1.Il primo giorno di scuola

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Mi svegliai di colpo quando quella sveglia di merda inizió a suonare con la mia canzone preferita "Bullet Train",che da li a due mesi avrei sicuramente iniziato ad odiare...

Automaticamente il mio corpo si alzò e io ero già felicissima ed elettricizzata dall'idea che mi ero fatta del primo giorno di scuola.

Persone nuove, compagni nuovi,nuovi posti...insomma le cose che accaddono ad ogni persona quando inizia le superiori.
Cerchi di prepararti alle esperienze che succederanno da lì a cinque anni.

Andai a spegnere quella "cosa fastidiosa" che continuava a suonare senza darmi tregua, accesi la luce e cercai di abituare gli occhi ,quando notai che fuori c'era il sole a mille e ci sarebbe stata una giornata stupenda.

Erano le 6 in punto quando iniziai a preparami.
Feci attenzione ad ogni dettaglio: dallo smalto, ai brufoli che ogni giorno spuntavano nuovamente e mi davano il buongiorno.

Indossai un jeans stretto,il mio preferito,che compró mia madre qualche settimana prima ,dopo averla obbligata tutta l'estate in previsione dell'inizio di una nuova vita, sopra una maglietta a mezze maniche bianca che faceva intrevadere la mia pancia piatta che tutti un pó invidiavano e la mia carnagione olivastra che amavo tanto...ovviamente non esitai a mettere le all stars bordeux,le preferite di Martin: il mio migliore amico.

Pensavo spesso già da una settimana a lui, partí per la Francia per non tornare mai piú.
Lo conoscevo da quando avevo 9 anni, arrivò proprio qui in questo paesino e da quel giorno facemmo tutto insieme.
Io sapevo tutto di lui e lui tutto di me, era un fratello.
Non so come riesco ora a non piangere più ma il pensiero che non farò più nulla con lui mi fa rivoltare lo stomaco.

Senza accorgermene erano gia le 6.40, avevo impiegato troppo tempo a scegliere i vestiti e a truccarmi anche se avevo messo solo mascara.

Abitavo a 40 minuti di lontananza da scuola e mi ero fatta una ragione ,anche se non del tutto convinta,del fatto che mi sarei svegliata prestissimo ogni mattina. "Meglio impiccarsi"pensai.

Presi velocemente lo zaino e mi incamminai verso la porta quando mia madre dalla cucina mi chiamò:
"Mamma dimmi!" gli dissi sbuffando
"Ho preparato i cornetti ieri sera,pensavo ti piacessero.." mi disse
"Scusa mamma,ho l'autobus tra qualche minuto...prometto di mangiarlo appena torno" e uscii di casa.

Arrivó l'autobus poco dopo, e arrivai alle 7.20  a Parma.
Primo giorno e gia ho capito che non mi abituerò mai a tutta quella strada,menomale che non ho fatto colazione o avrei vomitato addosso a quel ragazzino seduto vicino a me che mi continuava a fissare.

Comunque scesi e iniziai ad osservare le persone.
Trovai già ragazzini che a pelle avevo selezionato e con cui non avrei mai provato a fare amicizia.
Alle 7.35 arrivai davanti scuola e mi fermai in una panchina guardando tutti quei ragazzini che come me aspettavano con emozione la campanella. Intanto mi bloccai al cartello Liceo delle Scienze Umane -Albertina Sanvitale.

Avevo scelto quella scuola perchè amavo psicologia, non so spiegare per quale motivo io ami il comportamento e la mente dell'uomo.
Sta di fatto che nessuno della mia famiglia me ne aveva mai parlato anzi, avevo scelto quella scuola per caso , credo l'ultimo mese della terza media.

Chiamarono tutti all'appello e pian piano ci trovammo spiaccicati e attenti ad ogni singolo nome.
Il mio nome venne chiamato dopo poco,e andai dove mi indicó la bidella dopo aver pronunciato il nome.

Ci guardammo tutti molto attenti cercando di capire bene chi potesse essere la persona con cui incominciare a parlare.
Io notai un ragazzo... era appoggiato al muretto vicino la scalinata e guardava con attenzione ogni persona.
"Come no,ma non vedi che è troppo grande idiota?!" Il mio inconscio mi trascino alla realtà con una capacità quasi gratificante.

Della mia classe non feci tanta attenzione, ma sentii una professoressa chiamare la 1°I...
"Merda é la mia classe" sussurrai...e corsi verso la prof. che ci stava accompagnando in classe.

Entrammo e mi sedetti in un angolo in fondo, vicino la finestra dove potevo guardare tutti e avere almeno il controllo visivo,intanto si avvicinò una ragazza bionda,molto carina...
" Posso sedermi o é occupato?"mi chiese
" Oh nono certo che puoi scusa" gli risposi spostando lo zaino dal banco di fianco al mio per lasciarlo libero.

"Piacere Vanessa" mi allungó la mano
"Adele" risposi sorridendo e facendo lo stesso.
Era dolce come ragazza,da quando era entrata fino che non si sedette continuò a sorridere.
"Bene , ora non sono più sola".

Ci diede il benvenuto alla scuola la professoressa di italiano che dopo essersi presentata ci fece fare il giro dei nomi in modo da iniziare a impararli.
Durante l'intervallo nessuno uscí dalla classe forse per vergogna come me,o per aspettare che ci conoscessimo meglio tra di noi...
Non successe nulla ." Che noia, chissà che mi aspettavo".
Oggi la professoressa di scienze umane non era venuta perciò la mi curiosità aumentò.

Le ore passarono velocemente  e dopo essermi fatta dare il numero di Vanessa uscii da scuola e andai verso la fermata per tornare a casa ma mi bloccai per qualche secondo quando vidi il ragazzo di questa mattina parlare con i suoi amici. Aveva una bellezza diversa dai ragazzi che aveva di fianco. Tutti lo guardavano e poi spettagolavano sistemandosi i capelli in modo da essere più carine ai suoi occhi.

Fumava una sigaretta con disinvoltura e sicurezza.
All'improvviso si giró e mi vide, io feci finta di niente ma feci un balzo per ricominciare a camminare , questa volta senza più guardarlo.
Arrivò l'autobus, entrai e mentre stava per ripartire mi girai essendo sicura che ormai si sarebbe gia girato.
Non c'era piu.




Un bacio
Carmen.

E continuo a ripetermelo [IN VIA di CAMBIAMENTI!]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora