Capitolo 14

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CAPITOLO 14

Jungkook

«Che ci fai tu qui?» fu la prima domanda di Yoongi quando vide Taehyung accanto a me fuori la sua porta di casa.

Il suddetto non fece una piega.

«Mi hai invitato ieri mattina.»

Il mio amico gli restituì un'occhiata infastidita.

«Sono abbastanza sicuro di non averlo fatto.»

«Ti ho detto che sarei venuto e tu non hai rifiutato.»

«Perché forse hai riattaccato?!»

«Peccato», rispose con un sorrisetto sul volto. «Sono qui ormai. Ora scusami, ho un conto in sospeso con qualcuno.»

Senza preoccuparsi del fatto che il padrone di casa avrebbe potuto cacciarlo via, lo superò scontrandosi con la sua spalla e, quasi come se fosse a casa sua, entrò nel soggiorno adiacente.

Ci vollero due secondi per vedere lui e Jimin uno di fronte all'altro. Io e Yoongi entrammo, osservandoli.

«Park fottuto Jimin, hai davvero scommesso su di me?!»

«No, è stato Yoongi a scommettere, mi ha solo trascinato», tentò di difendersi il suo amico.

«Vieni qui», fu la minacciosa risposta.

Jimin indietreggiò, girando intorno al divano ad L.

«No.»

«Non farmi fare una scenata e torna qui.»

Il biondo continuò a camminare, cercando di schivarlo.

«Tu fai sempre scenate.»

Taehyung scattò e in due falcate lo raggiunse, prendendogli l'orecchio e tirandoglielo più volte e in varie direzioni.

«Ora stai buono e me la paghi!»

Scossi la testa e quando guardai il mio amico, condividemmo una risata.

«Vieni con me», disse.

Annuii e lo seguii.

«Jungkook, vieni a prenderti questo psicopatico!» urlò Jimin, ancora sotto le grinfie di Taehyung.

«No, grazie.»

Continuò a sbraitare ma ormai ero già in cucina con Yoongi.

Mi guardò interessato.

«Allora? Neanche stavolta ha funzionato il tuo piano, eh?»

«Non ci sono andato più a letto, se è questo che intendi.»

«Non ha dormito da te ieri? Che è successo?»

Beh, era successo che dal giorno precedente Taehyung sembrava un'altra persona. Per carità, sempre arrogante e presuntuoso, sempre pronto a bacchettare e richiamare e farmi innervosire, ma non aveva perso un'occasione per starmi vicino. A mio discapito, dovevo dire che anche se mi mostravo infastidito, i suoi tentativi non erano spiacevoli, anzi.

Quando eravamo arrivati in azienda con la sua auto, la mattina prima, aveva insistito per riportarmi indietro a fine giornata, a sua detta per ringraziarmi della disponibilità dei miei genitori a farlo rimanere a dormire, ma io avevo rifiutato e lui si era incazzato. Mi aveva ignorato per il resto della giornata premurandosi di fermi capire che era fatto apposta e, quando avevo smontato e mi ero cambiato, lo avevo visto aspettarmi poco fuori dagli spogliatoi, appoggiato al muro con le braccia incrociate, come se fosse lì ad ammazzare il tempo.

First class || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora