato per andarsene, non ci avevo pensato due volte a dirgli di rimanere e lui aveva subito acconsentito.
Ci eravamo addormentati come due bambini e ora eravamo lì, io mezzo spalmato sul suo corpo e lui che mi teneva stretto, con gli occhi ancora chiusi e il respiro regolare.
Era bellissimo e non sapevo neanche più da dove uscissero quei pensieri melensi. Da quando l'avevo incrociato, la mia vita aveva preso una piega inaspettata ed era capitato tutto in modo naturale. Più non avevo voluto vederlo, più l'avevo visto; più non avevo voluto desiderarlo e più lo avevo desiderato; avevo ceduto, aveva ceduto, e ora ci trovavamo in uno strano limbo ed eravamo a tanto così dal superare la linea di confine, ma entrambi non lo sapevamo.
Fece delle smorfie infastidite al continuo suono della sveglia e dovetti fare pressione per potermi almeno voltarmi e spegnerla.
A quel punto, nella mia routine quotidiana, mi sarei alzato, fatto la doccia e sarei corso al lavoro; ma quella mattina non era come le altre e mi feci trasportare dal mio istinto, tornando di nuovo tra le sue braccia, il viso al sicuro tra la spalla e il suo collo.
Era il mio posto preferito, ormai.
Solo dopo poco, quando il sonno stava per farmi visita di nuovo, mi raggiunse il pensiero che lui di solito faceva colazione e di sicuro avrebbe odiato fare tardi al lavoro.
Jungkook era uno stacanovista e seppure fossi certo che non erano i lavori della sua vita, ci teneva ad essere preciso e a fare bene. Non sapevo se ciò fosse legato alla sua persona o al fatto che doveva provvedere alla sua famiglia. Era un argomento di cui sapevo poco, ma che iniziava ad interessarmi. Ultimamente, tutto di lui mi interessava.
Cercando di non fare troppo casino, mi arresi e mi alzai, indossando temporaneamente dei boxer puliti.
Dieci minuti dopo ero in cucina con le pentole davanti e un'espressione sconfortata sul viso. Avevo provato a fare la colazione, ma a quanto pare non mi era riuscito: il pane era bruciato e le altre cose scotte. Non che ci avessi messo la speranza, in ogni caso.
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First class || Taekook
FanfictionTaehyung è quello che tutti definiscono "first class", una prima classe: arrogante, presuntuoso, impertinente e carismatico, figlio di uno dei più grandi imprenditori del Paese. Due sono le sue fisse: il lavoro e le feste. Jungkook è l'opposto di un...