CAPITOLO 7
Jungkook
Il mio giorno libero decisi di trascorrerlo a casa con i miei genitori e Somi. Stante gli ultimi accadimenti, avevo bisogno di stare un po' con loro, sentirmi circondato dall'affetto e fingere che nient'altro esistesse.
Dopo essermi prestato a fare l'altro maestro con mia sorella di fronte a dei bambolotti, feci un tè e lo divisi in tre, porgendolo a lei e a mio padre.
«Come ti senti?» chiesi a quest'ultimo.
Lui mi sorrise.
«Sto bene, Kook. I medici dicono che la malattia è stabile, non sta progredendo. Ho solo bisogno di riposare.»
«E' un sollievo.»
A mio padre, tre anni prima, era stata diagnosticata la sclerosi multipla. Non era in stato avanzato, ma lo aveva scoperto un po' tardi. Da quel giorno aveva iniziato cicli terapeutici e lo avevano aiutato molto.
Tuttavia, a differenza degli altri, non riusciva a fare le cose basiche e faceva sempre più fatica a camminare. Per ora utilizzava un supporto quando ne sentiva il bisogno, anche se i dottori non avevano escluso che, prima o poi, avrebbe dovuto far ricorso alla sedia a rotelle. Per ora, però, nessuno voleva pensarci.
Era stabile e contava quello. Mia mamma era lì ad aiutarlo e, quando potevo e non ero a lavoro, ero sempre il primo a sostenerlo.
Spesso, nei permessi o giorni liberi, ne approfittavo per stare con lui e permettere a mia madre di uscire, perché neanche la sua posizione e la sua vita era più quella di prima. Quel giorno, ad esempio, l'avevo spinta ad andare a pranzo con Yin, la sua amica, e mi aveva promesso che dopo sarebbe andata a fare shopping.
Sapevo che sarebbe tornata a breve, comunque, perché di lì a poco avrei dovuto accompagnare Somi alla fondazione Kim e papà era solo.
Avrei voluto cambiare anche quello. Non mi dispiaceva più per me, mi sentivo male per loro e per il drastico cambio che avevano subito le loro vite, ma nessuno poteva prevederlo, nessuno poteva aspettarselo.
«Non so se tua madre te lo ha detto, ma stamattina hanno chiamato dall'ospedale.»
Mi allarmai.
«Non mi ha detto nulla.»
«Tranquillo, non è niente di che. Mi hanno detto che la settimana prossima mi aspettano per tre giorni di riabilitazione, la solita che faccio ogni due mesi.»
Sentii la tensione scivolarmi di dosso.
«Ah, okay. Sei pronto?»
Annuì.
«E' un po' stancante, ma alla fine mi aiuta molto e, quando torno a casa, sto sempre molto meglio rispetto a prima. Mi preoccupa solo Somi.»
Mi avvicinai, toccandogli il braccio, guardando per un attimo la piccola che si trovava dall'altro lato del salone.
«Non devi preoccuparti. Il signor Kim è una persona gentile, mi ha sempre permesso di portare Somi all'asilo dell'azienda, anche se è la più grande, e al club è a vista d'occhio nell'ufficio di Namjoon, che non la lascia un attimo sola. Pensa a te e a star bene.»
I suoi occhi si inumidirono e io feci di tutto per non seguirlo a ruota.
«Sono orgoglioso di te, Kook.»
Mi inginocchiai, portando la fronte vicino alla sua.
«E io sono felice di averti come padre.»
«Mi dispiace», singhiozzò. «M-mi dispiace che tu abbia dovuto rinunciare a tutto per noi. Soffro nel vederti lavorare duramente per darci da mangiare.»
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First class || Taekook
FanfictionTaehyung è quello che tutti definiscono "first class", una prima classe: arrogante, presuntuoso, impertinente e carismatico, figlio di uno dei più grandi imprenditori del Paese. Due sono le sue fisse: il lavoro e le feste. Jungkook è l'opposto di un...