Capitolo 10

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CAPITOLO 10

Taehyung

«Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?»

Sbuffai.

Jimin non aveva smesso per un attimo di darmi contro da quando Jungkook si era avviato verso il suo destino con Namjoon. Non aiutava il fatto che, poco distante da noi, ci fosse anche Yoongi, il quale guardava continuamente nella direzione dell'ufficio del manager, in attesa del suo migliore amico.

«Non è stata colpa mia, Jimin. È stato lui che mi ha seguito!»

Ed era vero.

Così come era vero che io avevo fatto di tutto per farlo accadere.

All'inizio avevo voluto solo vendicarmi, fargli capire che ciò che era successo tra di noi non mi aveva toccato minimamente, ma poi le cose mi erano sfuggite di mano e, dopo quattro giorni ad arrovellarmi il cervello, avevo fatto prevalere il desiderio di averlo il più vicino possibile quando era nei paraggi.

Era stata una snow ball, una piccola palla di neve che si era trasformata in una valanga, ed ora eccoci qui.

Forse era stata anche una fortuna, che qualcuno ci avesse fermati perché, sinceramente, non ero sicuro neanche più di me stesso e della mia capacità di rifiutare quel pezzente.

Avevo litigato con me stesso tutti i giorni per convincermi che il sesso con lui non mi era piaciuto, che non era stato niente di che, che avevo odiato ricevere. Sembravo esserci riuscito, prima che lui mi desse l'ultimatum, in quello stanzino del cazzo, e io ci pensassi sul serio ad andarci di nuovo a letto, nella stessa identica posizione.

Non sapevo più con chi prendermela, ormai.

«Su questo non c'è dubbio, ha sbagliato. Ma tu cos'hai fatto?»

Poggiai il mento sulla mano, guardando il nulla.

«Niente.»

«Che faccia di cazzo» replicò il mio amico. «Abbiamo visto tutti la scenetta al bar.»

«E quindi?» mi alterai. «Non è la prima volta che bacio qualcuno nel locale.»

Mi fissò e io fui quasi tentato di abbassare lo sguardo.

«Ti conosco troppo bene Kim Taehyung e stasera mi hai ricordato di qualche giorno fa, quando sono venuto a casa tua e l'ho trovata praticamente sottosopra.»

Mi raddrizzai.

«Non ti permettere di riportare a galla quel giorno.»

«Quale? Quello in cui mi hai urlato di essere andato a letto con Jeon Jungkook dando di matto?»

«Jimin!»

Sospirò, avvicinandosi.

«Non c'è niente di male nel cedere, Tae. Andare a letto con qualcuno prescinde dalle tue stupide convinzioni, te l'ho già detto. Sopra o sotto, che sia tu al comando o qualcun altro, che entrambi lo condividiate, l'importante è stare bene.»

Ci riflettei su. Era una cosa che mi aveva detto anche a casa mia, la mattina dopo che io e Jungkook eravamo stati insieme.

Era passato per fare colazione con me ma io non avevo dormito un minuto quella notte, e una sua singola richiesta di chiarimento mi aveva fatto scattare. Mi ero comportato come un vero psicopatico, perché non riuscivo ad accettare quello che era successo. Non ci riuscivo ancora oggi. Ma quel giorno, in particolare, avevo dato di matto.

First class || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora